Franzetti (Ds): «C'è grande equilibrio, la prossima stagione sarà la più difficile di quella disputate finora»
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Dal gennaio 2020 è alla testa del brand DS al posto di Yves Bonnefront. Béatrice Foucher lavora nel campo dell’Automobile da oltre 20 anni e su ciò che distingue la nuova DS4 dal resto non ha dubbi: «Dal savoir faire francese – esordisce la manager francese – che si vede negli interni, differenti da quelli delle concorrenti, nella forma e nello stile che si posizione tra la berlina, il crossover e il coupè. Qualcosa di mai visto nel segmento C-Premium. Sono diverse anche le proporzioni grazie alle dimensioni delle ruote e questo dà alla vettura una presenza decisamente diversa, che si percepisce al primo sguardo».
E invece quali sono gli elementi che la DS4 aggiunge al brand DS?
«Due cose. La prima riguarda la tecnologia digitale. Ne abbiamo messa tanta nella vettura, come l’head-up display con immagine ampia 21 pollici che proietta l’immagine come se fosse 4 metri di fronte al guidatore. Abbiamo il touchpad e un infotainment molto avanzato. La seconda sono gli interni dotati di un nuovo stile, una nuova ergonomia, nuove soluzioni come le bocchette nascoste e nuovi materiali».
La DS4 avrà propulsori a benzina, gasolio e ibrido plug-in. Ci sarà anche una versione sportiva?
«Non abbiamo ancora deciso, ma per ora la massima espressione delle prestazioni per DS4 sarà la versione E-Tense con propulsione ibrida plug-in da 225 cv».
L’elettrificazione sta diminuendo il numero dei fattori attraverso i quali un brand può caratterizzarsi. Quali saranno allora quelli che differenzieranno DS in futuro?
«Quelli che differenziano DS già da oggi ovvero la raffinatezza, l’artigianalità, la cura, lo stile… e vogliamo continuare su questa linea dando molto spazio ai nuovi materiali. DS vuole avere una personalità forte».
Molti dei marchi premium stanno guardando a Tesla. Anche voi?
«No, in alcun modo. Anche noi puntiamo all’elettrico, ma in modo totalmente diverso. E credo che si veda immediatamente dallo stile e dall’atmosfera che si respira nei nostri interni».
Il ruolo di DS è destinato a cambiare all’interno del gruppo Stellantis o volete continuare sullo stesso percorso fissato in precedenza?
«No, non cambieremo niente. Il brand DS e il suo posizionamento rimarranno gli stessi: tecnologia, stile e savoir faire francese. Un mix che è diverso da quello di Alfa Romeo e di Lancia e che sarà percepibile chiaramente dal cliente».
La DS4 sarà la prima DS prodotta in Germania, ma sottolineate molto la francesità della vettura. Non pensate che questa sia una contraddizione agli occhi del cliente?
«La decisione di produrla a Rüsselsheim dipende da una logica di gruppo e di efficienza nei costi. No, non pensiamo che questo conti per il cliente. La DS4 è pensata, ingegnerizzata e disegnata in Francia e francese è la nostra storia. Non pensiamo che questo cambi lo spirito della vettura né condizioni alcuna scelta costruttiva, qualsiasi sia lo stabilimento dove la produciamo. Alla fine, credo che la produzione sia un fattore di neutralità per un prodotto e per un brand».
Commercializzerete la DS4 anche in Cina e in tutti i mercati dove siete presenti?
«Sì, la venderemo ovunque siamo presenti tranne che in Nordamerica dunque anche in Cina».
Nel passato ci sono stati molti tentativi da parte dei brand francesi di posizionarsi nella fascia premium, ma è un dato di fatto che non ci sono riusciti. Secondo lei, per quale motivo?
«Secondo me per una questione di consistenza e perseveranza. Da parte nostra, non potremo cambiare certo il mondo in 5 anni e, per questo dobbiamo essere pazienti puntando a ciò che ci distingue in termini di stile e artigianalità, ma senza mai dimenticare la tecnologia e senza mai mentire. La nostra è una ricetta nuova e ci vorrà tempo per affermarla, almeno 10 o 20 anni per dire che il brand DS è davvero un successo».
Qual è il prossimo modello che volete introdurre nella gamma DS?
«Abbiamo fatto vedere nel marzo 2020 un concept chiamato Aero Sport Lounge e abbiamo detto che è la bozza di una nuova autovettura che vedremo nel futuro».
Vuol dire dunque che vedremo una versione di serie di questo Concept?
«Sicuro!»
Pensa che ci sia spazio per un’auto più piccola in gamma come era una volta la DS3 o qualcosa del genere?
«Oggi abbiamo la DS3 Crossoback che ha dimensioni davvero compatte e credo che oggi sia lei ad avere il ruolo di piccola e di cittadina della gamma che prima apparteneva alla DS3».
In futuro vedremo auto più basse e filanti all’interno della gamma DS come una tradizionale coupé?
«Stiamo facendo diverse valutazioni in merito, ma per ora non posso dire nulla».
Il legame di DS con il motorport è testimoniato dalla Formula E e dal dominio con Techeetah nelle ultime due stagioni. State pensando di entrare anche in altre categorie elettrificate?
«No, assolutamente. Continueremo con la Formula E perché negli ultimi due anni abbiamo vinto praticamente tutto e anche perché si tratta di una categoria che permette un rapido trasferimento tecnologico verso le auto di serie».
Quindi è sicuro che sarete ancora delle partita anche con l’introduzione delle monoposto di terza generazione…
«Sì, ci saremo».