Esprimono «profondo sconcerto» le associazioni di rappresentanza delle imprese italiane di trasporto merci e passeggeri e la filiera industriale e commerciale automotive «per la mancata previsione, nel testo del Dl Milleproroghe appena approvato dal Consiglio dei Ministri, della estensione dei termini di consegna dei beni strumentali tradizionali, tra cui rientrano i veicoli utilizzati dalle imprese che effettuano servizi di trasporto». Il rischio che il settore automotive, a causa delle ben note problematiche di rallentamento su tutte le principali catene di approvvigionamento, shortage di chip, materie prime e semi-lavorati, potesse non riuscire a rispettare le scadenze previste dalla Legge di Bilancio 2021 - spiegano in una nota Anav, Anfia, Anita, Federauto e Unatras - era stato con largo anticipo comunicato al Governo, con la richiesta di concessione di 6 mesi di proroga che nulla avrebbero impattato sui bilanci dello Stato.
Purtroppo, il grido d’allarme congiunto con i clienti non ha sortito effetti e oggi le imprese di trasporto rischiano di veder pregiudicato l’accesso a una delle principali misure di sostegno agli investimenti degli ultimi anni, che, tra l’altro, non sarà più operativa nel 2023. Al fine di tutelare gli investimenti fatti dalle imprese italiane negli scorsi due anni con non poche difficoltà, l’auspicio è che, oltre al rinnovo del credito d’imposta riservato alle imprese del Mezzogiorno previsto dal Ddl Bilancio 2023 in via d’approvazione in questi giorni, si proceda in sede di conversione parlamentare del Dl Milleproroghe ad estendere di sei mesi i termini di consegna dei beni oggetto del credito d’imposta in scadenza il 31 dicembre 2022.