Antonello Coletta, Capo Ferrari Endurance e Corse Clienti

Antonello Coletta (Ferrari) 2024: «Il WEC è poco meritocratico, il nostro punto di forza è la stabilità»

di Michele Montesano
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IMOLA – Le Finali Mondiali Ferrari non sono state solamente l’occasione per celebrare il Cavallino Rampante in pista, ma anche uno spunto per trarre un bilancio delle attività sportive della stagione che sta per volgere al termine. Quest’anno è toccato all’Autodromo di Imola ospitare i festeggiamenti per la conquista della 24 Ore di Le Mans, la seconda di fila conquistata dagli uomini di Maranello con la 499P. Quale miglior occasione per incontrare Antonello Coletta, Capo Ferrari Endurance e Corse Clienti, e poter parlare del presente e del futuro sia della squadra del Cavallino Rampante che del FIA WEC.

Siamo agli sgoccioli della stagione, a una sola gara dal termine del campionato può fare un primo bilancio?

«Non mi piace valutare il campionato guardando la classifica, preferisco valutare gara per gara. In Qatar la Porsche era superiore, a Imola abbiamo commesso un errore che ha compromesso il risultato finale. A Spa-Francorchamps la bandiera rossa non ci ha sicuramente aiuto, eravamo al comando prima dell’interruzione. Infine a San Paolo e soprattutto al Fuji abbiamo sofferto molto. Se avessimo vinto in Belgio probabilmente la classifica del campionato ora sarebbe differente. Vedremo come andrà in Bahrain, non sarà semplice conquistare il successo nella classifica costruttori, ma nulla è scontato».

Rispetto allo scorso anno cos’è cambiato?

«Chiaramente i rivali sono cresciuti. Noi dobbiamo essere sempre pronti a spingere e dare il meglio, senza dimenticare l'affidabilità. Nel 2023 ci fu solamente un guasto, mentre quest’anno abbiamo perso la Ferrari numero 83 nel corso della 24 Ore di Le Mans. Poi abbiamo accusato un altro problema sulla Ferrari numero 51 ad Austin (guasto alla trasmissione n.d.r.) e un ulteriore contrattempo al Fuji. Il livello del campionato sta crescendo, tutti spingono e di conseguenza l'auto necessita di maggior attenzione. Siamo nell’Endurance e l'affidabilità è una delle caratteristiche più importanti su cui bisogna porre attenzione».

Quale avversario l’ha stupita maggiormente?

«È importante rispettare sempre tutti gli avversari. Chiaramente Porsche ha fatto un bel salto, questo è innegabile, poi è sempre bene analizzare tutte le sfaccettature di un campionato. Personalmente non piace tirare le somme alla fine della stagione, mi piace di più andare a vedere gara per gara quello che è successo. Perché ogni verdetto di ciascuna corsa, per come è configurato il regolamento di questo campionato, fa una storia a sé. In Qatar abbiamo visto una Porsche superiore a tutti, era fin troppo scontato l’esito finale. A Imola noi eravamo innegabilmente più veloci e l’abbiamo persa per un nostro errore. Nella 24 Ore di Le Mans abbiamo vinto. Mentre nelle successive gare abbiamo sofferto di più, sia in Brasile che soprattutto al Fuji. Se andiamo a vedere l’insieme di tutte queste gare, oggi possiamo dire che solo con la gara di Spa, se fosse finita veramente dopo sei ore, noi eravamo primi in campionato costruttori e subito dietro nei piloti. Questo vuol dire che se uno va a vedere la forza della macchina, del team e dei piloti nell’arco del campionato, noi siamo stati probabilmente più competitivi». 

Il prossimo anno ci sarà un avversario in più: Aston Martin però adotterà una LMH senza ibrido?

«Molti nostri competitor costruttori hanno storto il naso in merito. Però Aston Martin ha letto il regolamento e ha realizzato una vettura in funzione delle regole attuali quindi è legale. Certamente è una LMH diversa da tutte le altre che abbiamo visto quest’anno. È difficile dire oggi dove si posizionerà Aston Martin, perché non abbiamo elementi e, tantomeno, non l’abbiamo vista ancora all’opera. Sicuramente sono competenti, capaci e hanno vinto tanto, noi non sottovalutiamo nessuno. Come sappiamo arriveranno ancora altri costruttori in futuro. Pertanto credo che in questo campionato ci siano ampi margini di crescita. È importante che anche le attuali regole e le decisioni, che si stanno prendendo per il futuro, vengano fatte in maniera ben ponderata. Sarebbe un peccato perdere tutto ciò che è stato realizzato finora».

In particolare si riferisce al sistema usato da FIA e ACO per equiparare, di gara in gara, le vetture?            

«Siamo tutti degli appassionati di automobilismo e di corse e, in quanto tali, crediamo nella meritocrazia. La cosa più bella sarebbe potersi esprimere al meglio di quello che ogni singola squadra può fare. Ma, come sappiamo, non è sempre possibile nell’effettivo poter avere riscontro in funzione del proprio valore. Personalmente penso che la cosa migliore sia quella di discutere con la comunicazione del campionato. Cercare di trovare una linea comune che possa far sì che l’interesse per il WEC sia sempre più importante e che non venga meno proprio in funzione del fatto che su certi argomenti non si possa parlare».

Avete iniziato questa stagione con la stessa identica vettura dello scorso anno, come mai non avete sfruttato subito i gettoni di sviluppo?

«Lo abbiamo dimostrato a Le Mans quando abbiamo vinto per due volte di fila la 24 Ore con la stessa identica vettura, cosa che non credo siano riusciti a fare altri. Avendo pochi gettoni di sviluppo bisogna essere sicuri di spenderli al meglio».

Quindi l’avete speso durante la stagione, più precisamente nella 6 Ore di San Paolo…

«Il primo gettone è stato speso dopo la 24 Ore di Le Mans. Nello specifico abbiamo modificato la configurazione aerodinamica della vettura, più qualche altro piccolo accorgimento che ha completato la nuova omologazione. Abbiamo molte idee, cominciamo a conoscere sempre meglio la nostra auto ed è la situazione ideale».

Avete già in mente come e dove sfruttare i prossimi gettoni?

«Stiamo vagliando diverse strade, avendo però ancora solo quattro gettoni dobbiamo essere sicuri di spenderli al meglio. Faremo test al simulatore, visto che in pista ci sono delle limitazioni. Procediamo con molta prudenza ragionando su quali potrebbero essere le modifiche più consistenti e redditizie, anche in funzione a come evolvono i regolamenti tecnici. Non credo andremo a fare altri interventi sull'auto, nel corso della prossima stagione faremo invece valutazioni».                                                                     

Quanto è difficile valutare l’introduzione di una modifica?

«Non è facile perché il regolamento tecnico LMH comporta il “congelamento” della vettura una volta omologata. Di conseguenza bisogna far fronte a dei compromessi in funzione delle piste su cui si va a correre, cercando di bilanciare il più possibile l’auto. Quando spendi il gettone bisogna pensare al momento più favorevole in funzione anche alla pista su cui si sta per correre. Quest'anno abbiamo ritenuto opportuno arrivare a Le Mans senza modifiche, perché quelle che avevamo pensato ci avrebbero aiutato maggiormente nella seconda parte di stagione».

Avete confermato i due equipaggi della Ferrari, per il secondo anno consecutivo, c’è fiducia nel team?

«Ci siamo sempre distinti per consistenza e continuità delle nostre scelte sui piloti. Ricordo che quando partì l'avventura con la 499P ci furono critiche sulla scelta dei piloti GT, con l'inserimento di Antonio Giovinazzi nella formazione. Siamo rimasti estremamente soddisfatti. Anche gli scettici si sono ricreduti dopo aver vinto la 24 Ore di Le Mans per due volte e con equipaggi diversi. Oggi possiamo dire che tutti e sei i piloti delle 499P ufficiali hanno vinto a Le Mans, la scelta fatta non è stata sbagliata. Anche per la squadra non abbiamo stravolto l'organigramma, ma abbiamo apportato solo qualche piccola modifica per provare a migliorare dove si può». 

Per quanto riguarda la Ferrari Hypercar gestita da AF Corse invece?

«Per la Ferrari numero 83 non posso dire ancora nulla perché non abbiamo deciso l'intera formazione. Il nostro obiettivo sarebbe di annunciarlo poco prima del Bahrain. Ci siamo quasi, ma preferisco attendere le firme di tutti i piloti».

A proposito di Bahrain, nei Rookie Test farà l’esordio sulla 499P Arthur Leclerc. Potremo vederlo sulla 83 il prossimo anno?

«Arthur Leclerc è un pilota Ferrari, ma non è al momento una delle scelte per il 2024. Quest’anno è alla sua prima esperienza nell'endurance. Con lui abbiamo concordato l'obiettivo di continuare a crescere nella categoria per prepararsi al meglio e, nel caso, vedere se in un futuro sarà pronto per i prototipi. Così come avvenuto con Fuoco e Nielsen, la filosofia Ferrari è di crescere i nostri piloti sfruttando i programmi che abbiamo e formarli al meglio per affrontare nuove sfide».

Non sarebbe suggestivo vedere Charles Leclerc prendere il via della 24 Ore di Le Mans con la Ferrari?

«Sappiamo bene che a Charles Leclerc piacerebbe correre la 24 Ore di Le Mans un giorno, ma credo che ora sia totalmente assorbito dalla F1. Stiamo pensando ad una formazione che possa difendere i colori di Ferrari in tutto il campionato, inserire un pilota solo per una gara significherebbe far perdere a uno dei titolari i punti per lottare per il Mondiale quindi andare poi a penalizzare l'intero equipaggio per la stagione. Eventualmente le auto per piloti ospiti verranno aggiunte alle già esistenti».

ACO e FIA in futuro vorrebbero introdurre l’idrogeno nella classe Hypercar, come lo valuta?

«È sicuramente una tecnologia che tutti pensiamo possa avere un impiego nel futuro e il FIA WEC è molto interessato a ciò. Alcuni costruttori hanno già dichiarato di voler schierare una vettura quando il regolamento lo permetterà. Assieme a FIA, ACO e le altre case stiamo studiando l'impiego dell'idrogeno nei prototipi. Ciò non vuole dire che ci saremo, ma proprio per poter valutare una presenza è bene essere al tavolo assieme a tutti coloro che faranno nascere il nuovo regolamento, in modo da decidere». 

Secondo lei i tempi per vedere prototipi spinti dall’idrogeno sono già maturi?

«I tempi, in realtà, non sono così lontani come sembrano. Tuttavia andranno fatte valutazioni importanti che richiedono tempo. Non scartiamo mai nulla a priori se all'orizzonte si profila un cambiamento che potrebbe essere epocale. Si sta ancora discutendo, ma è un argomento ancora sul tavolo delle decisioni da prendere».

Ferrari ci sarà nel WEC con l’idrogeno?

«Noi di Ferrari, come d'abitudine, non scartiamo alcuna ipotesi. Quando, anni fa, abbiamo iniziato a parlare con la FIA dei nuovi regolamenti per i prototipi non pensavamo nemmeno lontanamente di partecipare. Invece oggi siamo qui con una Hypercar perché le cose si sono sviluppate in maniera interessante e i tempi erano maturi per un nostro ritorno».

Tornando al presente, seconde lei c’è spazio per un incremento di vetture?                                  

«Se le infrastrutture lo consentissero, credo non ci sarebbe nessun problema ad aumentare le vetture ai nastri di partenza. Soprattutto nella classe LMGT3 avere solo due macchine per ogni brand è un grande limite. La categoria GT, per come è configurata nel regolamento, prevede un pilota Bronze e uno Silver oltre a un Gold o un Platinum. Si sta perdendo quella che è l’essenza delle GT perché dovrebbe essere una categoria per gentleman supportati dai piloti professionisti. Visto il regolamento, oggi ci troviamo di fronte a costruttori che, giustamente, cercano il miglior pilota Bronze e il miglior Silver. Paradossalmente sono diventati quest’ultimi i professionisti».                 

Che possibilità ci sono di vedere in futuro una stagione del WEC con un maggior numero di gare?

«Oggi è un momento davvero complicato: da una parte sarebbe bello avere una gara in più ma dall’altra dobbiamo fare molta attenzione. Perché molto dipende da dove si svolgerà l’ulteriore corsa e potrebbe essere molto pesante dal punto di vista economico. Forse oggi potrebbe starci una gara in più in Europa, però è anche vero che ci sono dei continenti che non tocchiamo. Dobbiamo sempre essere molto vigili ai budget necessari per coprire un campionato. Oggi siamo un campionato di successo, con tante macchine, ma è proprio nei momenti migliori che bisogna fare attenzione a non tornare indietro. Il momento, economicamente, non è dei più facili e dunque è bene stare con i piedi per terra».  

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Lunedì 28 Ottobre 2024 - Ultimo aggiornamento: 17:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA