Loris Capirossi

«A Misano Rossi sarà l'anti Marquez»
Capirossi vota lo spagnolo, ma Valentino...

di Gianluigi Giannetti
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«Il fenomeno è lui, fermare Marquez è possibile, ma molto improbabile», Non è il giudizio sul mondiale di un commentatore tv qualsiasi, neppure quello di un ex pilota che proprio sulla pista di Misano nel 2011 ha annunciato il suo ritiro. Loris Capirossi, 328 Gp alle spalle, oggi voce di Sky e consulente sulla sicurezza del motomondiale, non ha mai abbandonato il Circus delle due ruote, è nella macchina, ha le idee chiare sulla direzione che prenderà.

«La notizia non è Marc campione del mondo, ma che il pacchetto tra pilota e moto Honda fatica ad essere avvicinato dagli altri. A Misano la differenza la può fare la voglia di vincere di Valentino, a pochi chilometri dalla sua Tavullia e decisamente in ripresa con una Yamaha che ha fato grandi progressi nel telaio e nella precisione in curva». Quello che serviva? «A Vale ma non solo. Il mondiale deciso, ma non è chiuso, lo spettacolo su una pista come questa, tra curve veloci e tanti punti per sorpassare potrebbe esaltare anche Lorenzo e il suo stile deciso. Poi c'è Pedrosa, l'unico che finora ha battuto Marquez». Il pensiero va a chi manca, soprattutto qui a Misano. «Nella MotoGp di oggi non c'è Simoncelli, il protagonista italiano sarebbe stato lui e gli equilibri sarebbero stati diversi. In molti avrebbero voluto vedere in pista Casey Stoner, ma l'australiano non sarebbe riuscito a battere Marquez neppure a parità di moto».

LA SUA ”CREATURA”
Della Ducati, a Capirossi si chiede molto più che un parere. É stato Loris a portare le moto di Borgo Panigale alla prima vittoria in Motogp nel 2003, in un cantiere ancora aperto, allora come oggi. «Le rosse sono veloci, ma Honda e Yamaha avranno un altro passo fino a fine stagione, inevitabilmente. Il progetto che farà la differenza è quello del prossimo anno e l'Ingegner Dall'Igna sa che Ducati può inserirsi nella lotta al vertice. Il duo giapponese è effettivamente avvicinabile, l'insidia è concreta».

Per gli altri nuovi ingressi nel mondiale 2015, ruoli da comprimari. «Dall'arrivo di Aprilia mi aspetto sperimentazione, tanto lavoro ma anche distacco dal vertice. Poi c'è Suzuki, ma qui la questione è più complicata. È un progetto avanzato e complesso. Entrambe sono due incognite».

I CAMBIAMENTI
L'appuntamento con la rivoluzione? A cambiare davvero il volto al mondiale penseranno i nuovi regolamenti che entreranno in vigore nel 2016. «Elettronica uguale per tutti e gomme Michelin, ma anche un lavoro di sviluppo sulla meccanica e sul telaio che esalterà il talento dei piloti». Volti conosciuti e facce nuove. «La generazione di Marquez, Pedrosa e Lorenzo è destinata a dominare, Valentino ancora sorprende per la carica agonistica, la voglia di vincere che ha recuperato e non sembra voler mollare. Poi non mi aspetto ingressi a breve tra i top driver. La scommessa certo è Jack Miller, l'australiano che passerà dalla Moto3 alla MotoGp con un doppio salto di categoria, ma gli italiani hanno un’altra missione da compiere, c’è un ottimo vivaio». Che deve crescere. «Romano Fenati è forte e determinato, ma ora deve farsi le ossa. Oggi, per l’Italia, il punto è che non c’è Simoncelli. A Misano manca e mancherà davvero solo lui».


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Venerdì 12 Settembre 2014 - Ultimo aggiornamento: 13-09-2014 17:16 | © RIPRODUZIONE RISERVATA