La Mercedes Classe A con il PEMS, il dispositivo con il quale vengono rilevate le emissioni in condizioni di traffico reale e che è stato utilizzato dalla casa di Stoccarda e da Bosch per i test svolti a Milano, Torino e Roma

I motori a scoppio su strada sono puliti e il diesel ancora di più, parola di Mercedes e Bosch

di Nicola Desiderio
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La mobilità elettrica è l’obiettivo per tutti i costruttori, ma tutti devono sapere che le automobili dotate di motore a combustione interna di nuova generazione hanno emissioni inquinanti nettamente inferiori ai limiti di legge e non solo sul banco a rulli, ma soprattutto in condizioni di guida normale. E la sorpresa è che il diesel è più pulito del benzina. Lo dimostrano, dati alla mano, Mercedes e Bosch che hanno condotto test a Milano, Torino e Roma utilizzando le stesse procedure RDE (Real Driving Emissions), ovvero su strade aperte al traffico, previste dagli standard di omologazione WLTP in aggiunta alle prove su banco, e le stesse attrezzature, costituite da un’apparecchiatura portatile denominata PEMS (Portable Emission Measurement System).

Il PEMS ha un peso di circa 80 kg, viene montato sul gancio di traino o nel bagagliaio e misura ogni particella che fuoriesce dal tubo di scarico registrando, allo stesso tempo, le azioni compiute dall’elettronica di controllo del motore per controllare le emissioni. Dunque non si scappa. Il PEMS è stato installato su una A 200 d con motore diesel 2 litri da 150 cv, una B 160 con 1.3 a benzina da 109 cv e una C 300 de con un diesel 2 litri ibrido plug-in da 194 cv supportato da un elettrico da 90 kW. Quest’ultima vanta le emissioni di CO2 più basse (41-38 g/km) ed è l’unica Euro6d temp del gruppo mentre le altre due sono Euro6d “final”. A svolgere materialmente i test è stata la CSI, l’unica azienda specialista accreditato per eseguire rilevamenti ufficiali sia per l’EuroNCAP, in tema di sicurezza, sia per il Green NCAP, il nuovo ente indipendente incaricato di valutare l’efficienza delle automobili e le loro prestazioni ambientali.

Ebbene, i test, ciascuno della durata di 90 minuti l’uno, hanno evidenziato che le auto coinvolte hanno emissioni di ossidi di azoto (NOx) e polveri sottili (PN) nettamente inferiori ai limiti consentiti. Il NOx su percorso urbano è rimasto sotto i 5 mg/km ovvero 20 volte inferiore al limite e il PN nel peggiore dei casi si è avvicinato ad un numero di particelle al chilometro che è meno della metà di quello previsto sui rulli. Altro dato saliente è il fattore di scostamento (tecnicamente definito “conformity factor”): appena il 3% contro una soglia ammessa del 50%. Vuol dire che i valori rilevati su strada sono praticamente coincidenti con quelli rilevabili al banco secondo una procedura effettuata da una macchina al posto di un collaudatore in carne ed ossa. I dati dicono anche che i motori diesel si comportano meglio dei motori a benzina ad iniezione diretta.

I risultati sono allineati per tutte e tre le Città, ma a Milano è stata effettuata anche una rilevazione supplementare misurando la qualità dell’aria circostante ai veicoli in prova. Ebbene, in questa condizione le emissioni allo scarico delle auto diesel contenevano una quantità inferiore di inquinanti rispetto all’aria che i pedoni potevano respirare nelle vicinanze in quel momento. Tale capacità è stata misurata anche in condizioni sfavorevoli come le gallerie o la marcia dietro ad un camion privo di filtro antiparticolato. In tal caso le emissioni di particolato della vettura sono state inferiori fino a 2.000 volte. Durante le prove non sono avvenute rigenerazioni del filtro antiparticolato, ma gli esperti di Bosch e di CSI assicurano che in ogni caso le emissioni di particolato cumulate non superano un quinto di quelle ammesse.

Le auto in prova si sono comportate da spazzine dell’aria che respiriamo e del cui inquinamento sono responsabili le auto troppo anziane e non certo quelle di nuova omologazione. Tali risultati dovrebbero fornire indicazioni chiare a governanti, legislatori e amministratori locali presso i quali questi dati saranno presentati nei prossimi giorni. Al di là delle ideologie che spesso portano a prendere provvedimenti incomprensibili quanto inefficaci per la qualità dell’aria e dunque per la salute dei cittadini. I dati dimostrano che i moderni motori a scoppio sono puliti e che il diesel non merita giudizi ideologici, anzi andrebbe rivalutato in nome della sua efficienza che aiuterebbe per ridurre la CO2 per governare la transizione della mobilità verso l’elettrificazione.

La rotta verso le nuove tecnologie è infatti chiara e Mercedes e Bosch vogliono essere assolute protagoniste con investimenti pari a decine di miliardi di euro coinvolgendo tutti i fornitori. Tutti e due avranno in Europa entro la fine dell’anno stabilimenti carbon neutrale e Mercedes completerà nelle fabbriche di tutto il mondo nel 2022. La Stella avrà in listino almeno 5 auto elettriche e 25 ibride plug-in nel 2021, nel 2025 diventeranno rispettivamente 10 e 25 coprendo un quarto delle vendite. Contemporaneamente, le varianti dei motori a combustione interna diminuiranno del 40% e del 70% nel 2030 quando i modelli ibridi diminuiranno e, grazie all’evoluzione delle batterie e allo sviluppo della rete di ricarica, le elettriche Mercedes saranno oltre 20. Tra 10 anni il 50% delle vendite Mercedes sarà ad elevata elettrificazione  e nel 2039 tutta la gamma sarà carbon neutral anticipando di 11 anni il traguardo fissato dalla Commissione Europea con il Green Deal.

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Venerdì 30 Ottobre 2020 - Ultimo aggiornamento: 03-11-2020 11:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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