La Renault Clio Moschino

Renault, la Clio diventa Moschino: più chic la regina della sua classe

di Mattia Eccheli
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MILANO - Un’auto per sedurre. Non una serie speciale, ma un’intera gamma. Renault Italia ribattezza la propria vettura di maggior successo (nel Belpaese vale il 40% dei volumi), che, nell’ambito di una cooperazione “benedetta” perfino dal quartier generale di Boulogne-Billancourt, a Parigi, diventa Clio Moschino. L’ipotesi che la compatta possa intrigare maggiormente le donne non è affatto da escludere, anche se la Losanga non conferma che l’obiettivo dell’operazione di co-branding sia questo. È la prima volta che un modello viene abbinato al nome di una casa di moda. E Renault Italia ha deciso di consolidare il rapporto con l’atelier milanese controllato dalla Aeffe, la Spa fondata dalla stilista Alberta Ferretti, il cui direttore creativo è Jeremy Scott. Lo scorso febbraio, in occasione della presentazione della coloratissima show car griffata Moschino, il designer aveva dichiarato di amare «il punto di incontro tra moda e mondo dell’automotive perché è la vera cultura pop». Di più: «È fantastico – aveva aggiunto – poter portare Moschino nella vita di tutti i giorni grazie alla collaborazione con Renault».


Il matrimonio è all’insegna del glamour ed arriva ad un anno di distanza dalla prima sfilata congiunta, avvenuta nel novembre del 2017 quando vennero esibite le due varianti della Clio Duel Collection. L’unione anticipa di pochi mesi anche il debutto della nuova generazione della Clio, la quinta, che verrà presentata al prossimo Salone di Ginevra (7 – 17 marzo 2019). La Clio Moschino è la prima auto del segmento a montare di serie la Parking Camera. Un arricchimento della dotazione di serie che la dice lunga sulle modalità di impiego dell’auto, prevalentemente metropolitano, dove risiedono verosimilmente anche i clienti della casa di moda.
Sotto il cofano della macchina straniera più venduta d’Italia (dal 2013) arriva il nuovo turbo da 900 cc con Stop & Start che subentra all’unità aspirata da 1.2 litri. Il tre cilindri benzina da 75 cavalli ha 120 Nm di coppia e nel ciclo misto percorre 20 chilometri con un litro. È un motore sincero che non promette niente che non sappia mantenere e risulta adatto per gli impieghi “naturali” della vettura.


Con la denominazione di Moschino, la Clio guadagna anche alcuni elementi in tinta nero e oro, cioè i colori classici della casa di moda. Si tratta di “decorazioni” applicate di serie sui retrovisori esterni, sulle modanature laterali e sui profili degli aeratori interni e, a richiesta, sui cerchi in lega. I tre allestimenti riservati ai privati (la variante business resta invariata) diventano Life Moschino, Zen Moschino e Intens Moschino. Il prezzo d’ingresso alla gamma è di 14.400 euro, che aumenta di 800 euro per la station wagon, che in Italia si chiama Sporter.
Almeno fino al debutto della nuova generazione, la famiglia Clio Moschino ha in gamma altre quattro motorizzazioni. Il benzina Tce 90, che è a listino anche come bifuel (a Gpl) ed i diesel Dci 75 e 90 cavalli. Quest’ultimo è il solo propulsore al quale si può abbinare la trasmissione automatica Edc: il prezzo è di 22.000 euro. Il cambio di serie è manuale a cinque marce.
 

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Domenica 16 Dicembre 2018 - Ultimo aggiornamento: 18-12-2018 11:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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