La gamma Volvo

Volvo, ad aprile forte recupero in Cina: +20% ma cede il 43,8% a livello globale

di Mattia Eccheli
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GÖTEBORG – Quasi 46.500 auto in marzo e poco meno di 31.800 in aprile: è il bilancio delle vendite di Volvo Cars, il costruttore premium svedese controllato dalla cinese Geely, nei due mesi di pandemia globale. Ma i primi segnali di ripresa sono importanti e arrivano dalla Cina. Nel Regno di Mezzo in aprile il marchio scandinavo ha targato 14.272 macchine.

La crescita è importante. Non soltanto perché il dato del mese è addirittura superiore a quello dello stesso periodo del 2020 (+20%), ma perché si tratta di quasi 5.000 auto in più rispetto a marzo, quando per effetto del coronavirus i volumi avevano subito una contrazione del 16,2%. La Cina, il primo paese “contagiato”, sembra dimostrare che il recupero è possibile.

A livello globale, le vendite di Volvo Cars sono state poco meno che dimezzate dal Covid-19: -43,8% (31.760 auto) in aprile. La flessione del primo quadrimestre (163.649 immatricolazioni) è del 24,9%. In Europa i volumi di Volvo Cars sono scesi in aprile del 66,8% (-30,3% da inizio anno), mentre negli Stati Uniti hanno subito un calo del 53,8% (-23,3% nel quadrimestre). 

Malgrado la decisione di sopprimere 1.300 posti fra i colletti bianchi impiegati in Svezia e di ridurre a 300 il numero dei consulenti, il costruttore svedese sembra guardare con un cauto ottimismo al futuro. Soprattutto perché nei primi 4 mesi del 2020 i clienti hanno premiato la conversione “sostenibile” del marchio: l'incidenza delle vendite della gamma Recharge è raddoppiata, passando da 7 al 14%. In aprile la quota dei Suv è aumentata, passando dal 62,4% dello stesso mese del 2019 al 66,3%. L'XC60 si è confermato il best seller del marchio seguito dagli XC40 e XC90.

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Mercoledì 6 Maggio 2020 - Ultimo aggiornamento: 08-05-2020 18:07 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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