Barche in porto

Sancita la pace, il 6 febbraio data storica per la nautica italiana. Ma Azimut resta fuori, e i “piccoli” vanno da soli

di Sergio Troise
  • condividi l'articolo

GENOVA - Giornata storica per la nautica italiana, o meglio per le imprese che operano nel settore con l’obiettivo di sviluppare insieme il business legato alla cantieristica e a tutte le attività della filiera, dal refitting alla componentistica, dai servizi alla portualità e al turismo nautico. Il 6 febbraio è stata sancita infatti, definitivamente, la pace all’interno del comparto. Una comunicazione formale partita da Genova ha informato che “il processo di riunificazione della filiera nautica da diporto in un’unica associazione nazionale, fortemente rappresentativa in Italia e all’estero, inserita nella casa comune di Confindustria, si è concluso positivamente”.

Per chi non conoscesse la storia della lunga diatriba che ha avvelenato il comparto negli ultimi anni vale la pena ricordare che cosa accadde nel mese di settembre del 2015, quando un gruppo di aziende tra le più rappresentative (in testa Azimut-Benetti, Baglietto, Ferretti Group, Perini Navi) uscì polemicamente da Ucina Confindustria Nautica per costituire un gruppo autonomo denominato Nautica Italiana. Affiliati un centinaio di soci e affidata la presidenza a Lamberto Tacoli, Nautica Italiana aderì a Fondazione Altagamma e avviò una collaborazione con Fiera Milano per organizzare, in antitesi con Genova, un salone del lusso nautico a Viareggio.

Forte del fatto di rappresentare le aziende con i fatturati più sostanziosi del comparto e di maggiore visibilità internazionale, l’associazione ha portato avanti per quattro anni progetti autonomi, sentendosi anche in diritto di interloquire con le istituzioni per trattare questioni normative ed economiche. Insomma, un’attività parallela a quella storicamente condotta da Ucina, che ha provocato rivalità, liti e gelosie, finendo con l’indebolire la credibilità dell’intero comparto.

Il 2019 è stato l’anno del progressivo riavvicinamento. E l’inizio del 2020 quello della pace. I soci di Nautica Italiana hanno deciso di deporre le armi e di trattare il ritorno a casa. Non più però sotto il tetto di Ucina, ma di Confindustria Nautica. Le assemblee delle due associazioni del 18 e19 dicembre scorsi hanno sancito infatti le modifiche allo statuto Ucina e hanno scelto di ritrovarsi nella casa comune, sotto il tetto confindustriale.

La ripartenza, come detto, è scattata il 6 febbraio, a conclusione del Consiglio Generale di Confindustria Nautica, riunitosi a Genova per formalizzare le adesioni dei nuovi soci. Contestualmente è stato avviato il processo per l’integrazione degli organi direttivi dell’associazione a livello di consiglio e di assemblee di settore.

Fra i nomi che hanno aderito nei giorni scorsi figurano Baglietto e Cerri (entrambi del Gruppo Gavio), il Gruppo Ferretti (Ferretti Yachts, Pershing, Riva, Itama, Mochi, CRN, Custom Line, Wally), Fincantieri Yachts, Perini Navi, Anvera/Lg, Sacs, ma anche gli studi di progettazione Zuccon International e Francesco Paszkowski Design, alcuni porti turistici come Marina di Portofino, Porto Lotti, Marinedi Group. “Molte ulteriori adesioni sono in corso di formalizzazione” informa il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, aggiungendo: “Voglio ringraziare Lamberto Tacoli per questo percorso condiviso e con piacere oggi posso salutare i nuovi soci”.

Il comunicato dell’ufficio stampa sottolinea che “sono già quasi quaranta le iscrizioni ricevute da Confindustria Nautica” e informa che “il Consiglio Generale dell’associazione di categoria ha confermato la volontà di coinvolgere il prima possibile i nuovi soci nelle attività delle assemblee di settore, perché contribuiscano con idee e proposte”. Nessun riferimento è stato fatto invece sulla posizione intransigente di Azimut-Benetti, uscito da Nautica Italiana prima che venisse formalizzata la riunificazione, proprio con l’obiettivo di non sentirsi coinvolti nel processo di pace. Del tutto ignorata anche la questione sollevata da AFINA, l’Associazione Filiera Italiana della Nautica costituitasi a Napoli, che rappresenta circa 130 soci e contesta al gruppo dirigente ligure di non curare al meglio gli interessi della piccola e media nautica, e per questo ha in preparazione per ottobre (subito dopo Genova) un salone nautico a Bologna organizzato “in proprio”. La linea adottata a Genova è andare avanti per la propria strada, raccogliendo adesioni anche tra dealer e rivenditori ed evitando polemiche in pubblico. Meglio così, anche se dietro le quinte non mancano scontri piuttosto aspri di cui nessuno parla, né a Genova né a Napoli.

  • condividi l'articolo
Venerdì 7 Febbraio 2020 - Ultimo aggiornamento: 09-02-2020 19:24 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
0 di 0 commenti presenti