Alessandro Lago è direttore di Motor1.com Italia e InsideEVs.it, le testate che organizzano “From 100% to 5%”, evento giunto alla quinta edizione.

“From 100% to 5%”, l'organizzatore: «Quest’anno la nostra prova guarda ad accessibilità ed efficienza»

di Nicola Desiderio
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Alessandro Lago è il direttore di Motor1.com Italia e InsideEVs.it, le testate che anche quest’anno organizzano “From 100% to 5%”, la prova che per il quinto anno utilizza il Grande Raccordo Anulare intorno a Roma come proving ground per saggiare l’efficienza e l’autonomia delle auto elettriche misurate in un contesto reale.

Direttore, che edizione è questa?

«Questa è l’edizione della speranza, quella nella quale vogliamo capire se stanno arrivando i prodotti giusti per il mercato italiano dove i segmenti A e B e coprono il 50% delle vendite. È vero che questi modelli arrivano trovando c’è un sentiment negativo nei confronti dell’auto elettrica, è vero che c’è tanto scetticismo alimentato da tante fonti, ma il prodotto potrebbe essere la chiave di volta per superarlo perché crea curiosità e attenzione e potrebbe far superare le barriere mentali che ancora esistono. Questo potrebbe essere dunque il momento di svolta per questa tecnologia nella quale noi crediamo ben sapendo che non è per tutti e potrebbe diventarlo nell’arco dei prossimi 15-20 anni».

Quali sono le novità di questa edizione?

«La novità è che abbiamo preso solo auto compatte e, ove possibile, nelle versioni “standard range” dunque con le batterie più piccole perché crediamo che bisogna educare le persone al fatto che batteria più piccola vuol dire meno costi, meno peso, dunque più efficienza e costi di gestione più bassi. Chiaramente, ci sono persone alle quali serve più autonomia e sono pronte a spendere di più per averla, ma è anche vero che oggi c’è una sproporzione di attenzione rispetto al tema dell’efficienza che invece riguarda chi non ha bisogno di fare tanti km ed è disposto magari a fare qualche sosta in più quando viaggia risparmiando sul costo dell’auto».

Concentrarsi sull’autonomia piuttosto che sul consumo è come se comprassimo un’automobile a benzina o a gasolio pensando a quanto grande è il suo serbatoio. Cosa che non facciamo mai… e questo dimostra che si tratta di un’altra bandiera mentale. Secondo lei, è pronta ad essere abbattuta?

«No, però bisogna cominciare. È una strada lunga come tutte le questioni che riguardano l’auto elettrica. Sono concetti che sembrano complicati, ma in realtà non lo sono, devono però essere affrontati per tempo e con calma. Per questo ci concentreremo stavolta prima sul consumo e poi sull’autonomia che rimane un parametro funzionale fondamentale per l’automobilista, ma che va visto in rapporto al tipo di utilizzo e alle proprie esigenze».

Perché il GRA come banco di prova?

«Perché il GRA rappresenta le 4 stagioni del traffico. Si va a 30, 50 o fino a 130 km/h e subito dopo si rimane fermi in colonna… non c’è un ciclo di omologazione che rappresenta meglio, secondo noi, la vita del normale utilizzo della vettura in una città grande o media. Ovviamente anche il GRA non è un ciclo inattaccabile, ma alla fine permette di vedere il comportamento effettivo di un’automobile. La condizione più importante è la contemporaneità di condizioni e del percorso che limita il fattore umano e dello stile di guida».

Le automobili elettriche in arrivo sul mercato sono sicuramente più accessibili, compatte, vanno bene per le famiglie e si fanno valere anche per l’autonomia. L’esperienza del cliente con queste vetture potrà aiutare tutti a vedere l’auto elettrica in modo diverso?

«Sì, perché sono modelli più emozionali del passato e compensano con la componente irrazionale la scelta dell’auto che quasi mai dipende dalla razionalità. A maggior ragione per l’auto elettrica per la quale attingere a dati oggettivi è francamente difficile. Bisogna andare oltre tutti questi fattori di calcolo e puntare a qualcosa che faccia innamorare il pubblico. Se pensiamo al primo iPhone, la batteria durava mezza giornata rispetto ad altri telefoni che duravano una settimana e più, ma lo si comprava per il piacere di possederlo ed usarlo. Tutti se ne fregavano di questo difetto o facevano finta che non fosse un problema, anzi sostenevano che ricaricare era un piacere. Per l’auto elettrica è la stessa cosa: bisogna che il cliente ne scopra i piaceri e percepisca tutti i suoi valori aggiunti».

Si parla tanto di ecosistema per l’auto elettrica in rapporto all’utilizzo, questo evento invece, che si avvale della collaborazione di partner come Pininfarina e di “Laudato si’”, mette in evidenza un ecosistema di valori che coinvolge anche la sfera estetica e religiosa. Può essere importante anche questo per far affermare l’auto elettrica?

«Sicuramente. La parte della bellezza è essenziale per quello che dicevamo prima: perché aiuta a superare le barriere legate alla razionalità. Per quando riguarda l’ambito religioso, a noi piace il messaggio dell’enciclica “Laudato si’” che, a prescindere dal fatto di essere credenti o meno, promuove una transizione ecologica realistica, dove la parola chiave è proprio “realistica”. Il realismo è non venderci sogni e non prometterci che sarà tutto facile e veloce, ma sapere che siamo di fronte ad una questione complessa e faticosa. Per questo, abbiamo scelto la partenza di questa edizione di “From 100% to 5%” da Piazza San Pietro e invito tutti a visitare il borgo di “Laudato si’” che si trova a Castel Gandolfo ed è un bellissimo esempio di come si possa creare un ecosistema di questo tipo».

La situazione geopolitica e dell’opinione pubblica non è certo ottimale per l’auto elettrica con il paradosso che Elon Musk, ovvero chi ha creato Tesla, è diventato uomo di governo all’interno di un’amministrazione che avversa dichiaratamente l’auto elettrica. Come si spiega?

«È una domanda molto difficile. Io non mi sono fatto ancora un’opinione precisa in merito, ma altri sì. Alcuni pensano che Elon Musk si stia facendo trascinare dalla sua mania di grandezza. Ne ho parlato con molti “teslari” o teslisti” della prima ora e loro osservano il cambiamento repentino della persona che potrebbe avere conseguenze anche su altri aspetti. Probabilmente, ci sono anche calcoli che non vediamo e che vedremo cammin facendo, però la variabile “megalomania” è quella più accreditata attualmente. Tra qualche mese capiremo…».

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Giovedì 23 Gennaio 2025 - Ultimo aggiornamento: 12:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA