
Mercedes: solo il 4% delle vetture rubate in Italia sono della Stella, ecco la strategia vincente del marchio tedesco

Kaellenius (Acea): «Trasformazione del settore auto sia guidata dal mercato»

Mercedes, Kimi Antonelli ha preso la patente di guida. L'annuncio social: «Missione completata»

Mercedes, al top i Suv della famiglia E. Classe G rimane la Stella senza rivali
ROMA – Era il 1896, appena sette anni dopo il primo viaggio di Bertha Benz a bordo della Patent Motorwagen, quando avvenne il primo furto d’auto. Ad essere ricordato per questo triste primato era l’allora presidente dell’Automobil Club de France. Da allora, in oltre 130 anni di storia e complice l’ampia diffusione delle vetture, il fenomeno dei furti è aumentato esponenzialmente evolvendosi e mutando nel tempo, di pari passo, con le tecnologie a bordo delle auto.
L’occasione per parlare di questo fenomeno è stato l’evento organizzato a Roma da Mercedes-Benz in collaborazione con la Polizia Stradale. L’Italia, purtroppo, figura tra i primi cinque posti a livello europeo nella classifica di furti d’auto. Tuttavia la buona notizia è che circa la metà delle auto rubate, grazie all’ottimo lavoro congiunto delle forze dell’ordine, vengono ritrovate.
A confermarlo è la dottoressa Deborha Montenero, Direttore della Terza Divisione Servizio Polizia Stradale: «Volendo fare un quadro del fenomeno dei furti d'auto per quello che riguarda il 2024, dal dato operativo non consolidato delle forze dell'ordine vediamo un trend molto simile a quello del 2023 che si attesta sotto i 140.000 veicoli rubati. Questa è già una buona notizia perché il 2023 si mantiene al di sotto dei livelli pre-pandemici, quindi continuiamo in un trend tutto sommato positivo».
«Un’ulteriore buona notizia – ha proseguito Montenero – è che nell’anno in corso sono aumentati di circa il 10% i ritrovamenti, quindi c’è sempre maggiore probabilità per chi subisce un furto di poter ritrovare la propria autovettura. La diversa concentrazione del fenomeno sul territorio nazionale dipende, in larga scala, anche sulla densità abitativa. Infatti è logico che in siti in cui circolano milioni di veicoli e abitano milioni di persone siano maggiori anche le attività delittuose».
Infatti, come confermato dal Direttore della Terza Divisione Servizio Polizia Stradale, al furto d’auto segue un secondo scopo: «Difficilmente un veicolo viene sottratto per essere guidato, sempre più spesso si ruba un'auto per commettere altri reati che possono essere completamente diversi, ad esempio per fare un sequestro di persone, una rapina o per fare riciclaggio o ricettazione. In quest’ultimo caso, dopo aver rubato un veicolo, viene smembrato o, come si dice in gergo, cannibalizzato e i singoli pezzi vendono destinati al mercato nero di pezzi di ricambio. Ciò accade soprattutto per veicoli di fascia medio-bassa, perché i veicoli più rubati soni ovviamente quelli più diffusi».
Ma, come sottolineato da Montenero, anche le vetture di alta gamma non sono al sicuro: «Quando si ruba un veicolo di fascia medio-alta, solitamente la destinazione è il riciclaggio. L’auto viene ricollocata sul mercato dopo aver subito l’alterazione degli elementi identificativi, come la sostituzione della targa e del telaio, al fine di renderla poco riconoscibile sia dagli ignari acquirenti che dalle forze dell’ordine. Il concetto è che nessun veicolo e nessun brand è al sicuro».
Anche la figura del ladro di automobili è cambiato e si è evoluto nel tempo: «Il lato tecnologico è fortemente impattante sul furto – ha ammesso il Direttore della Terza Divisione Servizio Polizia Stradale – Oggigiorno il ladro è un tecnico che ha conoscenze di elettronica molto avanzate e dispone di strumentazioni molto sofisticate. Possiamo dire che il furto del veicolo è essenzialmente un furto di segnali, visto che quasi tutte le nostre macchine sono keyless e, quindi, non c’è più un dialogo tra la chiave e la centrina del veicolo. Non c’è più bisogno di sottrarre materialmente la chiave, basterà semplicemente rubare il segnale o, ancor più semplicemente, intervenire su quel segnale. Ad esempio apparecchiature come il Jammer si interpone tra la chiave e la vettura azzerando l’impulso che la fa chiudere. Altre, ancora più complesse, possono addirittura copiare il segnale».
La dottoressa Montenero ha quindi spiegato come opera la Polizia Stradale: «Circa il 90% del nostro lavoro è incentrato sulla lotta al riciclaggio, perché difficilmente ci si ferma nei confini nazionali. Spesso abbiamo a che fare con un'organizzazione estremamente articolata e ben organizzata, ramificata in più Paesi. Tant'è che il nostro ufficio si occupa proprio di operare tra la Polizia Stradale italiana e le forze di Polizia delle altre nazioni, perché abbiamo tante attività di indagine congiunte».
Il Direttore della Terza Divisione Servizio Polizia Stradale ha proseguito: «Lavoriamo innanzitutto sulla prevenzione, ci sono pattuglie di tutte le forze dell’ordine che operano 24 ore al giorno e che svolgono attività di controllo su tutto il territorio nazionale. Per contrastare questi fenomeni del riciclaggio effettuiamo dei controlli a tutti gli esercizi pubblici connessi quali gli autosaloni e le rivendite di auto usate, gli auto demolitori, i gommisti e gli elettrauto tutti i siti che potenzialmente potrebbero prestarsi allo smercio di veicoli o parti di auto di provenienza criminale. Senza contare che possono andare a incidere su altri aspetti come, ad esempio, lo smaltimento dei rifiuti».
«Noi come Polizia Stradale abbiamo – ha aggiunto Montenero – servizi mirati contro il furto e contro il riciclaggio delle attività che svolgiamo sia in ambito nazionale che coordinati a livello europeo o mondiale organizzando le Join Action Day e le Join Police Operation. Con queste attività, in cui tutti i paesi aderenti svolgono servizi specifici anti-riciclaggio facendo controlli mirati alle frontiere terrestri e marittime, si costruisce una sala operativa comune e quindi si facilita in maniera esponenziale lo scambio di informazioni e indizi importanti anche sul lungo periodo. Con tale lavoro possiamo individuare e smantellare organizzazioni criminali».
In un contesto del genere come si tutela una Casa automobilistica? A spiegarcelo è stato Marc Langenbrinck, Presidente e CEO di Mercedes-Benz Italia: «Lo scorso anno in Italia sono state rubate circa 100.000 auto di cui 1.379 Mercedes. Facendo un rapido calcolo: noi facciamo una quota di mercato intorno a 3,5-4% e sono state rubate solamente l’1,4%. Questo grazie al lavoro della Polizia e anche ai nuovi sistemi, infatti abbiamo già alcune innovazioni in merito a bordo delle vetture, siamo sotto il livello del nostro mercato».
Dati senza dubbio positivi. Questo perché Mercedes-Benz offre il Connect Package, incluso per tre anni su tutti i modelli, che offre molteplici funzioni digitali oltre che sulla sicurezza della vettura. A tal proposito da menzionare la Protezione Guard 360° plus con sistema di antifurto volumetrico e anti sollevamento che invia una notifica allo smartphone in caso di furto. Inoltre, a partire dalla Classe C, c’è la possibilità di ricevere cinque fotografie dalla fotocamera a 360° in caso di urti. Inoltre, se è stato subito il furto della vettura, sempre tramite smartphone si attiva il sistema Mercedes che assieme a Vodafone Automotive fornice il giusto supporto alle forze dell’ordine.
Oltre a questi servizi, ci sono offerte assicurative con 3 livelli di copertura, Premium, Base, e Base Light. Tra questi, il piano Premium assicura il valore pari al nuovo per 12-24 mesi, mentre il Base un valore pari al nuovo per 12 mesi. La tecnologia Mercedes e i piani assicurativi sono estesi anche ai Van ed ai mezzi commerciali, che spesso trasportano merci che hanno un valore superiore anche di 10 volte a quello del veicolo stesso.