
De Meo: «Dare alla gente più potere d'acquisto. I dazi Usa a noi di Renault non ci toccano, ma non portano lontano»

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«La gente non ha i soldi, non arriva alla fine del mese e non si puo' permettere di comprare auto nuove. Noi dobbiamo dare alla gente piu' potere d'acquisto. Il settore «vive attraverso il potere d'acquisto del ceto medio». Cento anni fa un operaio della Ford si poteva permettere una Ford T, oggi un mio operaio non si puo' comprare manco una Dacia. Questa e' la verita'". Lo ha detto Luca De Meo, amministratore delegato Renault, intervenuto in videocollegamento nel corso di «Innovare per tornare a crescere. Superare le crisi, costruire il futuro delle imprese e del lavoro», al Kilometro Rosso a Bergamo.
«Ci sono 260 milioni di vetture in Europa che sono a combustione in questo momento. Se parliamo di CO2 bisogna rinnovare il parco. Bisogna accelerare il rinnovamento del parco. In Europa, in 20 anni l'eta' media del parco e' passata da 7 anni e mezzo a 12 anni. Quindi vuol dire che di fatto quando guardi i numeri, l'impatto del CO2, malgrado il fatto che noi abbiamo migliorato la performance in termini di emissione delle vetture in maniera molto importante, 70-80 per cento, la massa di Co2 in atmosfera e' maggiore perche' le vetture sono diventate piu' vecchie e pesanti» ha spiegato De Meo. «E' un fatto, dobbiamo essere pragmatici: accelerare il rinnovamento del parco» ha ribadito.
Renault non prevede impatti dai dazi Usa annunciati dal presidente Donald Trump. Lo dice l'amministratore delegato di Renault Luca De Meo spiegando che «per una volta a noi di Renault va bene, perché non siamo né in Cina né negli Usa, impatteranno purtroppo sugli altri». «All'università - prosegue - dicevano che le politiche protezionistiche nel lungo periodo portano danni. Questo ci farà ridisegnare tutte le strategie, ma come Renault ci tocca poco, ne abbiamo avute altre di disgrazie, ma ce l'abbiamo fatta». Alla domanda se i dazi sulle auto cinesi possono essere utili il manager replica che «ci faranno da schermo per qualche anno». «Non ho mai voluto commentarli - aggiunge - perché sono un riconoscimento degli ispettori dell'Ue che hanno trovato irregolarità sui sussidi in Cina». «Nel breve periodo ci possono aiutare ma - si chiede - quando queste distorsioni termineranno saremo competitivi?". «Penso che lo possiamo fare - spiega - in Renault stiamo cercando di farlo e penso che ce la faremo almeno sul mercato europeo, farlo in quello cinese è diverso». «Per questo - conclude - penso che dovremo arrivare a un accordo con la Cina, in passato l'abbiamo fatto con i giapponesi, con gli americani e con i coreani, lo dobbiamo fare anche con i cinesi».