Carlos Tavares, ceo di Stellantis

Stellantis, Tavares non esclude taglio posti di lavoro: «Ipotesi che non scarto a priori»

  • condividi l'articolo

Future soppressioni di posti di lavoro in casa Stellantis? ''Non scarto nulla'': l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, intervistato questa mattina da radio Rtl al Salone dell'Auto di Parigi, ha risposto così' alla domanda se intendesse tagliare posti da Stellantis. ''La salute finanziaria di Stellantis non passa unicamente dalla soppressione di posti» ma «passa attraverso tante altre cose: immaginazione, intelligenza, innovazione. Che è quello che stiamo facendo», ha assicurato il portoghese, garantendo che la soppressione dei posti di lavori ''non è al centro della nostra riflessione strategica».

«Il cuore della nostra riflessione strategica» ha detto Tavares non è il taglio dei posti di lavoro ma «al cuore della nostra riflessione strategica c'è rendere i nostri clienti felici, attraverso la qualità dei nostri prodotti, attraverso l'innovazione delle nostre tecnologie, e dalla dimensione accessibile della nostra mobilità che deve essere pulita». Già ieri, in un'intervista pubblicata al giornale Les Echos, Tavares non ha escluso chiusure di stabilimenti Stellantis mentre i costruttori cinesi moltiplicano gli annunci sull'apertura di siti di produzione in Europa. ''Chiudere le frontiere ai prodotti cinesi - avverte Tavares nell'intervista al quotidiano economico di Parigi - è una trappola - aggireranno le barriere investendo in stabilimenti in Europa. Stabilimenti che verranno in parte finanziati da sovvenzioni statali, nei Paesi a basso costo». Da fine ottobre, le auto cinesi vendute in Europa saranno oggetto di una tassa all'importazione fino al 45%. Alcuni costruttori del Dragone, come BYD, hanno già annunciato di aprire siti in Europa per evitare le sovratasse. Vede un rischio per i siti Stellantis? ''Non bisogna escludere nulla'' risponde Tavares, aggiungendo: ''Se i cinesi prendono 10% delle quote di mercato in Europa al termine della loro offensiva, questo vuol dire che peseranno per 1,5 milioni di auto. Questo rappresenta sette fabbriche di assemblaggio. I costruttori europei dovranno allora sia chiudere, sia trasferirle ai cinesi». Il portoghese ricorda che Volkswagen è stato il primo ad evocare la chiusura di siti in Germania.''Da parte nostra- assicura - non c'è motivo di accettare un peggioramento delle nostre performances se i cinesi progrediscono in Europa».

Stellantis ha confermato l'uscita di Tavares, 66 anni, a fine gennaio 2026. ''Il sostegno unanime del board e del suo presidente John Elkann consente a tutti di ritrovare la concentrazione per lavorare serenamente fino al termine del mio contratto a inizio 2026», dice il mega-manager. Tavares continua ad opporsi ad un rinvio del rafforzamento delle norme Ue sulle emissioni e depolora che Stellantis sia diventato ''il fusibile delle dispute tra l'Unione europea e alcuni Stati membri, come l'Italia, che vogliono tornare sulle decisioni prese''. ''Oggi, il sostegno o l'opposizione all'auto elettrica. è una divario di natura politica». Alla domanda della tv LCI se la Francia avesse bisogno di migranti per far girare le proprie fabbriche, Tavares ha risposto che ''questo problema comincia dal tasso di natalità". Ma se ''la Francia vuole continuare ad accrescere la sua ricchezza per servire lo stile di vita della propria popolazione - ha concluso - ne ha bisogno».

  • condividi l'articolo
Lunedì 14 Ottobre 2024 - Ultimo aggiornamento: 15:27 | © RIPRODUZIONE RISERVATA