Carlos Ghosn, l'ex numero uno di Renault e Nissan

Carlos Ghosn, l'ex numero uno di Nissan e Renault, fugge dal Giappone e si rifugia in Libano

  • condividi l'articolo

BEIRUT - Carlos Ghosn, ex presidente e amministratore delegato del gruppo Nissan-Renault, che si trovava ai domiciliari a Tokyo in attesa di processo per frode industriale e fiscale, è arrivato a Beirut, in Libano. Non è chiaro se Ghosn abbia viaggiato in violazione di un ordine di arresti domiciliari in Giappone o se sia stato raggiunto un accordo per la sua liberazione. Lo riporta France 24 . Ghosn sarebbe atterrato all’aeroporto di Beirut con un jet privato proveniente dalla Turchia, secondo quanto riferito dai media libanesi. Un membro dell’entourage di Ghosn ha detto alla radio francese Europa 1 che l’ex presidente della Nissan non sta cercando di eludere la giustizia, ma che le circostanze legali in Giappone non gli consentono di difendersi adeguatamente. Ghosn, 65 anni, ha la nazionalità libanese e il Libano non estrada i suoi connazionali.

Si è sempre dichiarato innocente, parlando di un colpo di stato messo in atto dai vertici Nissan. Nell’aprile scorso ha lasciato il carcere di Tokyo dietro pagamento di una cauzione da quattro milioni di euro. L’ex presidente di Nissan, Carlos Ghosn, conferma di aver lasciato il Giappone e di essere in Libano. Attraverso i suoi legali, Ghosn ha dichiarato oggi che non stava fuggendo dalla giustizia ma sta piuttosto cercando di evitare «ingiustizia e persecuzione politica». L’ex presidente di Nissan, che si trovava ai domiciliari a Tokyo in attesa di processo per frode industriale e fiscale, non ha fornito dettagli su come è uscito dal Giappone ma ha promesso di parlare presto ai giornalisti.

«Ora sono in Libano e non sarò più tenuto in ostaggio da un sistema giudiziario giapponese truccato in cui si presume la colpa, la discriminazione dilaga e vengono negati i diritti umani di base, in flagrante disprezzo degli obblighi legali del Giappone ai sensi del diritto internazionale e dei trattati che è vincolato a sostenere», si legge in una dichiarazione. I media giapponesi citano pubblici ministeri che affermano di non sapere come Ghosn abbia lasciato il Paese. L’ex presidente di Nissan, che è di origine libanese e detiene passaporti francese e libanese, è stato arrestato in Giappone nel novembre 2018 e sta affrontando varie accuse di cattiva condotta finanziaria. Dovrebbe affrontare un processo nell’aprile del 2020. L’avvocato di Carlos Ghosn in Giappone, Junichiro Hironaka, si dice «stupito» dalla decisione del suo cliente di recarsi in Libano, affermando di non avere avuto alcun contatto con l’ex numero uno della Nissan-Renault.

«Siamo completamente interdetti», ha detto Hironaka alla stampa, negando di essere in grado di raggiungere telefonicamente l’ex tycoon, che si trova attualmente a Beirut. Secondo il Financial Times, Ghosn è atterrato all’aeroporto internazionale di Beirut Rafic al-Hariri nella tarda serata di domenica, mentre il giornale libanese Al-Joumhouria sostiene che l’ex dirigente è volato dalla Turchia su un aereo privato. Il centro di Immigrazione giapponese ha reso noto di non avere dettagli sulla partenza di Ghosn. L’ex dirigente - che detiene passaporti francese, libanese e brasiliano - è stato arrestato a Tokyo nel novembre 2018 e sta affrontando varie accuse di cattiva condotta finanziaria. Dovrebbe affrontare un processo nell’aprile del 2020. L’avvocato di Carlos Ghosn in Giappone, Junichiro Hironaka, si dice «stupito» dalla decisione del suo cliente di recarsi in Libano, affermando di non avere avuto alcun contatto con l’ex numero uno della Nissan-Renault. «Siamo completamente interdetti», ha detto Hironaka alla stampa, negando di essere in grado di raggiungere telefonicamente l’ex tycoon, che si trova attualmente a Beirut.

Secondo il Financial Times, «Sono molto sorpresa. L’ho saputo dai media ieri sera». Lo ha affermato il sottosegretario francese all’Economia, Agnes Pannier-Runacher, commentando la notizia della fuga dell’ex numero uno della Nissan Motor, Carlos Ghosn, che ha lasciato il Giappone e si è rifugiato in Libano. Ghosn aveva ottenuto la libertà su cauzione ed era in attesa del processo a suo carico. In un’intervista alla radio ‘France Inter’, Agnes Pannier-Runacher ha sottolineato che «poiché Ghosn è cittadino come chiunque altro, non è al di sopra della legge». «Dobbiamo capire esattamente cosa è accaduto», ha aggiunto il sottosegretario precisando che «se un cittadino straniero fuggisse dalla giustizia francese, saremmo molto arrabbiati».

Il pubblico ministero giapponese ha chiesto alla corte distrettuale di Tokyo la revoca della libertà vigilata di Carlos Ghosn (che non era ai domiciliari come riportato in precedenza) dopo la fuga dell’ex numero uno della Nissan-Renault in Libano. Lo riportano i media giapponesi, spiegando che se il tribunale accoglie l’istanza, la libertà vigilata verrà annullata e la cauzione di 1,5 miliardi di yen (12,3 milioni di euro) verrà confiscata. Nei confronti di Ghosn ci sono quattro capi di imputazione, tra cui l’aver sottostimato i propri compensi per un periodo compreso tra il 2010 e il 2017, e l’abuso di fiducia aggravata. Accuse che Ghosn ha sempre negato, asserendo di essere vittima di una cospirazione all’interno della casa auto nipponica. Dallo scorso aprile era stato rilasciato su cauzione con l’obbligo di rimanere nella sua residenza di Tokyo, e il vincolo di consegna del passaporto al proprio avvocato. Qualsiasi spostamento in Giappone per più di tre giorni doveva essere autorizzato dal suo legale, e anche solo per contattare la moglie l’ex dirigente doveva richiedere il permesso del tribunale.

Una telecamera di sorveglianza era installata nella sua residenza, e l’accesso al telefono cellulare doveva essere controllato dal proprio avvocato, così come la navigazione su internet. Secondo il database dell’ufficio immigrazione giapponese non ci sono indicazioni della partenza di Ghosn, ma una fonte del ministero dei Trasporti ha riferito all’agenzia Kyodo che un aereo privato è partito dall’aeroporto internazionale del Kansai di Osaka nella serata di domenica, e diretto a Instabul, ma non si hanno dettagli sulle identità dell’equipaggio a bordo. Il governo di Tokyo non ha firmato un trattato di estradizione con il Libano, rendendo molto difficile l’estradizione di Ghosn se le autorità di Beirut rifiutano di consegnare l’ex tycoon alla giustizia nipponica.

Cominciano ad emergere ricostruzioni sulla clamorosa fuga dell’ex presidente di Nissan-Renault, Carlos Ghosn, dal Giappone al Libano. Secondo l’emittente libanese Mtv, che cita fonti ufficiali, Ghosn - che a Tokyo era in libertà vigilata sotto strettissime restrizioni e un costante controllo delle autorità - sarebbe fuggito nascosto in una custodia per strumenti musicali e imbarcato su un aereo privato. L’operazione, prosegue Mtv, sarebbe stata portata a termine da un non meglio precisato ‘Para-Military Group’, entrato nell’abitazione del manager fingendosi una band musicale chiamato a tenere un concerto di Natale in casa. Al termine della presunta festa, il gruppo sarebbe uscito trasportando i propri strumenti e nascondendo dentro una delle casse Ghosn. Secondo la stessa fonte, inoltre, Ghosn sarebbe entrato in Libano con un passaporto francese. L’ex manager, di nazionalità francese, libanese e brasiliana, aveva tuttavia consegnato i suoi tre passaporti agli avvocati giapponesi come garanzia per la libertà vigilata (oltre a una cauzione di circa 12 milioni di euro versata alla giustizia giapponese). 

  • condividi l'articolo
Mercoledì 1 Gennaio 2020 - Ultimo aggiornamento: 02-01-2020 11:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti