Nissan, Qashqai e X-Trail con l'ibrido da favola. Si rifornisce nel modo tradizionale ma la spinta è quella di un motore ad elettroni
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MADRID – La Neom McLaren è una delle due scuderie della Formula E che ha deciso di affiancare un pilota praticamente debuttante ad uno esperto. A differenza dell'esordiente Lola Yamaha Abt, la squadra britannica cliente della Nissan sembra avere più da perdere perché ha alle spalle l'impressionante serie di successi ottenuta con la Mercedes-Benz. Con i suoi 20 anni Taylor Barnard è il più giovane del circuito e ha già corso 3 ePrix nella stagione 10: uno a Monaco e due a Berlino che gli hanno fruttato 5 punti. Malgrado l'età risponde con semplicità e chiarezza e non nasconde che senza l'aiuto di Oliver Rowland non avrebbe mai potuto firmare il suo primo vero contratto.
Come ti trovi con la nuova monoposto?
«È molto diversa con la trazione integrale e le gomme. Ha anche un po' di deportanza in più, però credo che gli pneumatici siano la novità più significativa, anche per via del loro potenziale maggior deterioramento. Ma non ho ancora guidato così tanto e qui è la prima volta che giro con una macchina tutta mia: finora l'avevo condivisa con Sam (Bird, ndr)».
E i test di Varano?
«Abbiamo girato negli stessi giorni della Jaguar, ma era un'altra situazione. Onestamente non sono nemmeno in grado di dire se all'epoca le macchine potessero garantire le migliori prestazioni, piene di sensori com'erano».
L'obiettivo di questa stagione?
«Vincere una gara. Almeno una».
Meglio le due o le quattro ruote motrici?
«Ho sempre gareggiato con le due ruote motrici e per me è la "prima volta" a trazione integrale. Confesso che non ho mai avvertito una simile accelerazione, che tra l'altro, in certi frangenti, rende la guida addirittura più semplice. Personalmente mi è piaciuto molto, poi vedremo in gara».
L'Attack mode (la potenza aggiuntiva da attivare obbligatoriamente)?
«Verrà impiegato come vera modalità offensiva: prima era solo una cosa di cui ci si voleva sbarazzare. Adesso si faranno sentire gli effetti della trazione integrale, ma prima di San Paolo nessuno sa veramente cosa succederà».
Ci sono parecchie aspettative su di te?
«Non avverto alcuna pressione. Mi trovo bene in questa squadra e con questa macchina. Sono io che pretendo sempre molto da me».
La Formula E è una grande occasione: paura?
«Ripeto: molto dipende da come ti trovi nella squadra. In questo momento non vedo perché dovrei essere preoccupato, semmai dopo i test dovremo lavorare ancora, ma sapere di essere il più giovane o meno per non cambia molto».
Insomma, niente piano B?
«Non ho un piano B e non credo nemmeno che dovrei pensarci adesso. Dovrei stare concentrato sul piano A il più possibile. La stagione non è ancora cominciata e io sono fiducioso e mi pare che lo sia anche la scuderia».
Scusa se insisto: proprio nessun timore?
«La mia carriera è sempre stata così. Devi ottenere risultati e se non lo fai sei finito. Praticamente ogni anno firmavo il mio contratto tra febbraio e marzo: sono abituato a queste situazioni».