Dopo la vittoria di Trump nelle elezioni presidenziali Usa, aumenta la preoccupazione tra le principali case automobilistiche giapponesi, già impegnate in una revisione dei propri impianti a causa dei possibili cambiamenti delle politiche economiche di Washington. Molti costruttori auto nipponici hanno creato basi produttive in Messico e da lì esportano le loro auto negli Usa, racconta il giornale online Yomiuri Shimbun, ma secondo gli analisti, Trump - il cui obiettivo è riportare l'industria manifatturiera negli Stati Uniti, ha lasciato intendere che a tutti i veicoli prodotti in Messico verrà imposta una tariffa del 200%. Attualmente tali vetture non sono soggette ad alte tariffe se soddisfano determinati requisiti in virtù di un accordo commerciale tra Washington e il Paese vicino. Tra le maggiori case auto nipponiche, Honda produce circa 200.000 auto in Messico ogni anno e ne esporta circa l'80% negli Stati Uniti.
«Se i dazi venissero imposti in modo permanente, dovremmo pensare di produrre auto in un Paese che non ne sia soggetto», ha dichiarato il vicepresidente, Shinji Aoyama. Di diverso parere l'opinione di Makoto Uchida, presidente di Nissan, che in una conferenza stampa la scorsa settimana ha affermato che la direzione dell'azienda nel medio e lungo termine non cambierà. La terza casa auto del Paese nello stesso periodo ha venduto circa 900.000 veicoli, il 24% dei quali prodotti in Messico. Trump ha anche indicato una revisione delle misure preferenziali per i veicoli elettrici introdotte dalla precedente amministrazione Biden. Un fattore questo che potrebbe risultare vantaggioso per il Giappone, che eccelle nelle auto ibride. Alcune aziende giapponesi, infatti, prevedono una crescita a lungo termine del numero di veicoli elettrici negli Stati Uniti e hanno già avviato i preparativi per la realizzazione di basi di produzione nel Paese, anche a fronte del rallentamento sul mercato cinese.