Alvaro Bautista con la sua Ducati Panigale V4 R

Panigale V4 R, il missile targato Ducati “domato” da Bautista che domina in SBK

di Franco Carmignani
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BORGO PANIGALE - Pur essendo diventato il parente povero della MotoGP, anche il Campionato Mondiale Superbike vede la Ducati in grande spolvero, pronta a interrompere il dominio di Jonathan Rea e della Kawasaki ZX-10R che va avanti ininterrotto da quattro anni. Nelle prime 11 gare 2019 – 2 per ogni week end di core – le “rosse” hanno vinto 11 volte, raggiungendo poi quota 12 con il successo di sabato a Jerez in Spagna.

Il merito di questa rinascita – Ducati non vince il titolo dal 2011, va condiviso tra la nuova Panigale V4 R e il “fantino” Álvaro Bautista, che nel 2006 aveva vinto il titolo iridato della classe 125 con l’Aprilia. Lo spagnolo è riuscito ad adattarsi rapidamente alla nuova categoria e ai freni Brembo in acciaio, nonostante nelle ultime 8 stagioni avesse guidato le MotoGP dotate di freni in carbonio. ​

La Panigale V4 R va così ad inserirsi nella collana delle Ducati SBK, che dal 1988 hanno vinto complessivamente più di trenta titoli iridati, tra piloti e costruttori.

La lunga striscia rossa si apre con la 851 che ha permesso a Ducati di prendere le misure nel biennio 88-89, per poi esplodere nel 1990 con 9 vittorie (e 12 secondi posti) e il titolo Mondiale Piloti, il primo per la Casa di Borgo Panigale, vinto da Raymond Roche.

La Ducati 888, naturale evoluzione della 851, ha fatto subito la differenza grazie ai 6 kg in meno di peso a vuoto rispetto alla sorella maggiore e ad 8 Cv in più di potenza. Ventuno vittorie nel 1991, venti nel 1992 e 19 nel 1993 ossia 60 nel triennio su 78 gare disputate. Ha vinto 2 Mondiali Piloti con Doug Polen e 3 Costruttori.

Uscita dalla matita geniale di Massimo Tamburini, la 916 è una delle icone della Casa di Borgo Panigale grazie al suo design, le scelte stilistiche e un motore super che le hanno permesso di mietere vittorie a raffica: 65 gare, 4 titoli Piloti (3 con Carl Fogarty, 1 con Troy Corser) e altrettanti Mondiali Costruttori in 5 anni.


Per la sua prima stagione nel Mondiale la 916 è dotata di dischi in carbonio da 290 mm di diametro che però viene bandito da partire dal 1995 per il principio di contenimento dei costi. I migliori team passano ai dischi in acciaio da 320 mm, mentre i meno abbienti si servono dei dischi in ghisa da 320 mm.

Insieme alla sospensione posteriore ancorata al monobraccio, la pinza monoblocco ad attacco assiale realizzata da Brembo rendono la 916 – soluzione che sembrava impossibile da realizzare per le lavorazioni millimetriche del corpo pinza – la linea di demarcazione tra le vecchie e le nuove supersportive stradali.

Arrivare dopo una moto vincitutto come la 916 non era facile. Invece la 996 mise subito le cose in chiaro, vincendo le prime 5 gare a cui partecipa, nel 1999. Quell’anno conquista 16 vittorie e i due titoli (con Carl Fogarty quello Piloti). Dopo un 2000 deludente ritorna in cima al mondo dominando (14 vittorie) con Bayliss, Bostrom e Xaus.

A rendere invincibile la ciclistica della 996 contribuirono le nuove ruote a 5 razze in lega leggera realizzate da Marchesini (azienda del gruppo Brembo) e l’impianto frenante di ultima generazione, composto da un doppio disco anteriore da 320 mm e un disco singolo posteriore da 220 mm, entrambi in acciaio.

Con 63 gare vinte la successiva 996 è il secondo modello più vincente di sempre e anche la più longeva, tenendo banco in un arco di 5 anni. Mattatrice nel 2003 con 20 vittorie su 24 gare (Neil Hodgson campione), si ripete l’anno dopo con 17 vittorie (James Toseland iridato). Nel 2006 altra doppietta con Troy Bayliss.

Un solo Mondiale, ma Costruttori, l’ha vinto anche la 998, che ha rappresentato il trait d’union tra la 996 e la 999: è infatti stata impiegata dal team ufficiale solo nel 2002 quando Troy Bayliss ha vinto 14 delle prime 17 gare salvo perdere il titolo Piloti per 11 punti. Le squadre satellite se ne sono servite anche nel biennio seguente.

A differenza del motore che rappresenta l’evoluzione del Testastretta montato sulla 999, la ciclistica della 1098 è completamente nuova e i risultati si vedono subito. Conquista 2 Mondiali nel 2008 (il titolo Costruttori e quello Piloti con Troy Bayliss), il titolo Costruttori nel 2009 e ambedue i titoli nel 2011: quello Piloti con Carlos Checa con le moto gestite dall’Althea Racing, la struttura tecnica di Civita Castellana di Ginesio Bevilacqua.

Pur essendo quella che ha disputato più edizioni del Mondiale, 6 di fila dal 2013 al 2018, la Ducati 1199 è anche l’unica a non aver vinto alcun titolo iridato. In tutto ha raccolto 28 vittorie, con un picco di 11 con Chaz Davies nel 2016, ma ha anche attraversato un biennio buio (2013-2014) in cui non è riuscita a conquistare alcuna gara. ​

La serie di 11 vittorie di fila per una moto esordiente non ha precedenti: nel 2002 la 998 ha vinto le prime 6 gare e l’anno dopo la 999 le prime 9. Il bilancio della V4 R aggiornato a Jerez è di 12 vittorie e 3 secondi posti.

Ed è destinato a migliorare…​


 

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Lunedì 10 Giugno 2019 - Ultimo aggiornamento: 11-06-2019 12:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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