
Stellantis conferma, “il nuovo ceo entro la prima metà 2025”. Il titolo giù in Borsa a -5,78% dopo i conti
Stellantis conferma l'arrivo del nuovo amministratore delegato entro la prima metà del 2025. Nei 90 giorni trascorsi dall'inizio della transizione nella leadership, mentre continua il processo di selezione - spiega l'azienda - il comitato esecutivo ad interim ha intrapreso azioni rapide e decisive per migliorare le prestazioni e la redditività dell'azienda. Le azioni intraprese dal comitato esecutivo per migliorare le prestazioni e la redditività dell'azienda - spiega Stellantis - riguardano il completamento delle iniziative di gestione delle scorte, compreso il superamento degli obiettivi di riduzione delle scorte dei concessionari statunitensi; privilegiare i lanci di prodotto fondamentali per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti in continua evoluzione, soprattutto negli Stati Uniti; utilizzare al meglio le flessibilità disponibili nell'ambito delle normative sulla CO2 per mitigare i rischi, continuando nel contempo a ridurre le emissioni; lavorare insieme ai nostri concessionari negli Stati Uniti e in Europa per accelerare il ritorno alla crescita; rafforzare la comunicazione con i fornitori per facilitare la collaborazione e la risoluzione dei problemi; innalzare il dialogo con i governi e le autorità di regolamentazione sulle questioni chiave del settore; accrescere la delega alle nostre regioni per un processo decisionale più veloce e rigore nell'esecuzione. Nel 2024 Stellantis ha iniziato la transizione verso la prossima generazione di prodotti, tra cui i primi costruiti sulle nuove piattaforme multi-energia Stla, che offrono ai clienti una maggiore libertà di scelta (motori a combustione interna, ibridi ed elettrici).
Seduta in forte ribasso per Stellantis che, con un calo arrivato a quasi sei punti, è il fanalino di coda del Ftse Mib (+0,78%). Il titolo al momento cede il 5,2% a 12,778 euro per azione, dopo essere sceso fino a 12,704 euro. A non convincere sono stati i risultati del 2024 che, seppure "coerenti con la guidance fornita a settembre", come ha indicato la società, hanno mostrato un calo del 70% dell'utile, ricavi e margini sotto le previsioni, dividendo più che dimezzato rispetto all'anno precedente (0,68 euro per azione quello proposto, contro gli 1,55 euro dell'anno precedente). Anche le guidance 2025, solo qualitative, non hanno soddisfatto gli analisti: la società attende un ritorno a una crescita profittevole e a una generazione di cassa positiva, con un margine Aoi “mid-single digit”, ma il mercato ritiene che le previsioni anticipino un primo semestre ancora debole. Il gruppo dell'auto ha chiuso il 2024 con un utile per 5,52 miliardi di euro, ricavi netti per 156,9 miliardi e consegne consolidate in discesa del 12,4% a 5,52 milioni di unità "per gap temporanei nella gamma prodotti e azioni di riduzione delle scorte ormai completate". L’utile operativo rettificato (Aoi) è sceso del 64% a 8,648 miliardi, con un margine Aoi del 5,5%, in calo rispetto al 12,8% del 2023 e nella parte bassa della forchetta indicata dalla società a settembre e confermata alla fine del trimestre precedente (tra 5,5% e 7%).
Il flusso di cassa delle attività operative è sceso dell’82% a 4,008 miliardi e il flusso di cassa industriale è stato negativo per 6 miliardi di euro (all’interno della guidance della società per un dato negativo tra 5 e 10 miliardi) e riflette il calo dell’utile e l’impatto temporaneo del capitale circolante dovuto agli adeguamenti della produzione. “L’ebit margin è stato inferiore del 10% rispetto alle previsioni e a livello divisionale il Nord America ha sottoperformato con un calo del 27% nelle vendite nell’anno fiscale 2024 e un margine del 4,2% con una perdita significativa generata nel secondo semestre. L’Europa ha avuto una situazione mista”, spiegano gli analisti di Banca Akros. Per gli esperti di Intermonte, inoltre, "i risultati del secondo semestre sono stati inferiori alle attese a causa di un Ebit più debole in Europa e nel segmento 'terzo motore', mentre il Nord America si è confermato debole come previsto. Il free cash flow è stato leggermente migliore, ma la posizione di cassa netta è in linea con le aspettative".
Anche la cedola "è superiore alle attese, ma il payout ratio sembra essere stato applicato all’utile netto adjusted invece che al reported, in contrasto con la politica dei dividendi", aggiunge Intermonte, sottolineando che "la guidance per il 2025 suggerisce una revisione al ribasso sulle stime, con un mid-single digit Ebit margin che potrebbe attestarsi al 5%-5,5%, rispetto alla stima nostra e di consensus di 6,2%-6,3%, implicando un calo dell’Ebit del 10%-20%". Inoltre, le indicazioni suggeriscono che il primo semestre potrebbe rimanere debole. "La società vede un 2025 in recupero anno su anno per la fine del destocking e il lancio dei nuovi modelli (con effetti più evidenti dal secondo trimestre), ma resta da verificare l’impatto dei prezzi che ci aspettiamo in calo del 2%-3% anno su anno, l'evoluzione della normativa Bev in Europa (che ci aspettiamo sia ammorbidita), il contesto competitivo e la variabile dazi americani", aggiunge Equita.