
Barclay (JLR Motorsport): «Alla Dakar con la Defender vogliamo raccontare la storia di un’icona»
JLR parteciperà dal 2026 alla Dakar e al World Rally Raid Championship del quale la famosa corsa nel deserto è parte sin dal 2022, quando il nuovo campionato è partito. Ne abbiamo parlato con il managing director di JLR Motorsport, James Barclay, andato in avanscoperta con i suoi uomini all’edizione appena conclusa della Dakar per preparare il debutto della Defender previsto tra un anno. Sembra tanto, ma per un programma sportivo è un tempo ridottissimo, davvero sfidante.
La grande notizia è che la Defender dal 2026 correrà alla Dakar e per l’intero campionato. Perché questa decisione?
«Da tempo vedevamo che c’era un buco nei regolamenti sportivi, in particolare per i Suv derivati dalla serie. Quando però abbiamo visto l’opportunità di sviluppare alla Dakar le tecnologie per rendere i nostri veicoli più performanti, resistenti e affidabili non abbiamo avuto dubbi: avevamo la macchina giusta per entrare dimostrando quanto sono in grado di fare i moderni Suv, gli “originali” Suv».
Come le Land Rover…
«Esattamente. Ci sono così tante categorie dedicate alle auto sportive come il GT3, il GT4 su pista. Pensiamo che creare una categoria per i Suv possa dare ulteriore vigore alle competizioni, reimmaginare e creare una nuova visione legata alle corse e ai mezzi di normale produzione».
Il termine “reimmaginare” (dalla strategia “reimagine” di JLR, ndr) inoltre non è casuale…
«Sì, corretto. In questo caso vuol dire: guardiamo alle categorie sportive secondo una nuova visione. Abbiamo lavorato insieme alle altre case per dare forma a questi nuovi regolamenti. I nuovi Suv rappresentano per noi l’occasione per farlo e la Defender con la sua piattaforma D7X è la base ideale: molto più rigida di prima per utilizzo stradale e con capacità globali superiori al passato. Siamo partiti da qui per avviare i nostri colloqui e pensiamo che i nuovi regolamenti siano base entusiasmante per sostenere il progresso tecnologico».
Avete reimmaginato il brand Jaguar attraverso l’elettrificazione e la Formula E. Come pensate di reimmaginare Defender e gli altri brand Land Rover attraverso le competizioni?
«In questo caso non abbiamo bisogno di ridefinire i brand, anche perché la nuova Defender ha già ridefinito che cosa è la Defender: un’icona che sta avendo dappertutto un enorme successo ed è riconosciuta in ogni parte del mondo per le sue prestazioni e le sue capacità di Suv. Noi invece vogliamo creare storie con il Defender, riconfermando i suoi valori tradizionali e consolidando i nuovi. La Defender è l’automobile che scala le montagne, che porta soccorso e conforto umanitario, ma è anche l’auto dalle grandi prestazioni e capacità, su strada e fuoristrada. Pensiamo che con le competizioni la Defender possa scrivere la storia perfetta come icona».
È Defender il nome della vettura che correrà dal prossimo anno alla Dakar?
«Sì, assolutamente. Sarà Defender e sarà derivata dalla vettura di produzione che si può comprare al concessionario. Il nostro programma attualmente prevede che correremo con lei per almeno 3 anni».
Avete già congelato il concept della vettura da gara o no?
«Abbiamo già congelato gli elementi essenziali che abbiamo discusso e deliberato insieme alla FIA. Abbiamo poi iniziato a sviluppare la vettura seguendo questi regolamenti di base: deve essere una vettura di serie, deve avere lo stesso propulsore e le modifiche devono essere limitate. Ci siamo messi già al lavoro: per alcune cose stiamo già provando, per altre siamo ancora in fase di progettazione, ma saremo sicuramente pronti per il 2026».
JLR sta spingendo per l’elettrificazione che è presente sulla Defender di serie. Sarà anche in quella da competizione?
«Il programma è basato sulla vettura attuale, dunque non vedremo sulla Defender da corsa cose nuove».
State considerando invece l’utilizzo di biocarburanti e e-fuel?
«Sì, perché vogliamo dimostrare attraverso le competizioni che cosa le competizioni stesse possono portare nella produzione di serie in termini di tecnologia e rispetto per l’ambiente. I carburanti alternativi saranno perciò parte della storia che vogliamo raccontare».
Qual è il suo ruolo in questa nuova avventura visto che è già impegnato con Jaguar in Formula E?
«Sono il Motorsport managing director di Jaguar Land Rover quindi quando sono con il team in Formula E sono il team principal di Jaguar e, allo stesso tempo, sarà responsabile anche del nuovo programma che riguarda il Defender. Dunque manterrò la responsabilità di entrambi i programmi».
Farete tutto da soli o vi avvarrete di qualche collaborazione?
«Prodrive sarà il nostro partner tecnico per il programma della Dakar mettendo insieme tutta la loro esperienza specifica nelle competizioni con tutto il nostro patrimonio di tecnologia e conoscenza».