La nuova Toyota Supra

Toyota Supra: sportiva, divertente ed anche confortevole. La sportiva jap stupisce per potenza e maneggevolezza

di Lorenzo Baroni
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MADRID - Che storia quella della Toyota Supra. Tutto ha inizio nel lontano 1967 quando in concessionaria sbarcava per la prima volta la 2000 GT. Si tratta di una vettura con motore benzina da 2,3 litri per una potenza tra i 109 e i 150 cv e che poteva schizzare da 0 a 100 Km/h in soli 8 secondi, nella sua declinazione più potente. Numeri di rilievo per una sportiva sviluppata alla fine degli Anni ’60 e che soprattutto non vantava un passaporto europeo. Certo, il design s’ispirava proprio alle vetture italiane o tedesche, sfoggiando una miriade di dettagli presi in prestito alle auto del “Vecchio Continente” come ad esempio i fari a scomparsa.
 

Il salto successivo ci porta negli Anni ’70 col debutto della A40 - venduta in più versioni. Tra i motori più interessanti che aveva in dote quella Celica c’era anche un 4 cilindri da 110 CV di potenza, riconoscibile dal cofano più corto. L’allestimento più sportivo era proprio quello battezzato Supra; dal cofano allungato, buono a far posto al potente propulsore a 6 cilindri disponibile nelle cilindrate di 2,6 o 2,8 litri.

Successivamente fu il turno della A60, realizzata tra l’81 e il 1986. Per lei le motorizzazioni spaziavano tra i 125 e i 178 cv, com quest’ultima cavalleria capace di rompere il muro dei 10 secondi per il fatidico “0-100” - chiuso in appena 9”8. Anche per lei si rivedono i fari a scomparsa, mentre il look è quello tipico di una sportiva Anni ’80. Via libera quindi all’alettone posteriore in gomma, alle carreggiate allargate e a tante superfici vetrate.

La Toyota Supra A70 è quella che i giapponesi realizzano nella seconda metà degli Anni ’80 fino ai primi ’90 e rappresenta in concreto quel che è destinato a divenire il mito firmato Supra. Esteticamente si confermano i fari a scomparsa, ma anche l’alettone posteriore e le tante prese d’aria sparse sulla carrozzeria. I motori che finiscono in listino sono declinati nella cubatura da 2 - 2,5 e 3 litri, quest’ultimo Turbocharged. Va da sé che per questa variante è la scheda tecnica a cantare vittoria con il dato dell’accelerazione da 0 a 100 Km/h limato ulteriormente ad appena 6,4 secondi.

E chiudiamo questa breve carrellata sulla storia della Toyota Supra con il debutto della celeberrima A80. Qui assistiamo alla consacrazione del modello, che vede la luce tra il 1993 e il 2002. Sotto il cofano ruggisce un potente motore da 326 cv - abbastanza per portare il dato sullo sprint sotto la soglia dei 5 secondi (4,6 per la precisione). Un look che ha fatto scuola, con la zona posteriore ben riconoscibile anche grazie all’ingombrante alettone - poggiato su tratti di matita morbidi e tondeggianti.
 

E oggi è il turno della A90. Sedici anni dopo la storia si ripete e noi siamo stati tra i primi fortunati a metter le mani sulla Toyota Supra 2019. Per lei un motore da 340 cv, un telaio leggero e dai pesi equilibrati, la trazione posteriore e un cambio automatico derivato da BMW - ZF a 8 marce. Queste le caratteristiche base di una nuova Supra destinata a riprendersi in mano il proprio destino. L’abbiamo guidata sulla pista di Jarama e prima sulle sinuose strade di montagna attorno la capitale spagnola. Per completezza possiamo dire che il motore è a 6 cilindri, dall’erogazione dolce e progressiva. Già a fil di gas lascia sbalorditi, anche se il meglio lo regala con l’aumentare dei giri. Si sale velocemente e in un attimo ci si trova nella zona dai colori caldi del contagiri, oltre i 6.500 giri. La prima sensazione sta nel feeling estremo che con cui la nuova Supra sta in strada.

Il telaio è rigido quanto basta, tipico di una coupé, mentre la leggerezza è percepita nei rapidissimi cambi di direzione. Se invece si ha la fortuna di avere a portata di ruota una pista si apprezza l’estremo bilanciamento tra avantreno e posteriore, in virtù di un baricentro davvero basso e del “peso piuma” di questa coupé. Anche la sensazione di sicurezza è elevatissima e si arriva al limite consapevoli che si potrebbe alzare ulteriormente l’asticella. Ma tra i punti di forza della nuova Supra c’è anche il comfort, buono anche se si deve banalmente prendere l’auto per andare a lavoro. L’impiego in città non è mai messo in discussione, anche grazie alle sospensioni che assorbono bene qualsiasi deformazione del manto stradale. Insomma, la Supra che verrà rappresenta il connubio perfetto tra chi pretende un’auto dalle prestazioni ideali per scendere in pista la domenica, e quella clientela che ama distinguersi con una coupé sportiva, facile da guidare e senza limiti per quel che riguarda l’impiego quotidiano.


 

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Martedì 9 Ottobre 2018 - Ultimo aggiornamento: 11-10-2018 10:48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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