Il governo annuncia la convocazione di Stellantis, ma la data in realtà non c'è ancora. E' il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a spiegare come l'intenzione sia quella di convocare al più presto «il tavolo specifico che è stato istituito cosicché si possa entrare nel vivo delle richieste che il Sistema Italia nella sua unanimità ha fatto a questa azienda multinazionale». La premessa però è una sola: «Stellantis dia all'Italia quello che l'Italia ha dato alla Fiat in questi decenni». Quella della prossima convocazione è però una rassicurazione che non basta ai sindacati, che vorrebbero l'intervento diretto della premier Giorgia Meloni. «Ci aspettiamo che il presidente del consiglio del nostro Paese convochi immediatamente Stellantis e le organizzazioni sindacali», afferma il segretario generale della Fim-Cisl nazionale, Ferdinando Uliano, mentre Confindustria chiede più tempo all'Europa per l'auto elettrica. «Sull'automotive è ovvio che è impensabile di aspettare al 2026 per decidere sullo stop al 2035. Noi non siamo contro l'auto elettrica, ma siamo per la neutralità tecnologica.
Avremmo potuto costruire un percorso su tecnologie diverse», sottolinea il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, parlando all'assemblea di Assolombarda. Il ministro Urso fa quindi riferimento alle mozioni parlamentari approvate dall'aula di Montecitorio, così come allo sciopero proclamato dai sindacati insieme venerdì scorso con una grande manifestazione a Roma. «Da tutti - osserva - giunge unanime la richiesta a Stellantis di investire nel nostro Paese per dare orgoglio al Made in Italy dell'auto e noi sappiamo che si può fare. La risposta deve venire da loro, perché un'azienda multinazionale può e deve contribuire allo sviluppo e al mantenimento della filiera dell'auto nel nostro Paese. Stellantis dia all'Italia quello che l'Italia ha dato alla Fiat in questi decenni, investa in Italia, dove è nata l'auto europea, insieme al sistema Paese mantenendo l'occupazione».
Sulla questione Stellantis interviene anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini: «Faremo di tutto per impedire i licenziamenti di Stellantis. Sono preoccupato soprattutto perché sono tagli ipotizzati da chi ha decine di milioni di stipendi annui», afferma Salvini che ricorda «i miliardi di euro che i contribuenti italiani hanno dato negli anni a quella che era Fiat e oggi Stellantis. Non puoi prendere miliardi e miliardi di euro di contributi pubblici e poi chiudere licenziare in Italia per scappare all'estero».