BERLINO - Secondo quanto avrebbe scoperto il Center of Automotive Management (Cam) di Bergisch Gladbach, oltre il 16% dei veicoli elettrici (Bev) di nuova immatricolazione in Germania nel 2022 non si trova più nel parco circolante perché è stato esportato. Come sottolinea lo studio, questo dato significa che il mercato delle auto elettriche in quel Paese è diminuito di un ulteriore 3% rispetto all’anno precedente, creando - se si tiene conto che le sovvenzioni possono arrivare fino a 9.000 euro - un danno per i contribuenti di 380 milioni di euro. La realtà, secondo Stefan Bratzel direttore del Cam, è che le finanze della Germania starebbero sovvenzionando non solo organizzazioni ai margini della legge, ma la stessa diffusione dei veicoli elettrici in Olanda, Danimarca, Paesi scandinavi e perfino Svizzera, che sono i principali Paesi di destinazione di questo export elettrico.
Tra gennaio e dicembre 2022, si evince dallo studio, in Germania sono state immatricolate poco più di 470mila auto completamente elettriche (Bev) ma, allo stesso tempo, il numero di veicoli in circolazione è aumentato di poco meno di 400mila unità arrivando a 1.013.009 Bev. La differenza tra le auto sovvenzionate e quelle realmente impiegate per migliorare la situazione della CO2 è di circa 76mila unità o il 16,2% delle nuove immatricolazioni Bev. L’analisi per marche mostra picchi di criticità in questo fenomeno che - va ricordato - sfruttava il periodo di 6 mesi ‘congelatì dopo l’immatricolazione secondo le norme 2022.
A Tesla manca ad esempio quasi un terzo delle nuove immatricolazioni nella flotta elettrica tedesca con 52mila registrazioni presso la KBA tra ottobre 2021 e settembre 2022 e il circolante aumentato solo di circa 36mila veicoli nello stesso periodo. Anche i marchi premium tedeschi mostrano differenze ben al di sopra della media: Bmw (21,2%), Audi (23,5%) e Mercedes-Benz (19,4%).