
Presidente ACI, auto elettrica salto nel buio. Sticchi Damiani: «Transizione deve essere anche socialmente sostenibile»

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MONZA - «Se dovessi da qui al 2030 immaginare che non ci saranno più in produzione mezzi con motore a scoppio ci troveremmo in una situazione peggiore di quella attuale». È l’allarme che il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani torna a lanciare in occasione di una conferenza stampa per presentare l’avvio di una collaborazione con Eni che riguarderà anche la decarbonizzazione dell’Autodromo di Monza, di cui l’ Aci è proprietario. «Gli incentivi riescono ad ottenere risultati solo nelle auto di fascia medio alta che la maggior parte degli italiani non si possono permettere», ha sottolineato Sticchi Damiani.
«Poi bisogna fare i conti con l’autonomia vera dell’auto e considerare che non abbiamo una rete di infrastrutturazione con le colonnine elettriche e che l’energia elettrica è insufficiente. Stiamo quindi parlando di un salto nel buio. Andiamo a fare un sostituzione nella fascia alta che è quella che già inquina di meno», ha proseguito il presidente dell’ Aci. «Non è vero che elettrico è bello e tutto quello che riguarda il motore a scoppio no. La soluzione, lo diciamo da molto tempo, è che bisogna trovare un equilibrio. La transizione deve essere eco sostenibile ma deve essere anche socialmente sostenibile. È inutile andare a imbarcarci una operazione che non ha possibilità di successo», ha concluso.
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