Il pianale dove sono posizionate le batterie di un'auto elettrica

Blocco del nichel russo rallenta la transizione elettrica. Meno 200mila tonnellate, salirà il prezzo delle batterie per auto

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Le sanzioni imposte alla Russia e in particolare quelle che bloccano l’export del nichel e di altre materie prime potrebbero rallentare la diffusione e l’adozione di veicoli elettrici, spostando in avanti e l’agenda di decarbonizzazione dell’Europa occidentale. Lo afferma uno studio di Mining Commodity Analyzer di GlobalData, la società di analisi con sede a Londra che si avvale di 3.000 dipendenti distribuiti nelle sedi in Gran Bretagna, Stati Uniti, Argentina, Corea del Sud, Messico, Cina, Giappone, India e Australia. La Russia, secondo questa analisi, è stata il terzo estrattore e raffinatore mondiale di nichel nel 2021, superando le 200.000 tonnellate di prodotto finito. Poiché il nichel viene utilizzato nella produzione di batterie per veicoli elettrici, «qualsiasi sanzione applicata al nichel russo farà aumentare ulteriormente i prezzi di produzione dei veicoli elettrici - afferma GlobalData - compromettendo l’adozione di questi veicoli e la decarbonizzazione». Per Daniel Clarke, analista specializzato nell’industria delle batterie nel Thematic Research Team di GlobalData, afferma al riguardo che «questioni geopolitiche come la situazione Russia-Ucraina disturbano il precario equilibrio delle catene di approvvigionamento dei metalli per batterie.

Un prezzo alle stelle del nichel potrà avere ripercussioni importanti sulle ambizioni climatiche dei Paesi di tutto il mondo e alla fine ostacolerà l’adozione dei veicoli elettrici». Le sanzioni occidentali non sarebbero uno svantaggio per tutti ed anzi favorirebbero la Cina, che manitiene ottimi rapporti con la Russia.«Per ridurre l’impatto delle sanzioni - spiega Clarke -la Russia sta già lavorando con l’Asia per far crescere l’export. Le Case cinesi costruttrici di batterie, e quindi quelle di veicoli elettrici potrebbero acquistare il nichel a prezzi inferiori. La Cina ha già una posizione di forza nella catena di approvvigionamento dei metalli per batterie e l’acquisto di nichel russo a buon mercato a seguito delle sanzioni rafforzerebbe ulteriormente la sua posizione competitiva a livello globale». Per compensare la mancanza del minerale russo è possibile - secondo Lil Read, analista tematica di GlobalData - «che altre nazioni produttrici di nichel come l’Indonesia o le Filippine possano farsi avanti con le Case automobilistiche occidentali, ma ciò porterebbe a due conseguenze negative per le aziende. In primo luogo, le aziende occidentali vedrebbero un aumento dell’impatto di CO2 delle loro catene di approvvigionamento, poiché questi due Paesi sono geograficamente più lontani e spesso si impegnano in pratiche non rispettose dell’ambiente. In secondo luogo, ciò comporterebbe un aumento della dipendenza dalla Cina per le società a valle, poiché sono le società cinesi svolgono un ruolo chiave nelle principali miniere di nichel in questi Paesi». 

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Venerdì 18 Marzo 2022 - Ultimo aggiornamento: 19-03-2022 16:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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