Operai al lavoro in una fabbrica di auto

Federmeccanica e sindacati: serve incontro urgente con Draghi. Richiesta anche per Giorgetti, Franco, Orlando e Cingolani

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TORINO - Federmeccanica e sindacati metalmeccanici, Fim, Fiom e Uilm, chiedono un incontro urgente al premier Mario Draghi e ai ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Andrea Orlando e Roberto Cingolani «per valutare insieme le condizioni e le possibili iniziative da attivare in merito ad alcune questioni cruciali, emerse dall’Osservatorio Automotive». Nella lettera, un nuovo step del pressing per la salvaguardia del settore, industriali e sindacati ricordano che sono a rischio circa 73.000 posti di lavoro, di cui 63.000 nel periodo 2025-2030. La lettera è firmata dal presidente di Federmeccanica, Federico Visentin e dai segretari generali della Fiom, Francesca Re David, della Fim, Roberto Benaglia e della Uilm, Rocco Palombella. Industriali e sindacati chiedono al presidente del Consiglio e ai ministri «di discutere insieme iniziative urgenti rispetto agli interventi di regolamentazione del Settore Automotive nel quadro delle transizioni e della relazione con gli attori istituzionali; agli impatti specifici per il territorio italiano; alle risorse e alla governance per le politiche industriali; agli ammortizzatori sociali per accompagnare le transizioni in atto, di breve e di lungo periodo; ai fabbisogni e le disponibilità di competenze tra education e formazione di accompagnamento alla trasformazione».

«L’Industria Automotive, definita sin dal 1946 ‘l’industria delle industriè, vale in Italia - ricordano Federmeccanica e sindacati metalmeccanici - un fatturato di 93 miliardi di euro, pari al 5,6% del Pil e nel solo comparto della fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi operano oltre 2mila imprese e 180mila lavoratori e si realizza il 7% delle esportazioni metalmeccaniche nazionali per un valore di 31 miliardi di euro. L’intervento degli Stati sul settore negli anni è stato amplissimo e in ultimo l’Unione Europea ha previsto entro il 2035 lo stop alla vendita di nuove auto che producono emissioni di carbonio, confermata anche dal Governo italiano con la posizione del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica dello scorso dicembre.

Già oggi i dati sull’andamento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali forniti dall’Inps indicano la tendenza: nel 2019 sono state utilizzate 26 milioni di ore di cassa integrazione, nel 2021 quasi 60. Il rischio di deindustrializzazione di un settore chiave dell’economia italiana è concreto. Occorre mettere in campo tutte le azioni difensive necessarie e guardare soprattutto all’opportunità di rilancio e sviluppo del settore Automotive, poiché non solo ha una sua storia, ma possiede un’identità distintiva, una base di competenze e una rete da mettere a sistema».

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Martedì 8 Febbraio 2022 - Ultimo aggiornamento: 09-02-2022 08:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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