
Silvio Angori (Ceo Pininfarina): il fisico che disegna il futuro umano della mobilità
Ogni giorno otto morti. Ogni anno 17 miliardi di euro di costo sociale a causa degli incidenti stradali. Sono i numeri, nudi e crudi, della violenza stradale in Italia. Numeri che non lasciano spazio all’indifferenza. È su questi dati che si è aperta la VI Conferenza sulla Sicurezza Stradale all’Auditorium San Barnaba di Brescia, promossa dal Groc Rotary, dall’Università degli Studi di Brescia e da 1000 Miglia. Un incontro nato per trasformare la consapevolezza in azione, la statistica in responsabilità. “Conoscere per cambiare rotta”: non uno slogan, ma una necessità urgente per salvare vite, ridurre i costi e rendere la mobilità davvero sostenibile. Un messaggio che passa anche attraverso la passione per l’automobile che alla 1000 Miglia esprime il livello più elevato di bellezza tecnologica su ruote raccontando la storia di un secolo. Dal 1930 ad accompagnare la bellezza a quattroruote è Pininfarina. Le sue creazioni sono opere d’arte, esempi della “bellezza che salverà il mondo” secondo Igor Dostojievski.
La tappa di oggi, 18 giugno, della 1000 Miglia porterà i concorrenti da San Lazzaro di Savena a Roma
A guidare la Pininfarina oggi è un fisico teorico di formazione, manager globale per vocazione. Silvio Pietro Angori, nato nel 1961 a Castiglione del Lago, ha lo sguardo di chi sa leggere il mondo in chiave sistemica e la fermezza di chi crede che bellezza e innovazione non siano opposti, ma alleati. Dopo la laurea in Fisica alla Sapienza di Roma e un MBA alla Booth School of Business di Chicago, Angori ha attraversato con naturalezza le geografie industriali e culturali del mondo, portando in Pininfarina una visione internazionale e multidisciplinare.
Sotto la sua leadership, l’azienda di Cambiano non è più solo sinonimo di auto da sogno, ma laboratorio di idee per un futuro sostenibile, umano e integrato. Anche senza una produzione automobilistica propria, Pininfarina è oggi protagonista in settori che vanno dai veicoli elettrici e a idrogeno allo yachting, dall’architettura al design industriale, in collaborazione con Ferrari, Maserati, Oceanco, Princess e molte altre eccellenze mondiali.
Pininfarina apre la strada al futuro attraverso Teorema, una futuristica e audace Virtual Concept Car, interamente sviluppata utilizzando la realtà virtuale
Angori crede in un design capace di “umanizzare la tecnologia”. È questa la bussola che orienta i 500 dipendenti sparsi tra Italia, Germania, Cina e Stati Uniti: unire estetica e funzione, mondo fisico e digitale, comfort e innovazione. Ne è esempio anche l’evoluzione degli ADAS: strumenti avanzati che assistono alla guida, migliorando la sicurezza su camion e autobus, ma che non vanno confusi con il livello 4 dell’autonomia, ancora lontano, soprattutto in contesti urbani complessi.
L’equipaggio olandese Hans Van Hattem e Rogier Van Hattem alla 1000 Migli 2024 a bordo di una Aston Martin 2 litre speed model del 1937
Quando si parla di Pininfarina, si pensa subito allo stile. Ma il vero ruolo del design oggi è unire bellezza e tecnologia, rendendo quest’ultima accessibile e intuitiva per l’utente. Un compito sempre più complesso, soprattutto in un’epoca in cui le auto sono sovraccariche di funzioni: al guidatore ne servono poche, eppure è sommerso da schermi e comandi. Il rischio? «La distrazione, uno dei principali fattori di incidentalità. La sfida del design è semplificare: rendere la tecnologia più umana, immediata, evitando che l’utente debba pensare troppo durante la guida -sostiene Angori -. In questi anni si è fatto molto nella sicurezza preventiva, ma il percorso è ancora lungo. L’autonomia di livello 3 è ormai disponibile su molte auto, mentre quella di livello 4 esiste ma non viene sfruttata appieno. Livello 5, ovvero guida completamente autonoma, è ancora lontano – e forse non sarà mai del tutto realizzabile, almeno nelle nostre città, la cui struttura urbanistica risale all’epoca romana».
Ecco perché Angori sottolinea la necessità di partire da un fatto concreto: oggi in Italia circolano circa 40 milioni di veicoli, molti dei quali fermi a livello 0 o 1. Prima di immaginare il futuro, bisogna pensare a come aggiornare questo parco circolante almeno a tecnologie di livello 3, creando così una base più sicura per tutti. Solo allora si potrà parlare seriamente di mobilità autonoma e integrata.
AutonoMia: il futuro secondo Pininfarina. Mentre l’Italia inciampa su infrastrutture datate e manutenzioni rattoppate, c’è chi guarda avanti, verso un orizzonte dove la strada diventa parte integrante dell’intelligenza di un veicolo. È il caso di AutonoMia, il concept sviluppato da Pininfarina, laboratorio d’idee che fonde design, tecnologia e visione etica del futuro.
Con Autonomia l’auto si trasforma in un ambiente multisensoriale dove AI, realtà aumentata e connettività 5G convergono per garantire sicurezza, comfort e personalizzazione totale
Nato in collaborazione con ART, azienda che ha trasformato un angolo del lago Trasimeno nella Silicon Valley dell'Umbria, e con il sostegno della Regione Piemonte, AutonoMia non è solo un prototipo, ma una piattaforma sperimentale per ridefinire l’esperienza di guida. L’auto si trasforma in un ambiente multisensoriale dove AI, realtà aumentata e connettività 5G convergono per garantire sicurezza, comfort e personalizzazione totale. Il parabrezza diventa uno schermo trasparente, la plancia si adatta ai gesti, e le informazioni fluiscono in tempo reale tra veicolo, infrastruttura e utente.
AutonoMia è un prototipo virtuale realizzato da Pininfarina che consente di simulare la guida automa di livello 4-5
«AutonoMia mostra cosa può accadere quando auto e strada comunicano tra loro», spiega Angori. Non più solo veicoli che reagiscono, ma sistemi intelligenti che prevedono. Il prototipo esplora i futuri scenari della guida autonoma, ma anche il ruolo dell’umano in un contesto digitale: l’auto resta un’estensione del corpo, ma più consapevole, empatica e sostenibile.
Un sogno? Forse. Ma anche un richiamo.
Auto tra passione e dovere etico. Il futuro si gioca sulla libertà di scelta. Per Angori il futuro dell’automobile non è solo questione di tecnologia, ma di umanità, di scelte libere, di rispetto delle persone. «Le auto sono passione pura. Non possiamo ridurre tutto a una formula obbligata, come l’imposizione forzata dell’elettrico. La scienza è libertà di pensiero, immaginazione, etica. E la politica deve tutelare questa libertà, non sopprimerla.»
Il mondo dell’auto è destinato a dividersi in due grandi famiglie: da un lato le auto come esperienza emotiva, identitaria, culturale (“il rombo di un V12 Ferrari resta una delle emozioni più profonde che si possano vivere”); dall’altro, la mobilità come servizio, “razionale, efficiente, utile, perfino silenziosa”, che risponde al bisogno di muoversi in modo sostenibile e pratico. «Entrambe hanno dignità, e dovranno convivere.»
La 100 Miglia è molto più di una gara, è la celebrazione eterna della passione per l’automobile e della libertà
Ma c’è un tema ancora più profondo: il rispetto della complessità sociale. «Ogni decisione normativa ha un impatto sulla vita quotidiana di milioni di persone, su famiglie, lavoro, territorio. Dimenticarlo significa mancare a una responsabilità sociale che tutte le aziende – e in particolare quelle dell’automotive – devono assumersi.» Angori invita a riflettere non solo sul domani, ma su chi lo vivrà davvero.
La sua visione è lucida e umanista: «Non basta innovare. Bisogna farlo restando fedeli a ciò che ci rende umani: la libertà di scegliere, la capacità di emozionarci, la consapevolezza delle conseguenze che le nostre decisioni hanno sul mondo reale.» Prudenza tecnologica e bellezza fanno rima con sicurezza. Meditate gente, meditate…