La Rossa LaFerrari, la gialla McLaren e la grigia Lamborghini esposte a Ginevra

Ferrari, Lamborghini, McLaren:
sfida sull'orlo dei 400 all'ora

di Sergio Troise
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GINEVRA - L’83° Salone dell’auto di Ginevra ha chiuso i battenti lasciandosi alle spalle una scia di stupore. Sorprendente, per noi europei, e soprattutto per noi italiani, il successo che gravita ancora attorno all’auto, espressione di un’industria martoriata dall’eccesso di capacità produttiva e dalla crisi del mercato. Addirittura stupefacente il boom delle supercar, auto costose, di grande potenza e di grande lusso, che nella rassegna svizzera hanno monopolizzato l’attenzione a colpi di novità. Capolavori destinati in maggioranza a mercati floridi come Usa e Cina, Paesi Arabi e Russia. Listini che sfondano senza complessi il milione di euro non spaventano i paperoni che popolano il pianeta. E fanno sognare gli appassionati, incantati di fronte a soluzioni tecnologiche sempre più avanzate, in molti casi autentici simboli della sportività e dello stile.

Il Made in Italy protagonista. Un settore più vivo che mai, questo delle supercar, che nella ricca e neutrale Svizzera ha trovato una volta di più la collocazione ideale per mettersi in mostra, offrendo tra l’altro un’occasione prestigiosa al nostro irriducibile Made in Italy. Che con la nuova Ferrari ha letteralmente dominato la scena. Ma non solo. Anche Maserati e Lamborghini hanno recitato alla grande la parte delle star. Quanto al resto del mondo, non sono mancate novità interessanti da mostri sacri della sportività estrema come McLaren, da simboli del Made in England come Aston Martin, da icone del lusso come Rolls Royce e Bentley, dai soliti panzer tedeschi di Porsche, dai rigenerati americani di Chevrolet, e persino da costruttori generalisti come Nissan. Se a tutto ciò si aggiungono i “pezzi unici” e le proposte a tiratura limitata di costruttori artigianali come Pagani, si avrà chiaro quanto ampio, articolato e interessante sia il mondo delle supercar. Un mondo tutto da scoprire.

Da Maranello la regina del Salone. LaFerrari è stata l’auto più ammirata a Ginevra. Sin dalle anteprime dedicate alla stampa e agli addetti ai lavori lo stand del Cavallino è stato assalito. Maserati ha dovuto annullare la sua conferenza stampa, gli occhi del mondo erano tutti lì, nello stand accanto. E nei dieci giorni di esposizione la ressa non ha conosciuto pause. Fascino, tradizione, innovazione: in queste tre parole la formula del boom di attenzione attorno all’erede di auto che hanno scritto la storia del marchio, come la GTO, la F40, la F50, la Enzo. Costruita in fibra di carbonio, come una Formula 1, LaFerrari è stata progettata con la collaborazione di Rory Byrne e collaudata da Alonso e Massa. E’ la prima Ferrari stradale ibrida, ovvero azionata dal sistema HY-Kers, costituito da un tradizionale motore termico V12 6,3 litri da 800 cv e da due motori elettrici (uno per erogare potenza, l’altro per i sistemi ausiliari) per una potenza complessiva di 963 cv. La velocità massima è di “oltre 350 km/h”, accelerazione 0-100 in 3 secondi, 0-300 in 15. Consumi ed emissioni calano del 40% rispetto alla Enzo: prodigio della tecnologia ibrida, che comunque svolge il suo compito anche per regalare coppia e risposte immediate a tutti i regimi e per farti uscire dal garage in modalità elettrica “in modo da non disturbare i vicini con il fragore del V12”. Il prezzo è stato fissato in 1,2 milioni di euro. 700 richieste sono già giunte a Maranello, ma la produzione si fermerà a quota 499. Hanno provato a prenotarne una 40 italiani, ma Montezemolo ha detto che “per ora soltanto 25 hanno diritto”.

Ibrida anche la rivale inglese McLaren. Si chiama MP1 e – come LaFerrari – è figlia di anni e anni di esperienza in Formula 1. Il reparto Corse di Woking ha lavorato intensamente al progetto, fino a coinvolgere Jenson Button nei collaudi in pista, per ottimizzare il comportamento dinamico. Anche qui la struttura è in fibra di carbonio e l’aerodinamica è estrema, concepita per tenere l’auto incollata alla strada. Una gran quantità di spoiler, flap e canalizzazioni d’aria tormenta l’aspetto della supercar inglese, caratterizzato dal grande alettone mobile che sovrasta il posteriore (soluzione evitata dalla Ferrari). Secondo la McLaren, la P1 è in grado di generare ben 600 kg di carico aerodinamico già a 255 km/h. Che ovviamente non è la velocità massima, autolimitata elettronicamente a 350 km/h, “ma con la possibilità di sfiorare i 400”. Il motore principale è un V8 biturbo derivato da quello della precedente MP4, con potenza di 750 cv che diventano 916 grazie al motore elettrico supplementare. Potenza e capacità velocistiche a parte, l’obiettivo principale del progetto è stato “realizzare un’auto divertente, eccitante, perfetta nel comportamento dinamico e in grado di erogare una coppia istantanea” (900 Nm). In più, la MP1 è una ibrida plug-in, ovvero con batteria ricaricabile in due ore a una normale presa di corrente, e può viaggiare in modalità elettrica fino a 160 km/h, con emissioni di CO2 al di sotto dei 200 g/km per 10 km. A Woking contano di costruirne 375 esemplari, in vendita a un milione di euro.

Lamborghini ricomincia da tre. Nel cinquantesimo anniversario dalla fondazione (1963-2013) la casa di proprietà Audi, ma con sede e attività ben radicate a Sant’Agata Bolognese, ha voluto stupire il mondo con una serie limitata (appena tre esemplari) di un’ennesima supercar estrema. L’innovazione non sta tanto nella tecnologia motoristica (il propulsore è il tradizionale aspirato V12 6,5 litri con potenza portata a 750 cv), quanto nella costruzione in materiali compositi ispirata a quella della Sesto Elemento e nell’esasperazione aerodinamica, che ricorda una volta di più certe soluzioni aeronautiche care a Filippo Perini, il designer che firma tutte le Lambo. La nuova supercar si chiama Veneno, come un toro che furoreggiava all’inizio del secolo scorso, costa la bellezza di 3 milioni di euro (più tasse) e i tre esemplari programmati sono stati già venduti.

Da Porsche nuova 911 GT3 in attesa della 918. A Stoccarda prendono tempo: la 918 Spyder, attesissima nell’elite delle supercar estreme, per ora è ancora un prototipo. Intanto i panzer tedeschi lanciano la quinta generazione della GT3, la più potente e prestazionale della famiglia 911, appena approdata al traguardo dei 50 anni. La nuova GT3 adotta il motore boxer 6 cilindri 3,8 litri con potenza portata a 475 cv, la più alta tra le Porsche aspirate. Esternamente si fa riconoscere per l’enorme alettone posteriore, i cerchi in lega fucinata da 20 pollici, con unico serraggio centrale, l’assetto ribassato e altri dettagli di ispirazione racing, che nella versione Cup (per le corse in pista) sono ancora più accentuati. Con una velocità dichiarata di 315 km/h e accelerazione 0-100 in 3,5 secondi, offre prestazioni da autentica supercar, ma – sostengono a Stoccarda – diventa più sicura e facile da guidare grazie alla novità dell’asse posteriore sterzante attivo, impiegato per la prima volta su una Porsche di serie. Il tutto ad un prezzo lontanissimo da quello delle “tirature limitate” di cui s’è detto: “appena” 140.604 euro. Prime consegne dopo l’estate.

Made in Usa in primo piano. Una anteprima mondiale e una europea. Così gli americani di Chevrolet hanno onorato la presenza a Ginevra, dove hanno presentato le nuove Corvette Stingray coupè e cabrio, magnifiche interpreti, in chiave moderna, d’una consolidata tradizione di sportività “all’americana”. Già vista a Detroit, la coupè è stata esibita per la prima volta nel Vecchio Continente, affiancata dalla versione scoperta, con la quale condivide tutta la meccanica e le prestazioni da record (le uniche modifiche strutturali sulla cabrio si limitano all’alloggiamento della capote e alla diversa posizione degli attacchi delle cinture di sicurezza). La Stingray di nuova generazione è il modello di serie del marchio americano più performante di sempre, con velocità massima dichiarata di 300 km/h e accelerazione 0-100 in 4 secondi (ma questo dato non è ancora ufficiale). Il nuovo motore V8 6,2 litri sfrutta soluzioni tecnologiche avanzate, che consentono di erogare più potenza ottimizzando i consumi. Due possibilità per il cambio: manuale a 7 marce o automatico a 6. Per contenere i pesi, l’auto è costruita facendo ampio ricorso a materiali leggeri come l’alluminio e la fibra di carbonio, mentre il bilanciamento ha mirato a una distribuzione 50/50. Particolare interessante: la Cabrio non ha richiesto rinforzi strutturali, pertanto il rapporto peso/potenza è pressoché identico a quello del modello Coupè. Inutile dire che sulla Cabrio il movimento di apertura/chiusura della capote in tela è automatico e può essere eseguito anche con l’auto in movimento, fino a 50 km/h. Le due Stingray arriveranno in Italia dopo l’estate, con prezzi, non ancora ufficializzati, attorno ai 100.000 euro.

Il caso Nissan Nismo, supercar alla giapponese. La sigla Nismo sta per Nissan Motorsport. Un reparto all’avanguardia, che negli ultimi tempi ha incrementato l’attività, trasferendo sulla produzione di serie le esperienze maturate in laboratorio e nelle corse (vedi 24 Ore di Le Mans). Gli ultimi perfezionamenti sono stati dedicati alla 370Z, che nella nuova versione Nismo porta la potenza del V6 3,7 litri da 328 a 344 cv, e la coppia da 363 a 371 Nm. Per assicurare una guida ancora più adrenalinica, anche il telaio ha subito un profondo restyling, e per rendere il tutto più gustoso è stato modificato il sound del nuovo sistema di scarico. Ottime le prestazioni, con accelerazione 0-100 in 5,3 secondi e velocità massima superiore ai 250 km/h. Tuttavia siamo lontani dagli exploit della straordinaria Nissan GT-R, l’insospettabile coupè 2+2 a trazione integrale che sul circuito del Nuerburgring è diventata l’incubo di tutti i collaudatori e il punto di riferimento per molti concorrenti. Con nuovi iniettori per l’alimentazione e nuova valvola di bypass del turbocompressore, il model year 2013 della GT-R curata da Nismo ha guadagnato un decimo sulla accelerazione 0-100, passando da 2,8 a 2,7 secondi! Confermata la velocità di punta di 315 km/h, mentre vengono annunciati miglioramenti anche nel comportamento dinamico, grazie ad una diversa taratura delle sospensioni. Tutto ciò ad un prezzo inferiore ai 100.000 euro.

Con Rolls Royce lusso e sportività all’inglese. Sinonimo di eleganza e di opulenza, la casa britannica controllata dalla tedesca BMW ha sorpreso la platea ginevrina con la nuova Wraith, prima “vera” coupè prodotta a Goodwood. Realizzata sul pianale accorciato della Ghost, conserva gli stilemi storici del marchio, ma la carrozzeria a due porte (rigorosamente controvento), la linea filante e l’assetto ribassato ne snelliscono un po’ l’aspetto (parliamo comunque di un’auto lunga più di 5 metri e con una stazza di 2360 kg). Il motore è un V12 biturbo di 6,6 litri che eroga 632 cv/800 Nm. Abbinato ad un cambio automatico ZF a 8 rapporti, assicura prestazioni di tutto rispetto, con velocità massima limitata elettronicamente a 250 km/h e accelerazione 0-100 in 4,6 secondi. Inutile dire che la qualità dei materiali e il livello delle dotazioni restano su livelli eccelsi. Tra l’altro, sulla regale coupé britannica debutta il sistema SAT, che riconosce la strada e sceglie automaticamente con quale marcia affrontare una curva. In vendita a fine anno, la nuova Rolls costerà 245.000 euro.

Bentley in campo con la nuova Flyng Spur. E’ la Bentley di serie più potente e veloce di sempre. Spinta da un W12 6.0 litri biturbo da 625 cv, tocca i 322 km/h e passa da 0 a 100 in 4”6. In questo caso non si tratta di una coupè di grandi dimensioni, come la Rolls, ma di una “berlina 4 porte sportiva ad alte prestazioni”, come hanno tenuto a sottolineare i vertici della casa britannica di proprietà dei tedeschi di Volkswagen Group. “Abbiamo realizzato un’auto più leggera, più rigida e più veloce, in grado anche di consumare e di inquinare meno, con una riduzione del 13,5% della CO2” è stato sottolineato. Il ricorso all’alluminio e un accurato affinamento di un design senza tempo hanno contribuito al risultato finale. Tutto ciò senza dire della abituale finitura artigianale dedicata agli interni e della straordinaria quantità di supporti di nuova generazione a sostegno del comfort, della sicurezza e della qualità della vita a bordo: la Bentley Flyng Spoor è un salotto viaggiante dedicato a chi vuole mettere insieme il meglio di lusso e sportività.

Rilancio italiano per l’Aston Martin. Il glorioso marchio inglese (ora controllato dall’italiano Andrea Bonomi) investirà risorse ingenti per aggiornare la gamma e rilanciare la produzione. Intanto a Ginevra ha celebrato il centenario dalla fondazione con la Vanquish Centenary e con la Rapide S. Nel primo caso si tratta di una edizione limitata, modificata essenzialmente nella verniciatura e negli allestimenti interni, per la quale la Casa di Gaydon ha previsto anche una serie di gadget (gemelli per camicia, penne, portachiavi) dedicati agli acquirenti dei cento esemplari che verranno realizzati. Più consistente l’aggiornamento dedicato alla quattro porte Rapide, che nel nuovo allestimento S guadagna un aspetto più aggressivo, grazie alle modifiche al frontale, agli elementi aerodinamici in fibra di carbonio, ai nuovi cerchi in lega da 20” e ad altri piccoli dettagli. Soprattutto, però, la potenza del V12 5,9 litri è stata aumentata del 17%: ora tocca i 558 cv, consentendo prestazioni migliori senza incidere sui consumi: 0-100 in 4,9 secondi, velocità massima di 305 km/h. Se non bastasse, Aston Martin ha festeggiato anche i 60 anni di collaborazione con Bertone, presentando nello stand della gloriosa azienda di Grugliasco l’esemplare unico della Rapide Shooting Brake, una sorta di coupè/wagon a quattro porte e quattro posti realizzata su commissione da un miliardario inglese, ma pronta a diventare una “piccola serie” qualora il successo riscontrato a Ginevra dovesse dare corpo a vere e proprie richieste da parte di altri facoltosi clienti.

Quattro posti super anche per Maserati. La gloriosa casa modenese ha allargato la sua gamma con la nuova GT MC Stradale a quattro posti. Nata dalle esperienza di Maserati Corse (da cui la sigla MC) e imparentata strettamente con la già nota versione a due posti, la più comoda e funzionale quattro posti è dotata del motore V8 biturbo da 460 cv, che assicura prestazioni di altissimo livello (0-100 in 4,5 secondi e velocità massima di 303 km/h) ed un comportamento dinamico da autentica supercar. Il tutto in un abitacolo raffinato e confortevole, che regala il piacere di viaggiare nel lusso, senza rinnegare le emozioni di un telaio ribassato (10 mm all’anteriore, 12 al retrotreno) e adattabile a stili di guida diversi, grazie ai settaggi a scelta (Automatic, Sport e Race). Il prezzo della nuova Maserati è di poco superiore ai 160.000 euro.

Il fenomeno delle hypercar artigianali. Poche ma buone, si producono a mano, si vendono come opere d’arte, roba per intenditori, ma a Ginevra hanno fatto girare la testa a tutti. Sono supercar costruite con un unico obiettivo: stupire, andare oltre. Tra queste, una delle più ammirate è stata ancora una volta la Pagani Huyara, già vista un anno fa ma riproposta con alcune modifiche, tra cui un nuovo impianto audio e, soprattutto, un pacchetto di interventi mirati a migliorare il comportamento dinamico, comprendente uno splitter anteriore e un diverso software dell’aerodinamica attiva. Realizzata da Horacio Pagani, costruttore italo argentino con ateleier nei pressi di Modena, la Huayra è costruita facendo massiccio ricorso alle tecnologie più avanzate e a materiali sofisticati come il carbo-titanio per la monoscocca. La motorizzazione è affidata a un V12 Mercedes biturbo sviluppato appositamente da AMG e accoppiato a un cambio robotizzato a 7 marce. La potenza è di 750 cv, le prestazioni dichiarate sono da sballo: 0-100 km/h in 3 secondi, velocità massima 370 km/h. Ciò grazie anche ad una aerodinamica molto spinta e al peso contenuto in 1350 kg.

Un parterre di lusso e potenze eccezionali. Pagani non è l’unico artigiano del settore hypercar capace di misurarsi con nomi blasonati e di lunga tradizione come Ferrari, McLaren o Porsche. A Ginevra, anzi, il parterre di “artigiani di lusso” è stato ricco e articolato. Certo, non tutti sono stati in grado di presentare novità assolute, molte sono riproposizioni di modelli già noti (come la Panoz Abruzzi che sfrutta il motore V8 turbo della Corvette ZR1, 330 km/h e 0-100 in 3,2 secondi) o la Gumpert Apollos (260 km/h e 0-100 in 2,9 secondi). Ma il tedesco Wiesmann, specializzato in supercar moderne su carrozzerie in stile retro, è riuscito a presentare in anteprima mondiale la GT MF4-CS, una supercar realizzata su base meccanica BMW (V8 4,4 litri 420 cv della M3 E92) che introduce soluzioni di assetto e di aerodinamica mirate esclusivamente alle prestazioni, come il telaio rigido e la grande ala posteriore. Il peso è contenuto in 1350 kg, grazie anche a numerose rinunce, come radio, navigatore e aria condizionata. Non ci crederete, ma non mancano gli appassionati che le auto le vogliono così: spoglie, leggere e maledettamente veloci.

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Lunedì 18 Marzo 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 18:50 | © RIPRODUZIONE RISERVATA