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Mercato auto, in Italia la rincorsa continua: +17,5% a febbraio. Unrae, l’industria tricolore va difesa e rilanciata

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TORINO - Continua a crescere il mercato italiano dell’auto. A febbraio - secondo i dati del ministero dei Trasporti - le immatricolazioni sono state 130.365, il 17,5% in più dello stesse mese del 2022. Nei primi due mesi dell’anno sono state vendute in tutto 258.689 auto, con un incremento del 18,2% sull’analogo periodo dell’anno scorso. Il gruppo Stellantis ha immatricolato a febbraio in Italia 41.504 auto, lo 0,9% in meno dello stesso mese dell’anno scorso. La quota è del 31,9% a fronte del 37,8% dello stesso mese del 2022. Nei primi dei mesi dell’anno Stellantis ha venduto 84.993 auto, in crescita del 5,6% sull’analogo periodo dell’anno scorso con la quota in calo dal 36,9 al 32,9%.

«L’industria automobilistica è pronta a raccogliere la sfida delle emissioni zero in applicazione del principio della neutralità tecnologica. Ma tale obiettivo potrà essere raggiunto solo attraverso un coordinamento stabile e programmato tra industria, mercato e istituzioni e attraverso i necessari sostegni». Lo afferma Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione che rappresenta in Italia le Case automobilistiche estere, «Senza queste condizioni - osserva Crisci - l’Italia rischia di diventare il fanalino di coda in Europa e di trasformarsi in un paese di serie B, con seri problemi a livello industriale e occupazionale, L’industria italiana va difesa e rilanciata non con azioni protezionistiche, anche di tipo commerciale, ma creando le condizioni per portarla tecnologicamente all’altezza delle altre aziende europee e mondiali. Il nostro Paese non merita di perdere questa opportunità di crescita e sviluppo», In questo senso vanno anche recuperati i ritardi accumulati nel campo delle infrastrutture, per cui: «serve accelerare per le colonnine di ricarica pubbliche, potenti e veloci, in particolare lungo le autostrade o strade statali, ma anche di quelle private».

«La transizione dice ancora Crisci - va fatta recepire al consumatore fornendo rassicurazioni circa piani e strategie per la cui realizzazione sono necessari incentivi che però, secondo l’Unrae, devono essere meglio congegnati rispetto a quelli attuali». «La rotta imboccata dal mercato dell’ auto è quella giusta», ma è lontano «il ritorno alla normalità per un Paese come l’Italia che ha un parco circolante di 40 milioni di auto e una domanda di sostituzione largamente insoddisfatta negli anni della pandemia e di tutte le sciagure che l’hanno seguita». È il commento del Centro Studi Promotor. «Occorrerebbe- spiega - una forte accelerazione della ripresa che, secondo i concessionari interpellati dal Centro Studi Promotor nell’inchiesta congiunturale mensile, è ostacolata nell’immediato dall’esaurimento dei fondi per gli incentivi alle auto con emissioni di CO2 da 61 a 135 grammi al chilometro (indicato come fattore di freno dal 73% dei concessionari) e, in una prospettiva di più lungo respiro, dall’insufficiente disponibilità di auto (64%) e dai livelli dei prezzi raggiunti dalle automobili (53%). Per i primi due fattori si nota un leggero miglioramento rispetto a fine 2022, che spiega la ripresina in atto, mentre resta invariato il peso del livello alto dei prezzi delle auto. Il 55% dei concessionari si attende ulteriori aumenti e il 45% stabilità, nessuno prevede diminuzioni».

«Sulla base degli elementi disponibili - osserva il presidente Gian Primo Quagliano - si può ritenere che la ripresina in atto continui e che il mercato possa chiudere il 2023 intorno al livello indicato dal Centro Studi Promotor, cioè a quota 1.500.000, ma l’appuntamento con la normalità è lontano. E questo significa che il parco circolante è destinato a invecchiare ulteriormente. L’accelerazione potrebbe venire da fatti nuovi che non si profilano all’orizzonte, come la fine della guerra in Ucraina o un impegno del Governo per incentivi all’acquisto con rottamazione di nuove auto significativi come lo furono quelli del 1997 che consentirono al mercato di portare le immatricolazioni da quota 1.723.117 del 1996 a quota 2.393.607 del 1997». A febbraio, così come già a gennaio, «il mercato auto viaggia in positivo ma la percentuale di crescita va contestualizzata poiché il confronto avviene con i bassissimi volumi consuntivati nel 2022».

Lo afferma Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto, ricordando che «mentre gli ecobonus destinati all’acquisto di veicoli tra 61 e 135 g/km di C02 sono terminati nel giro di quattro settimane, al contrario, le risorse che dovrebbero consentire di spingere su elettrico e plug-in continuano ad avere tassi di utilizzo molto limitati». « Per questo continuo a sostenere che vadano riviste al più presto le regole di accesso agli incentivi dei veicoli non inquinanti introdotti con il DPCM 6 aprile 2022, sia in relazione ai beneficiari della misura che alle condizioni di acquisto. Inoltre, resta il perenne problema dello svecchiamento del parco auto circolante vetusto e inquinante, costituito per circa il 25% ancora da veicoli ante Euro 4, che una seria riforma della fiscalità dell’ auto aziendale potrebbe rinnovare in chiave green, rappresentando un vero e proprio boost per le alimentazioni a zero e bassissime emissioni».

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Mercoledì 1 Marzo 2023 - Ultimo aggiornamento: 03-03-2023 14:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA