Stella Li (Byd): «Almeno 100 marchi cinesi verso il fallimento, guerra dei prezzi sarà un bagno di sangue ma nostri profitti restano solidi»
E' in arrivo un “bagno di sangue” nell'industria automobilistica cinese che dovrebbe portare fuori dal più mercato mondiale almeno 100 delle circa 130 case automobilistiche locali, al momento attive. La stima - che riecheggia gli attacchi del presidente Xi Jinping al settore alla luce della spietata 'guerra dei prezzi' in atto - arriva da Stella Li, vicepresidente esecutivo di BYD, a margine del Salone dell'auto di Monaco che prevede come senza la possibilità di offrire sconti «alcuni costruttori saranno estromessi». «Persino 20 case sono troppe» aggiunge in un'intervista al Financial times. Dei 129 marchi che vendevano veicoli elettrici e ibridi nel 2024, la società di consulenza AlixPartners stima che solo 15 si manterranno finanziariamente sostenibili entro il 2030.
La stima della manager di Byd è leggermente più ottimistica di quella del suo rivale, Xpeng, secondo cui l'industria automobilistica mondiale si sarebbe ridotta a soli 10 gruppi nel prossimo decennio.Secondo gli analisti, tuttavia, BYD, che sta vincendo la sfida con Tesla per il titolo di più grande produttore mondiale di veicoli elettrici, non è comunque completamente al riparo dalle pressioni provocate dagli attacchi delle autorità di Pechino che hanno colpito le pratiche dei costruttori su sconti e pagamenti ai fornitori. Il gruppo ha registrato un utile netto e un fatturato inferiori alle aspettative per il secondo trimestre e Citi ha ridotto le sue previsioni di vendita annuali di BYD – tagliando fino a 2 milioni di unità l'anno, rispettivamente a 4,6 milioni nel 2025, 5,4 milioni l'anno prossimo e 6 milioni nel 2027.




