Ecco la punta di diamante della famiglia Monster che diventa la Ducati nuda più potente di sempre, ma i suoi 160 cavalli non sono imbizzarriti. Novità anche per estetica e ciclistica, a beneficio della guidabilità. Prezzi da 18.490 euro

Ducati Monster 1200 R, si rifa il trucco incrementa potenza e coppia del Testastretta

di Lorenzo Baroni
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BORGO PANIGALE - La Monster più potente di sempre, un vero mostro che ha raggiunto i 160 cv di potenza massima e un maggiore equilibrio in termini di fluidità e coppia erogata. Partendo dal gruppo termico, troviamo un Testastretta 11° DS 4 valvole per cilindro da 1198,4 cc con alesaggio 106 mm e corsa 67,9 mm, evoluto e rivisto quasi totalmente.

La potenza erogata passa ora a 160 cv a 9.250 giri/min, con una coppia massima di 131,4 Nm a 7.750 giri/min. Lo scarico è stato aggiornato con un disegno 2-1-2 con tubi da 58 mm di diametro e silenziatore sdoppiato. E’ nuovo anche il corpo farfallato, allargato a 56 mm, la guarnizione dei cilindri è stata abbassata per accrescere il rapporto di compressione di fino a 13:1, ottimizzando anche la capacità combustione. La trasmissione è gestita da una frizione multidisco a bagno d'olio con anti-saltellamento, azionata da una pompa radiale Brembo.

Il telaio è a traliccio in tubi d'acciaio nato sulla Monster 1200, con un telaietto posteriore ridisegnato che dona più compattezza. L'assetto è di 15 mm più alto, sia al posteriore che all’anteriore con una sella che ora è alta 83 cm. Gli attacchi delle pedane pilota e passeggero sono in alluminio forgiato e montano pedane poggiapiedi in alluminio ricavate dal pieno.

Le sospensioni non necessitano presentazioni, sono davanti una forcella Öhlins da 48 mm con trattamento TiN sugli steli, completamente regolabile anodizzati in nero. Al posteriore c’è un ammortizzatore Öhlins, completamente riprogettata, regolabile fissato direttamente sul cilindro verticale da una parte e sul forcellone monobraccio in alluminio dall’altra.

Il reparto freni è dotato, all'anteriore, di una coppia di pinze radiali Monoblocco Brembo con dischi da 330 mm. azionate da una pompa radiale con serbatoio separato. Sul posteriore lavora invece un disco da 245 mm accoppiato a una pinza con pastiglie con materiale di attrito sinterizzato. L'intero sistema è gestito dal sistema ABS Bosch 9MP a tre livelli disinseribile e grazie all'inserimeto del Ducati Safety Pack (DSP), che comprende il già citato ABS Bosch 9MP a 3 livelli con sensore di pressione integrato e il Ducati Traction Control (DTC), oltre ai tre riding-mode selezionabili dall'utente.

Esteticamente si nota quel posteriore, ora più corto , compatto e rialzato, arricchito dal nuovo porta targa in alluminio, completato dal cupolino e dalla grafica longitudinale ispirata alla classica banda di Ducati Corse, dallo scarico maggiorato, dalle cover metalliche del radiatore con grafica, dalla sella in doppio materiale con cuciture in contrasto e dalla targhetta metallica, con il nome del modello.

Molta la confidenza con l'intera moto, il davanti trasmette un ottimo feeling lungo tutta la curva il tutto tenuto a bada dal nuovo ammortizzatore di sterzo Ohlins, poche sbavature, ciclistica ben curata per questa super-naked di Borgo Panigale un'ottima precisione di guida, senza trascurare il comfort.

Più rotondo e “civile”, il motore, per rispettare le normative, non perdendo comunque il suo timbro cattivo e borbottante. Il motore è una vera libidine perché comincia a spingere immediatamente, lasciandoti giusto il tempo di aggrapparti all'ampio manubrio.

Molto fluida, non tende a strappare e non si è riscontrato l’on-off che si avverte in mappa Sport su altri modelli. Il freno motore è ben presente e non eccessivo.

Una buona moto, fluida, comoda e potente ma ha qualche difetto? Un po’ rigida e troppo nervosa davanti, tende a sbacchettare un po’ troppo in uscita di curva ma anche questo è il carattere di Ducati.
 


 

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Sabato 23 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 24-04-2016 08:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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