TORINO - La produzione della fabbrica di batterie di Termoli (Campobasso) dell’Acc, joint venture fra Stellantis, Mercedes e Total, inizierà nel 2026 e crescerà gradualmente fino al 2030 occupando 1.800 persone. Il Governo ha deliberato di cofinanziare l’investimento, ma si attende ancora la autorizzazione europea sugli aiuti di stato. È emerso nel primo incontro a Roma tra la e direzione di Acc e i sindacati.
«Abbiamo iniziato un primo confronto con Acc per noi molto importante, per individuare le soluzioni industriali e occupazionali che mettono in sicurezza tutti i lavoratori presenti nel plant di Termoli. Per noi questo significa che tutti i lavoratori dovranno avere una soluzione che indichi un futuro occupazionale certo». Lo affermano Ferdinando Uliano segretario nazionale Fim-Cisl e Marco Laviano segretario Fim-Cisl Abruzzo Molise. «Innanzitutto - spiegano - c’è la necessità di avere tutti i soggetti coinvolti attorno allo stesso tavolo, per trovare quelle soluzioni utili per la quadratura del cerchio e che dovrà garantire la sostenibilità sociale nel processo di trasformazione. La nostra richiesta è che oggi e più che mai sia necessario coinvolgere un tavolo unitario Stellantis, Governo nazionale e regionale.
Abbiamo ribadito che sarà innanzitutto nostro impegno agire verso il Mimit e Invitalia per concludere positivamente il processo di finanziamento per poter far partire i primi investimenti strutturali per il primo blocco di produzione. Diventa poi indispensabile aprire una discussione con le istituzioni, per la copertura degli ammortizzatori sociali e dei finanziamenti utili per la formazione. Da Stellantis ci aspettiamo poi di capire come venga governato e gestito, con le risorse necessarie, tutto il processo di trasformazione per garantire tutte le tutele che si determinano con l’interruzione delle attuali produzioni, condizionate dallo stop dei motori tradizionali endotermici.
La prima interruzione produttiva riguarda quello dell’area cambi, entro primo quadrimestre 2024, dove sono collocati circa 400 lavoratori e quella successiva entro la fine 2026 con la produzione motore fire, circa 1.000 addetti. Ô necessario poi affrontare tutti i problemi di ordine contrattuale volti a garantire tutte le tutele per i lavoratori. E sarà il nostro impegno chiede una convocazione immediata da parte del Mimit di tutti i soggetti coinvolti per fare in modo che questo complesso progetto di trasformazione, che porta con sé un importante progetto industriale strategico per il nostro Paese, si concluda positivamente nell’interesse dei lavoratori e del territorio».