un'immagine della scorsa edizione del salone nautico di Genova

56° Salone nautico di Genova, un mare di novità per tutti i gusti

di Sergio Troise
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GENOVA - Mettersi la crisi alle spalle, riscoprire la voglia di barca, rivalutare la risorsa mare, rilanciare il turismo nautico e le economie costiere, restituire il diporto al suo ruolo strategico per l’economia del Paese, sfruttando al meglio il privilegio tutto italiano di proporsi al mondo come uno straordinario pontile disteso nel Mediterraneo. Sono questi gli obiettivi che si pone il mondo della nautica alla vigilia del Salone di Genova, che apre domani i battenti (chiusura domenica 25) per l’edizione numero 56.

Un evento importante, al quale partecipano dopo anni di assenza anche gli stranieri e nel quale si concentrano, però, non solo le aspettative suddette, ma anche polemiche e veleni tipicamente italiani. Immaginate un salone dell’auto senza Ferrari, Maserati, Alfa Romeo, i marchi che hanno scritto la storia del made in Italy. Alla fiera di Genova avviene qualcosa del genere. Mancheranno Azimut-Benetti, Baglietto, Ferretti, Riva, Itama, Pershing: il meglio della nautica mondiale, appena esibitosi, tra l’altro, allo Yacht Festival di Cannes, dove ha conquistato una volta di più la scena internazionale (il lusso non conosce crisi). Le assenze eccellenti vengono ufficialmente giustificate con il quasi nullo interesse del pubblico italiano per super yacht e mega yacht; in realtà è una diserzione polemica - e non è la prima volta - che fa il paio con la costituzione del gruppo dissidente di Nautica Italiana, uscito prima da Ucina, poi addirittura da Confindustria.

È un contesto sconcertante, caratterizzato da litigiosità permanente, che ha provocato, come è noto, anche l’irritazione del ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, arrivato a minacciare il taglio dei fondi al settore (1,15 milioni di euro nel 2016). Non si capisce a chi giovi tutto ciò, soprattutto alla luce degli ultimi rilevamenti sul mercato: l’inversione di tendenza è infatti ormai una realtà, tanto che Carla Demaria, numero uno di Ucina, ha potuto annunciare alla vigilia del salone che il fatturato globale del settore è cresciuto del 17,1% (2,9 miliardi di euro), andando oltre le previsioni di qualche mese fa, quando si ipotizzava una crescita inferiore di 5 punti. A confortare gli operatori, l’avallo dei partner di Fondazione Edison e del suo vice presidente Marco Fortis.
In questo scenario contraddittorio apre i battenti il Salone di Genova, l’unico che Ucina sia riuscito ad allestire dopo aver rinunciato alla fiera dell’usato e al Salone di Venezia (si sarebbero dovuti svolgere in aprile, ma i progetti sono naufragati). Ottocento gli espositori presenti (+21% sul 2015), un migliaio le imbarcazioni in vetrina, in gran parte in acqua e con una significativa presenza di vele e catamarani. Ammiraglia del salone è il Sanlorenzo SD 112, splendido super yacht di 33,6 metri con carena semidislocante, che fa della sintesi tra innovazione tecnologica e stile classico il suo pregio principale.

Tra le barche a motore più prestigiose reciteranno un ruolo di primo piano anche gli yacht di Monte Carlo (da vedere il nuovo MCY 80) e di Canados, il cantiere laziale passato di recente nelle mani del francese Michel Karsenti. Ammiraglia della vela è invece l’Advanced 80, capolavoro hi-tech di 23,98x6,20 metri progettato da un pool italo-americano che ha saputo coniugare le prestazioni richieste dai puristi della vela e il comfort desiderato da crocieristi in cerca di relax. In prima fila, tra gli stranieri, il made in England, con Princess, Fairline, Sunseeker, ma anche spagnoli, turchi, francesi, svedesi, norvegesi. Molte le novità italiane di stazza media e piccola. Nel settore dei cruiser veloci non mancheranno anteprime e ritorni sulla scena, grazie all’inesauribile verve di nomi che hanno scritto la storia della nautica, come Cranchi, Fiart, Gagliotta, Rio, Ranieri, Salpa, Sessa, Tornado: un campionario di “eroi” che ha resistito alle tempeste degli ultimi anni, cui vanno aggiunti benemeriti importatori come Feltrinelli (con gli spettacolari Frauscher austriaci) e coraggiose new entry, come quelle di Solaria ed Evo Yacht (con gli originalissimi 40 e 43). Tutti hanno orientato la bussola sulla rotta giusta. Speriamo che non la perdano.
 

 

 

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Lunedì 19 Settembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 20-09-2016 13:57 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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