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GINEVRA - Sotto i riflettori del Palexpo di Ginevra ha fatto molta scena, nello stand della Smart, il concept Forease+, evoluzione della piccola show car vista nel 2018 al Salone di Parigi, che prefigura, con qualche ardito volo pindarico, una eventuale Smart Cabrio su base EQ Fortwo, con tetto in tela non ripiegabile (è rigido e removibile) e motorizzazione full electric. Ma la vera novità del marchio di proprietà di Daimler-Mercedes la vedremo nel mese di settembre al Salone di Francoforte, dove verrà presentato in pompa magna il face lift dell’attuale Smart, auto destinata – come annunciato da tempo – a rinunciare del tutto ai motori termici a benzina, per essere proposta, proprio da settembre, esclusivamente nella versione EQ full electric.
Un’operazione rivoluzionaria, che sarà guidata da Katrin Adt, 46enne manager tedesca insediatasi a settembre 2018 al vertice della marca specialista in citycar. Alla signora Adt abbiamo posto alcune domande. Qui di seguito l’intervista.
Signora Adt, è stata fatta una valutazione su quanto rischiosa possa risultare l’operazione full electric per la Smart?
“Qualsiasi attività di business comporta dei rischi. Ma in questo caso ci sentiamo abbastanza sicuri. La Smart, infatti, è nata venti anni fa proprio con l’obiettivo di essere un’auto elettrica, adatta ai centri urbani, pratica, maneggevole e rispettosa dell’ambiente. Ma all’epoca i tempi non erano ancora maturi. Ora è il momento giusto. Siamo a posto con la tecnologia e con la sensibilità ambientale che si sta diffondendo nel mondo. La domanda di auto elettriche aumenterà”.
Quando cesserà la produzione delle Smart benzina?
“Da metà anno”.
E che fine faranno le auto a benzina prodotte?
“Finiranno ancora sul mercato e verranno vendute a coloro che non vogliono ancora aprirsi all’elettrico. L’Italia, che finora è stato il secondo paese importatore, avrà sicuramente una scorta importante”.
L’Italia, però, potrebbe rimanere indietro sul versante EQ visti i ritardi nell’allestimento di una valida rete di distribuzione dell’energia. Non pensa che possa profilarsi un forte calo di vendite?
“Indubbiamente la Smart elettrica si diffonderà più rapidamente nei paesi dove i punti di ricarica sono più avanti, e infatti prevediamo che andrà sicuramente bene in Germania. Le città tedesche sono avanti. Ma con il tempo tutti si adegueranno”.
Anche in Nord Europa l’elettrico è già molto diffuso. Puntate molto sulla Norvegia?
“Finora in Norvegia non abbiamo avuto una rete di distribuzione Smart. Ora ci stiamo organizzando e già abbiamo ottimi riscontri. E’ chiaro che andrà meglio nei Paesi dove ci sono incentivi governativi e infrastrutture per la ricarica, comunque la sensibilità ambientale è in aumento ovunque e l’idea di acquistare un’auto elettrica si fa strada sempre più nell’opinione pubblica”.
Ci saranno formule diverse dall’acquisto vero e proprio?
“Stiamo lavorando a un progetto mirato alla diffusione del car sharing. E presenteremo una novità assoluta, mirata a realizzare una sorta di car sharing familiare, o aziendale, per condividere l’auto tra un numero di persone ristretto ma affiatato. Pensi a quattro studenti fuori sede che vogliono dividersi l’uso dell’auto accollandosi un quarto della spesa”.
E sul piano tecnico come cambierà la Smart EQ di nuova generazione?
“A Francoforte presenteremo un face lift con qualche elemento di novità, ma non sono previste rivoluzioni né per lo stile né per le dotazioni. Semmai ci saranno molti aggiornamenti nell’offerta di servizi per semplificare l’uso e la gestione dell’auto. Sarà anche possibile recapitare un pacco in auto utilizzando smartphone per gli ordini e i pagamenti”.
Aumenterà l’autonomia?
“I clienti non ce lo chiedono e dunque non è una priorità. I 160 chilometri attuali per una citycar bastano e avanzano. Un cliente smart usa l’auto quasi al cento per cento in città e percorre in media 30 km al giorno. Aumentare l’autonomia non è dunque una esigenza”.
E verranno incrementati i sistemi per l’assistenza alla guida?
“Disponiamo di tutta la tecnologia necessaria per l’innovazione e non ci manca una visione sulla guida autonoma, ma sulla Smart è sufficiente ciò che già c’è oggi, ovvero dispositivi come il cross wind assist, che corregge la traiettoria se si sorpassa involontariamente la linea di mezzeria, così come il segnale di avvicinamento pericoloso al veicolo che precede, mirato ad evitare tamponamenti”.