L'unico distributore di idrogeno in Italia è a Bolzano

Il corridoio verde dell'idrogeno: dal Brennero al cuore d’Europa. A Bolzano l'unico distributore in Italia per veicoli fuell cell

di Mattia Eccheli
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BOLZANO - La pozione magica dell’avamposto della mobilità del futuro che si trova ai “confini dell’impero” è l’idrogeno. La Provincia di Bolzano ricorda il villaggio degli irriducibili galli: solo che anziché non piegarsi a Cesare, rifiuta di accettare l’attuale logica dei trasporti. Nel cuore delle Alpi “combatte” una battaglia di avanguardia: quella a tutela della biodiversità e per contribuire al contenimento degli effetti del cambiamento climatico, come ricorda il governatore Arno Kompatscher.

L’Alto Adige è il snodo principale del corridoio verde, naturalmente a idrogeno, che attraverso il Brennero deve collegare in modo sostenibile Monaco di Baviera almeno fino a Modena. Vicino all’uscita di Bolzano Sud dell’A22 si trova il solo distributore italiano aperto al pubblico. E in provincia è anche in circolazione quasi per intero la flotta a idrogeno italiana, che è costituita per lo più di Hyundai: prima ix35 e adesso Nexo. Gli ultimi 10 Suv elettrici a celle a combustibile sono stati consegnati agli inizi di febbraio. L’intero parco, che include anche 5 autobus Mercedes Citaro fuel cell (altri 12 sono in arrivo, ma forniti dalla polacca Solaris), è stato acquistato dalla Sasa, la società altoatesina di trasporto pubblico.

L’intera operazione ruota attorno all’Istituto Innovazioni Tecnologiche, noto come Centro H2, sul quale l’amministrazione provinciale ha investito 5 milioni di euro. Per l’idrogeno, nella provincia di Bolzano sono stati investiti una sessantina di milioni di euro, un quarto dei quali di provenienza comunitaria. Nel giro di un paio di anni il numero dei distributori, attualmente il vero tallone d’Achille che frena la diffusione dei veicoli a celle a combustibile (ci sono anche la Toyota Mirai, dalla quale è attesa per il 2021 la nuova generazione, la Honda Clarity e la Mercedes Gle), è destinato a lievitare. L’Autostrada del Brennero ha l’intenzione di installare almeno quattro stazioni: una al confine di Stato, una in Trentino, una a Verona e l’altra a Campogalliano.

La stessa amministrazione altoatesina intende realizzare altre sei impianti per l’idrogeno. Quella esistente ha tre pompe: una per le auto, date a noleggio a diverse società, soprattutto pubbliche, e due per gli autobus.
«Entro il 2030 la strategia provinciale sull’idrogeno prevede che fino al 15% dei viaggi di veicoli pesanti sarà a zero emissioni – spiega l’assessore alla mobilità, Daniel Alfreider - oltre a investimenti in una nuova flotta di bus e in una fitta rete infrastrutturale». Grazie all’idroelettrico, l’idrogeno può venire prodotto in maniera sostenibile. Che è poi la ragione per la quale a Bolzano un pieno costa di più rispetto alle vicine Austria e Germania: 13,5 anziché 9,5 euro al kg.

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Domenica 23 Agosto 2020 - Ultimo aggiornamento: 30-08-2020 10:19 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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