TORINO - Sono state 1.316.702 le immatricolazioni in Italia nel 2022, in calo del 9,7% rispetto all’anno precedente. Nell’ultimo mese c’è stato un balzo delle vendite, pari a 104.915, il 21% in più di dicembre 2021, quinto segno positivo consecutivo. Nel mese di dicembre il gruppo Stellantis ha immatricolato 32.952 auto nuove in Italia, segnando un incremento del 3,49% rispetto allo stesso mese di un anno fa. Il dato dell’intero 2022 è però negativo con una flessione complessiva del 15,9% a 463.832 nuove iscrizioni. La quota di mercato a dicembre passa dal 36,7% al 31,4%, nell’intero 2022 dal 37,8% al 35,2%.Il marchio Fiat segna -7,2% a dicembre, a 12.526, e -19,95% nell’intero 2022 a 178.961. Aumento del 70% a dicembre per Alfa Romeo a 1664 nuove registrazioni (+27% a 14.400 nell’intero 2022). Calo del 17,4% nel mese e del 17,7% nell’anno per le vetture a marchio Peugeot.
Chiude in bellezza per l’automobile uno degli anni peggiori dell’ultimo mezzo secolo. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor che mette in evidenza come rispetto al 2019 si registri a dicembre un calo del 25,3% e nell’anno del 31,3%. Il risultato del 2022 - spiega il Csp - supera soltanto dello 0,9% il livello del 2013, peggior risultato dal 1978. Ha determinato l’inversione di tendenza il miglioramento nelle forniture di microchip e di altri componenti essenziali per le auto. È lecito attendersi che questa continui a migliorare nel 2023 con benefici effetti sulle vendite, ma il ritorno a livelli normali per il mercato italiano, cioè superiori a 2.000.000 di unità annue, appare ancora molto lontano. In questo quadro - osserva Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - la ripresa delle immatricolazioni va sostenuta anche da incentivi pubblici come, peraltro, è avvenuto negli ultimi anni.
Per il 2023 il Governo ha stanziato 630 milioni per nuovi incentivi con una formula analoga a quella adottata nel 2022 che ha visto esaurirsi in brevissimo tempo lo stanziamento per le auto ad alimentazione tradizionale ed emissioni non superiori a 135 grammi di CO2 al chilometro e ampiamente inutilizzati gli stanziamenti per auto elettriche pure e dintorni. È molto probabile che la soluzione adottata per il 2023 produca risultati analoghi e cioè in larga misura insoddisfacenti. È quindi auspicabile che il provvedimento venga modificato per rendere gli incentivi per auto elettriche economicamente accessibili anche ad automobilisti con una capacità di spesa limitata e per dare un effettivo e significativo contributo all’eliminazione delle auto più vecchie e più inquinanti.