L amministratore delegato del Gruppo Volkswagen e di Porsche, Oliver Blume

Porsche, Blume: «Quotazione in borsa momento storico». Proventi investiti in progetti di elettromobilità e digitalizzazione

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STOCCARDA - L’amministratore delegato di Porsche, Oliver Blume, ha definito un «momento storico» l’annunciata quotazione in borsa del brand tedesco di auto sportive, prevista per fine settembre o inizio ottobre. Blume, che dall’inizio del mese è anche amministratore delegato del Gruppo Volkswagen, di cui Porsche è una filiale, ha spiegato che l’Ipo del marchio è stata concepita per dargli un maggiore potenziale. Lunedì sera, il Gruppo Volkswagen e la sua società madre, Porsche SE, hanno concordato la quotazione di Porsche alla borsa di Francoforte. Secondo il piano, un quarto delle azioni privilegiate del capitale sociale ristrutturato sarà idoneo all’offerta pubblica iniziale. L’azienda ha commentato oggi che spera che l’Ipo possa servire a garantire i posti di lavoro in Germania in futuro, dato che i proventi saranno investiti in progetti di elettromobilità e digitalizzazione. Il piano, a sua volta, ha ricevuto le prime critiche positive da parte del consiglio di fabbrica della casa automobilistica, anche grazie ai dividendi speciali derivanti dall’accordo, calcolati in 2.000 euro per lavoratore.

Volkswagen preme sull’acceleratore alla borsa di Francoforte con un rialzo oltre i tre punti (+3,11% a 147,96 euro per azione, contro il +0,1% del Dax 40) dopo che, dopo una riunione fiume del Cda, conclusa nella tarda serata di ieri, ha deciso di portare avanti il progetto di quotare quest’anno una quota di minoranza del costruttore di auto sportive Porsche, nonostante le oscillazioni dei mercati, con una valutazione che dovrebbe attestarsi fino a 85 miliardi di euro. Una scelta che apre la strada a quella che potrebbe essere una delle più grandi offerte pubbliche iniziali d’Europa. Il percorso per l’Ipo, nelle speranze della società, dovrebbe ora procedere senza intoppi: sarà pubblicata l’intenzione di quotazione per la potenziale offerta pubblica iniziale che dovrebbe concretizzarsi fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. L’Ipo, in parte definita con l’accordo quadro di febbraio, dovrebbe dare alle famiglie Porsche e Piech il pieno controllo in Porsche: Porsche SE (holding già quotata a Francoforte, oggi +0,5% il titolo) dovrebbe rilevare il 25% più un’azione ordinaria di Porsche Ag, a un prezzo maggiorato del 7,5% rispetto alle privilegiate, mantenendo così la maggioranza assoluta dei diritti di voto, in Volkswagen e in Porsche.

Inoltre, secondo indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore, l’annuncio dovrebbe includere un’offerta agli investitori al dettaglio in Paesi europei come Francia, Spagna e Italia, nel tentativo di attingere alla fan-base più importante di Porsche. Con l’Ipo dovrebbe finire sul mercato il 25% delle azioni privilegiate, pari al 12,5% del capitale totale di Porsche. Sarebbe anche previsto un dividendo speciale. «Segnaliamo che Porsche ha venduto circa 283.000 veicoli nel 2021 (263.000 circa nel 2020) con un fatturato di circa 30 miliardi di euro (26,1 miliardi nel 2020) e un Ebit 2021 di circa 5 miliardi (+24,5% anno su anno. Stimiamo che Porsche venderà circa 300.000 veicoli nel 2022, con un fatturato di 33 miliardi e un Ebit di circa 5 miliardi (+24,5% anno su anno)», scrivono gli analisti di Banca Akros, sottolineando che «ipotizzando che Porsche non abbia debiti, una valutazione di 60-85 miliardi di euro implica un multiplo di 1,8-2,6 volte sulle vendite dell’esercizio 2022 e un multiplo di 10-14 volte sull’Ebit dell’esercizio 2022». Da segnalare che Mediobanca sarà sole financial advisor di Porsche AG con una quindicina di banche nel consorzio. Il ruolo senior è stato ottenuto grazie al ruolo nell’Ipo Ferrari e in altre Ipo nel settore lusso.

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Giovedì 8 Settembre 2022 - Ultimo aggiornamento: 09-09-2022 20:10 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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