Il Ministro Guidi con il presidente di Confindustria Squinzi

Il presidente Squinzi all'Eicma: «Le due
ruote possono guidare la crescita del Paese»

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MILANO - Il settore delle due ruote «può diventare ancora di più motore di crescita, grazie alle profonde sinergie con il mondo del turismo e dello sport, che giocano un ruolo di peso nell'economia del nostro Paese e possono offrire anche all'industria motociclistica eccezionali opportunità di sviluppo». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, parlando in occasione dell'inaugurazione dell'Eicma alla Fiera di Milano.

Per Squinzi, «l'industria motociclistica può davvero tornare a essere centrale nell'economia italiana, così come è stato in passato, proseguendo sulla via di una ricerca sempre più sofisticata che si traduce in processi di innovazione continua e in uno sviluppo tecnologico che la conduce leader nel mondo. Sono questi, peraltro, i temi al centro delle strategie di rilancio dell'industria e della politica industriale di tutti i grandi paesi manifatturieri».

«Siamo profondamente convinti che l'italia abbia tutte le leve per essere competitiva al pari dei grandi competitor mondiali e soprattutto che sia in grado di esprimere eccellenze che, come già accade oggi e Eicma lo conferma, ci sono riconosciute in tutto il mondo», ha proseguito Squinzi, ammonendo però che «si tratta di azionare queste leve: i nostri motori hanno bisogno di miscele e oli giusti per poter girare al meglio e per far crescere la nostra economia».

Per Squinzi, «il motociclismo significa sport, tecnologia, design, creatività e innovazione e vede il nostro Paese leader del settore a livello europeo, con oltre 240 mila unità prodotte nel 2013 pari a circa il 50% della piattaforma produttiva europea, circa 12mila addetti nella produzione di motocicli e altri 24mila nei settori a monte e a valle della filiera, senza contare quelli che operano nei settori correlati. Inoltre, siamo il primo Paese esportatore, con oltre 600 milioni di fatturato, seguiti da Germania e Austria».

Si tratta di «un risultato davvero importante, se si tiene conto della difficile congiuntura economica che ha gravato pesantemente anche sull'industria motociclistica. Nel periodo 2007-2013 la produzione europea è crollata di oltre il 64%, passando da più di un 1,5 milioni di mezzi prodotti nel 2001 a meno di 600mila nel 2013», ha continuato, ricordando che «la forza di questo settore, però, sta nell'aver reagito, nel non essersi arreso e coniugando innovazione, ricerca, design, know how tecnologico, specializzazione e costume in unico prodotto, ha avuto la capacità e la forza di ricostruirsi un'immagine altamente positiva e una capacità nuova di penetrazione sul mercato dei mezzi di trasporto».

Ovvero, per Squinzi, «l'industria motociclistica ha dimostrato di essere all'avanguardia, mettendo insieme le tanti doti tipiche del saper fare italiano per fronteggiare sfide importanti sul fronte della mobilità, della sostenibilità ambientale e del progresso tecnologico». E proprio «sul fronte della mobilità sostenibile», ha concluso, «l'industria motociclistica può giocare un ruolo chiave, come già evidenziato dalla Unione europea nel Libro Bianco sui trasporti del 2011, e da quanto mi risulta la sfida è già stata raccolta da gran parte delle imprese, rafforzando gli investimenti per sviluppare forme alternative di alimentazione, come l'elettrico, in grado di ridurre significativamente le emissioni nell'atmosfera».


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Sabato 21 Novembre 2015 - Ultimo aggiornamento: 30-11-2015 13:08 | © RIPRODUZIONE RISERVATA