Per testarne al meglio le potenzialità e carpirne tutti i segreti siamo tornati di dove ebbe inizio il suo mito, nell Africa sud Sahariana

Honda Africa Twin, è tornata in gran forma la nuova generazione della regina del deserto

di Lorenzo Baroni
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CAPE TOWN - A 30 anni dalla sua prima apparizione torna più moderna che mai la nuova Honda Africa Twin, forte di un nome che mette i brividi e rievoca paesaggi avventurosi e impervi su strade e percorsi ai confini del mondo. Nata nel 1986 per partecipare e vincere da subito la Parigi Dakar divenne in breve tempo una delle endurone più apprezzate e diffuse fino al 2003 quando terminò la produzione del modello XRV 750. E per testarne al meglio le potenzialità siamo tornati di dove ebbe inizio il suo mito, nell’Africa sud Sahariana, più precisamente a ovest di Città del Capo, attraversando la parte bassa della Savana tra sterrati polverosi e lunghi nastri di asfalto che attraversano montagne e infinite distese pianeggianti.
 

La nuova CRF1000 Africa Twin 2016 è una moto curata nei suoi particolari, avanzata tecnologicamente e concepita intorno al suo pilota. Il nuovo motore è un bicilindrico in linea (non più a V) e con cilindrata di 1.000 cc (non più 750 cc), sale anche la potenza (da 71 fino a 95 cv) ma magicamente diminuisce il peso che si attesta sui 230 kg circa con il pieno di carburante. La nuova Africa Twin esteticamente è aggressiva e filante grazie ai piccoli fari a led posti ai lati del cupolino, con un motore molto compatto.


Una moto figlia di una progettazione moderna e molto curata nell’ergonomia, dai comandi al volante alla posizione in sella, fino ai sottili gommini che rivestono le pedane del guidatori (che si schiacciano nella guida in piedi lasciando lavorare la parte metallica). Anche la cilindrata trasuda personalità con i suoi 1.000 cc in un mondo in cui tutte le maxi enduro si dividono tra 800 e 1.200 cc; l’obiettivo è quello di riunire la potenza e il comfort delle 1.200 con il peso e la maneggevolezza delle 800.


Il risultato finale ci consegna qualche cavallo in meno rispetto alle 1.200, ma un peso ridotto che consente una guida snella e divertente. La sua evidente reattività e maneggevolezza la rendono perfetta per l’utilizzo urbano, grazie anche a sospensioni ben tarate e dalla corsa lunga (230 mm per la forcella) mentre la sella offre due regolazioni sull’altezza, più ulteriori personalizzazioni.
In città si dimostra facile come un maxi scooter con il vantaggio di assorbire le buche e le imperfezioni stradali come poche altre possono fare. Nei trasferimenti autostradali o a lungo raggio la grande coppia del motore e la posizione di guida eretta consentono un affaticamento minimo mentre il parabrezza offre una buona protezione dal vento. In Honda hanno però già previsto un kit “travel” con parabrezza maggiorato, deviatori di flusso laterali, valige e bauletto.


Esteticamente offre i classici mono colori grigio e nero e livree racing: Rosso Rally e il Tricolor su base bianca (figlio delle corse degli anni ’80). Novità importanti riguardano sia la gommatura con una ruota anteriore da 90/90-21, proprio il cerchio da 21 pollici sottolinea la grande predisposizione della moto per il fuoristrada anche impegnativo, pur garantendo grande stabilità sia nelle massime pieghe che a velocità sostenute che possono superare i 220 km/h.

Dal punto di vista elettronico sottolineiamo la presenza del sistema Abs e Tcs (traction control), il nuovissimo cruscotto Lcd e l’arrivo della versione Dct con cambio automatico doppia frizione. Il cambio automatico offre numerose mappature dalla drive (più stradale) a tre livelli di Sport, più la manuale (che prevede la selezione della marcia sia con i pulsanti sul manubrio che con la leva a pedale) e infine la nuova funzione “G” pensata per il fuoristrada. I prezzi partono dai 12.900 Euro della versione con Abs e Tcs, per arrivare a 14.050 Euro della versione Dct.

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Giovedì 7 Gennaio 2016 - Ultimo aggiornamento: 19:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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