UE: via alla sfida sui chip, ora si teme che il blocco approvvigionamenti duri a lungo. E l'industria europea è gia in affanno

UE: via alla sfida sui chip, ora si teme che il blocco approvvigionamenti duri a lungo. E l'industria europea è gia in affanno

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BRUXELLES - È una operazione da 43-45 miliardi, di cui solo 15 miliardi freschi fino al 2030, da aggiungere a 30 miliardi di investimenti pubblici già programmati dalla Ue attraverso vari canali di spesa, dal bilancio 2021-2027 a Next Generation UE. Nuove risorse che proverranno sia dalla parte pubblica che da quella privata. Nella speranza che continui a funzionare il meccanismo ormai consolidato nei decenni che un euro di spesa pubblica europea è in grado di generare investimenti privati per un valore maggiore. In totale, oltre 43 miliardi di euro di investimenti guidati dalle politiche sosterranno il Chips Act fino al 2030, che sarà ampiamente compensato da investimenti privati a lungo termine. La sfida che l’Unione europea si appresta a condurre, se come è atteso Consiglio e Parlamento daranno il via libera nei prossimi mesi, potrà fare la differenza per il ruolo globale della Ue, la sua indipendenza tecnologica e nella produzione di semiconduttori, che non è traguardo che si può raggiungere in poco tempo. E anche la sua capacità di determinare standard tecnologici chiave. È una partita decisiva per uscire dalla stretta dei blocchi negli approvvigionamenti su scala globale.

Su questo Bruxelles sposa adesso la tesi più pessimista: ‘È improbabile che l’attuale carenza si esaurisca prima del 2023 o addirittura del 2024. Poichè la domanda accelererà ulteriormente e le capacità di produzione richiederanno tempo per consolidarsi, la carenza di chip continuerà e la pressione inflazionistica si intensifichera«. Messaggio molto diverso da quello reiterato finora sia dalla Commissione sia dalla Bce.Anche se ancora ieri la presidente della bce lagarde ha indicato che ‘il ritmo al quale le strozzature nell’offerta si risolveranno è un ulteriore rischio per le prospettive di crescita e inflazionè, la valutazione corrente nella Ue e alla Bce è che ‘ci sono segni che stiano cominciando ad allentarsì (lo ha detto sempre ieri Lagarde). Di solito la Commissione europea non si allontana dalle valutazioni di consenso su temi rilevanti e delicati che hanno a che vedere con le grandi opzioni di ‘policy’ e soprattutto di politica monetaria: per questo il giudizio su quanto sta accadendo sul versante degli approvvigionamenti all’industria europea è tanto più importante. Che la partita dei chip e dei semiconduttori sia sempre più centrale per la crescita economica di un continente meno dipendente dalle importazioni a rischio vuoi per le tensioni fra domanda e offerta (dopo la pandemia) vuoi per tensioni geopolitiche (le sanzioni ‘tecnologichè americane contro la Cina), è ormai un fatto indiscusso.

L’industria europea è in affanno, basta pensare all’immancabile risposta che si ottiene in un salone auto quando si domanda quanto c’è da aspettare per un nuovo veicolo: anche fino a dieci mesi-un anno. Pianificare le previsioni di acquisti e vendite è diventato più difficili. È proprio l’industria automobilistica a sopportare il peso maggiore delle strozzature lungo la catena dell’offerta. All’inizio del 2020, avevano ridotto gli ordini di chip poichè la domanda era diminuita. Le fonderie hanno assegnato la capacità disponibile alle apparecchiature IT; quando la domanda di veicoli è ripresa alla fine del 2020, funzionavano a pieno regime, lasciando le case automobilistiche con tempi di attesa fino a un anno o più. Di qui le chiusure degli stabilimenti. A livello globale, rispetto agli ordini permanenti, a causa della carenza di chip, nel 2021 non è stato possibile produrre 11,3 milioni di automobili; in alcuni Stati Ue la produzione è diminuita del 34% rispetto al 2019, tornando ai livelli del 1975.

E la crisi dell’offerta è stata ulteriormente rafforzata dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e si ritiene che il timore di ulteriori divieti di esportazione da parte degli Stati Uniti abbia portato alcune società cinesi ad accumulare chip. Con la ripresa economica, l’offerta non poteva aumentare con una velocità sufficiente per soddisfare la domanda dato che per ogni specifico tipo di chip vengono predisposte linee di produzione con un processo che richiede diversi mesi e diversi miliardi di euro. Si tratta di linee che devono restare in attività vicino alla piena capacità per coprire gli altissimi costi di investimento di capitale, quindi con poca flessibilità per far fronte ai picchi di domanda. L’Europa non parte da zero, tuttavia, indica Bruxelles, senza investimenti ‘rapidi e sufficientì la quota di mercato calerebbe a meno del 5% dato che il mercato raddoppierebbe e dati gli sforzi per potenziare il settore nelle altre aree del mondo. L’Europa ha una posizione di forza in alcuni settori specifici: progettazione di componenti per l’elettronica di potenza, dispositivi a radiofrequenza e analogici, sensori e microcontrollori ampiamente utilizzati nell’industria automobilistica e manifatturiera. È il centro mondiale per la ricerca sui semiconduttori: la tecnologia europea è un fattore chiave per la miniaturizzazione nei chip. È anche ben posizionata su materiali e attrezzature necessari per gestire grandi impianti di produzione di chip, con molte aziende che svolgono ruoli essenziali lungo la catena di approvvigionamento. Infine, sono rilevanti i settori di utenti finali industriali forti e diversificati: automobile, automazione industriale, sanità, energia, comunicazione, agricoltura.

La quota di mercato attuale resta comunque di appena il 10% e si affida in gran parte a fornitori di Paesi terzi. ‘In caso di interruzione della catena di approvvigionamento, le riserve di chip europee in alcuni settori industriali, come quello automobilistico, potrebbero esaurirsi in poche settimane, costringendo molte industrie europee a rallentare o fermare la produzionè, sottolinea la Commissione. Infine, l’Europa ha capacità di produzione di chip limitate, principalmente nei nodi di produzione maturi ( a 22 nm e oltre - 1 nm è pari a un miliardesimo di metro) e nessuna in chip all’avanguardia ( a 7 nm e meno). ‘Dato che la transizione digitale accelera e la domanda mondiale di chip cresce rapidamente e si prevede raddoppierà entro la fine del decennio, i semiconduttori sono al centro di forti interessi geostrategici e della corsa tecnologica globale. Le economie leader sono desiderose di garantire la loro fornitura nei chip più avanzati poichè ciò condiziona sempre più la loro capacità di agire (economicamente, industrialmente, militarmente) e guidare la trasformazione digitalè, è scritto nei documenti comunitari presentati oggi. Interrogata sulla dimensione dello sforzo finanziario pubblico ( a livello europeo) per sostenere la sfida dei chip, la responsabile della concorrenza Vestager ha rimandato alla capacità degli stanziamenti europei di moltiplicare la generazione di investimenti aggiuntivi.

Tanto per dare un’idea di quanto avviene altrove, il Chips Act, Usa prevede uno stanziamento di 52 miliardi di dollari per la produzione e la ricerca e sviluppo fino al 2026; per la Cina si stima che entro il 2025 nei precedenti dieci anni avrà investito circa 150 miliardi di dollari; il Giappone ha annunciato un finanziamento pubblico di 8 miliardi di dollari per gli investimenti nazionali nei semiconduttori, che sarà integrato con finanziamenti aggiuntivi; la Corea del Sud rafforzerà il settore con incentivi fiscali, investimenti privati delle sue società nazionali in R&S e produzione, stimati in 450 miliardi di dollari fino al 2030. L’operazione europea comprende 11 miliardi per finanziare la leadership tecnologica nelle capacità di ricerca, progettazione e produzione (Chips for Europe). ‘Sarà necessario unire gli investimenti dell’Unione e degli Stati membri, a cui ci si aspetta che anche gli attori privati partecipare. Sarà integrato da un sostegno azionario a start-up, scale-up e altre società nelle catene di approvvigionamento, attraverso attività di facilitazione degli investimenti descritte come ‘Fondo Chips’ con un valore di investimento complessivo previsto di almeno 2 miliardi di eurò, spiega Bruxelles. ‘Queste diverse azioni combinate dovrebbero tradursi direttamente in investimenti pubblici e privati ben superiori a 15 miliardi di euro in aggiunta a i prestiti che la Bei potrebbe offrirè. L’idea europea è aprire impianti di produzione avanzati che saranno di due tipi: le «fonderie apertè che progettano e producono componenti principalmente per altri attori industriali, e gli »impianti di produzione integrata« che lavorano per il proprio mercato. Tali impianti comportano una serie di vantaggi tra cui una procedura accelerata di rilascio delle autorizzazioni negli Stati per costruzione e gestione. E, soprattutto, l’accesso a »Chips for Europè. Grande flessibilità sugli aiuti di Stato da parte di Bruxelles.

Non cambiano le regole, indica Vestager. La Commissione userà la norma che li autorizza se gli aiuti agevolano lo sviluppo di certe attività economiche, ‘ a condizione che gli effetti positivi di tali aiuti siano superiori al loro potenziale impatto negativo sugli scambi e sulla concorrenzà. Gli impianti dovranno essere «primi nel loro genere» in Europa. Quelle finanziati non escluderanno le iniziative private esistenti o per le quali sono stati assunti impegni. E il sostegno pubblico ‘copre fino al 100 % di un deficit di finanziamento comprovato, ossia l’importo minimo necessario per garantire che tali investimenti siano realizzati in Europà. Quando non c’è un mercato o non si riesce a potenziarlo con risorse private non c’è altro modo che ricorrere al denaro pubblico. Certo con numerose condizioni: saranno favoriti gli impianti che garantiscono la sicurezza dell’approvvigionamento a favore delle imprese europee che utilizzano chip nei loro prodotti; danno un contributo positivo in termini di attrazione di manodopera qualificata in Europa; assicurano un impatto positivo sull’innovazione che apporti benefici alle pmi e agli utilizzatori finali europei. L’Europa prima di tutto, dunque.

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Martedì 8 Febbraio 2022 - Ultimo aggiornamento: 10-02-2022 10:38 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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