Associazioni auto (Aci, Anfia, Aniasa, Federauto, Motus-e ed Unrae) al Governo, “Italia non può restare indietro”
Una crisi «di una gravità senza precedenti». Per questo Aci, Anfia, Aniasa, Federauto, Motus-e e Unrae, in rappresentanza dell’intero settore automotive italiano, scrivono a Presidenza del Consiglio dei Ministri, Mimit, Mase, Mef e Mit, ai presidenti delle commissioni parlamentari, a Conferenza Stato-Regioni, Conferenza Unificata e all'Anci per sottoporre alle istituzioni «alcune proposte urgenti» per affrontare la transizione. Il settore automotive italiano, scrivono le associazioni nella lettera, «versa in un autentico stato di emergenza, a causa di una serie di criticità concomitanti»: stagnazione del mercato, crisi della filiera industriale, continuo invecchiamento del parco circolante, stallo della transizione energetica.
Sei le priorità su cui le organizzazioni ritengono indispensabile intervenire «in tempi rapidi»: stabilità e chiarezza delle misure incentivanti a carattere strutturale; piano nazionale per le infrastrutture di ricarica e per le altre alimentazioni; riforma della fiscalità sull’auto aziendale, allineata alle best practices europee; sostegno concreto alla filiera industriale e artigianale italiana; supporto chiaro e trasparente alla clientela, per accompagnarla nella transizione; valorizzazione culturale dell’automobile e del trasporto su gomma come motore economico e sociale del Paese. «L’Italia non può permettersi di restare indietro nel cammino mondiale ed europeo verso il futuro, e l’automobile deve tornare a essere compresa e percepita come motore di progresso e di benessere», concludono le associazioni.




