Harald Wester, ad di Maserati

Wester (Maserati): «Cinque modelli nuovi nel prossimo triennio e l’intera gamma elettrificata»

di Alberto Sabbatini
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SHANGHAI - Cinque modelli nuovi nei prossimi tre anni e l’intera gamma completamente elettrificata. Ibrida oppure elettrica. E poi un efficiente sistema di guida assistita. Infine il rilancio della fabbrica di Modena. Sono le tappe del rilancio della Maserati che ha in mente Harald Wester, amministratore delegato da pochi mesi. Sono 18 mesi che il tridente non punge più. Il marchio di lusso italiano, fiore all’occhiello di Marchionne negli ultimi anni perché aveva imboccato una parabola ascendente che l’aveva portato a macinare profitti negli anni recenti, langue da un po’ di tempo. È passata dalle 52.000 auto vendute nel 2017 alle 35.000 del 2018. E nel primo trimestre di quest’anno il calo sta continuando con una flessione del 41% rispetto allo stesso periodo del 2018. Le cause sono sia l’invecchiamento dei modelli, sia la stagnazione delle vendite sul mercato cinese. Ma Wester ha la ricetta per tornare a far pungere il tridente Maserati nell’affollato mercato delle auto di lusso.
Di esperienza nell’industria automobilistica questo ingegnere tedesco di 61 anni che vive in Italia da quasi venti, ne ha da vendere. È uno dei pochi tecnici con formazione scientifica diventati manager aziendali. Wester sa come gestire un’azienda da entrambe le prospettive: sia quella tecnica che finanziaria. Il gruppo FCA l’ha girato un po’ tutto quanto da quando nel 2002 venne in Italia a lavorare prima per Ferrari, poi come responsabile del settore tecnico di tutto il gruppo FCA, quindi è stato a capo di Alfa Romeo. Ha già guidato la Maserati fino al 2016, rilanciandola e innescando quel ciclo positivo di vendite che oggi s’è esaurito. Da qualche mese Mike Manley lo ha rivoluto a capo del tridente. Perché il marchio di lusso modenese è strategico per i fatturati dell’intera FCA. Così Wester si è messo al lavoro duramente. In questa intervista ci racconta i suoi progetti.
 

 

Qual è il piano per rilanciare la Maserati?
«Prima di tutto allargare la gamma dei modelli. A Maserati mancano una vera sportiva e un Suv di taglia grande. Per avere successo, anche un marchio premium come il nostro deve garantire ai mercati più importanti, Cina e Stati Uniti in testa, un costante flusso di prodotti e novità. Con pochi modelli non si va da nessuna parte.
Per adesso abbiamo tre auto in gamma: Ghibli, Quattroporte e Levante, perché GranTurismo e GranCabrio sono ormai a fine vita. Troppo pochi. Perciò da quando sono rientrato in Maserati lo scorso ottobre, ho studiato la gamma per gettare le basi di un rifacimento totale della nostra linea di modelli. Il primo di questi arriverà già nel 2020: produrremo una nuova vettura sportiva».

La versione definitiva del coupé Alfieri di qualche anno fa?
«No, sarà un’auto decisamente sportiva in linea con l’immagine Maserati».

E le altre?
«Nel terzo trimestre del 2020 ci sarà una totale rivisitazione di Ghibli, Quattroporte e Levante. Nel 2021 realizzeremo un nuovo Suv (di medie dimensioni, ndr). Sempre nel 2021 lanceremo la coupé che prenderà il posto dell’attuale GranTurismo. Da questa nel 2022 ricaveremo anche una versione scoperta, l’erede della GranCabrio. Infine nel 2023 produrremo un altro Suv, di taglia grande e la nuova Quattroporte. Quindi cinque modelli tutti nuovi più la cabrio derivata dalla GT».

Vi manca ancora un ibrido...
«Sarà la seconda fase del rilancio. Tutti questi nuovi modelli saranno equipaggiati con propulsori ibridi oppure solo elettrici».

Quanto dovremo aspettare per una Maserati a batterie?
«Poco più di due anni. La prima Maserati elettrica la vedremo fra il 2021 e il 2022. Ma su questa propulsione c’è da fare un discorso particolare. L’elettrico è stato mistificato, il problema da superare non è l’integrazione dei componenti, ma sono i costi. Le batterie e il dover rifare gli impianti delle fabbriche alzano la spesa».

Maserati avrà un sistema di guida assistita?
«Si, ci stiamo lavorando. Avremo presto la guida autonoma di livello 3. Ma anche su questo si è un poco esagerato. Qui la colpa è della gente della Silicon Valley che è stata troppo ottimistica nelle previsioni facendo credere al mondo che presto le auto avrebbero marciato da sole. Le cose sono più complicate di quanto si pensi».

E come stanno?
«Nessuno ha ancora la ricetta magica. Il vero automatismo, quello di livello 4, è una cosa futuristica. Qualche anno fa Marchionne mi chiese di documentarmi sull’argomento. Ho girato il mondo e parlato con i più esperti. Ognuno era convinto di avere la soluzione ideale in tasca, ma non era così. Per questo ho detto al consiglio FCA che era il momento di cooperare tra aziende concorrenti per progredire tutti insieme. Perché si tratta di tecnologie estremamente care. Infatti sulla guida autonoma noi di FCA abbiamo stretto una collaborazione con BMW, poi si è aggiunta anche Mercedes. Sulla guida autonoma si è sviluppata l’unica vera collaborazione fra costruttori».
 

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Martedì 11 Giugno 2019 - Ultimo aggiornamento: 13:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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