Un parcheggio ad Oslo

Norvegia leader auto elettriche ma crescono i consumi energia. Scelta green utenti anche da elevata tassazione dei motori termici

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ROMA - La Norvegia non è solo leader mondiale nella diffusione degli EV (sono il 54% del mercato) ma sta per raggiungere anche la vetta mondiale nell’uso di elettricità per ogni abitante, preceduta solo dall’Islanda. Come riferisce il magazine specializzato Green Car Report l’aggressiva spinta delle autorità norvegesi per favorire l’adozione di auto elettriche sta portando a consumi record di elettricità che - come indica l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) - sono praticamente doppi rispetto ai confinanti svedesi.

Per il momento però il boom delle automobili che si muovono con la sola energia delle batterie non sembra impensierire i gestori del sistema elettrico nazionale visto che la Norvegia supera la Francia come il più grande esportatore di elettricità in Europa. Nella seconda metà dello scorso anno - secondo gli analisti energetici Enappsys - la Norvegia ha inviato quasi un quinto della sua produzione di energia all’estero, e questo perché i suoi produttori idroelettrici hanno dovuto aumentare la produzione per evitare problemi alle dighe per effetto di un clima insolitamente piovoso.

Il ruolo della Norvegia come esportatore di energia spinge a elettrificare tutto, dai trasporti al riscaldamento e all’industria tanto che Il Paese prevede di utilizzare il 30% di energia in più entro il 2040. Christina Bu, segretario generale di EV Norway, un’organizzazione no-profit che rappresenta i proprietari di auto elettriche in Norvegia, spiega quali sono le ragioni della rapida diffusione degli EV in quel Paese. «I norvegesi non sono più attento all’ambiente rispetto ad altri Paesi. La stragrande maggioranza degli acquisti lo fa per motivi economici».

L’elettrificazione dei veicoli in Norvegia non è stata determinata, a differenza di altri Paesi, da generose sovvenzioni, ma, al contrario, da una tassazione rigida. Lo spiega l’economista Lasse Fridstr›m, ricercatore presso il Norwegian Center for Transport Research, nel suo studio ‘Electrifying the vehicle fleet: Projections for Norway 2018-2050’. Il passaggio all’elettrico è stato dunque inevitabile per non pagare tasse e pedaggi e l’aumento delle imposte sul valore aggiunto per le auto benzine e diesel - che sono arrivate al 25% e quindi più elevate di quanto non siano in altri mercati - si è trasformata in incentivi per i veicoli a emissioni zero (ZEV).

Inoltre in Norvegia non è prevista alcuna tassa di sulla vendita delle auto elettriche usate, nessuna tassa annuale di proprietà e nessuna tassa sull’energia usata per la ricarica. I pedaggi stradali sono «completamente o parzialmente» esenti, le tariffe dei traghetti sono ‘fortemente ridottè, le corsie preferenziali per gli autobus sono per lo più aperte agli ZEV cosa come sono ridotte o nulle le tariffe dei parcheggi pubblici. «Una politica questa che funziona dal 1990 - spiega Christina Bu - quando la tassa di importazione è stata abolita per la prima volta per i veicoli elettrici.

La tassazione come modo per guidare la politica dei trasporti ha una lunga storia in Norvegia che risale alle tasse stradali istituite negli Anni ‘20. Fino alla fine del 1960, le auto erano considerate un bene di lusso da tassare pesantemente - ha detto Bu - Non aveva nulla a che fare con le preoccupazioni ambientali. Questo è il modo in cui le persone reagiscono alle tasse nel capitalismo in tutto il mondo. Se rendi il prodotto molto costoso, meno persone lo compreranno. È elementare». 

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Martedì 9 Febbraio 2021 - Ultimo aggiornamento: 11-02-2021 14:36 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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