Nissan, Qashqai e X-Trail con l'ibrido da favola. Si rifornisce nel modo tradizionale ma la spinta è quella di un motore ad elettroni
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FE, Volpe (Nissan): «Sorpreso dalla Kiro. Noi vorremo arrivare a Londra e essere in lotta per almeno uno dei tre titoli»
MADRID – Ian James, il manager sportivo che ha portato la McLaren in Formula E, classe che ha dominato con la Mercedes-Benz, non è mai banale. A Madrid, in occasione dei test che aprono la stagione 11, si concede il lusso di ammettere quello che definisce un «possibile errore» da parte sua: «Probabilmente ho sottovalutato il passaggio tra la Gen2 e la Gen3, ossia la differenza tra le due generazioni di monoposto e non ho capito le difficoltà che hanno incontrato i piloti, anche quelli che guidano da tempo, a reagire alle modifiche».
Al solito, mentre condivide le proprie riflessioni, James sorride. Anche quando gli si dice che ai box gira voce che le monoposto Nissan, ossia quelle di cui dispone la sua scuderia, vanno forte: «Io non lo so, chiedimelo dopo – scherza – Abbiamo rilevato progressi rispetto alle ultime due stagioni, ma non sappiamo cosa hanno fatto gli altri. È sempre difficile dirlo nella fase di test. Però conosciamo quali erano le nostre debolezze».
Sentiamo...
«Secondo me non avevamo l'efficienza di cui hanno potuto beneficiare gli altri, e mi riferisco a Porsche e Jaguar, e non eravamo nemmeno allo stesso livello per quanto riguarda il software. Se siamo riusciti a migliore questi aspetti, allora sono contento, ma non sappiamo se anche gli altri hanno fatto passi in avanti».
Hai scelto di confermare un pilota esperto, Sam Bird, e di ingaggiarne uno giovanissimo, Tyalor Barnard: come mai?
«Per me è importante avere due piloti che facciano gioco di squadra e che non siano solo veloci. Che abbiamo anche interesse a far crescere la squadra.
E Barnard?
«Non ha l'esperienza di Sam, ma porta un'altra prospettiva: è interessante per la nostra scuderia».
La Nissan ha fatto scelta diversa.
«Lo so. C'è anche una componente di rischio, ma sono convinto che dobbiamo portare nuovi talenti in Formula E: è importante anche per il campionato, credo. Non è che si deve sempre optare per la strada sicura. Si può rischiare, in modo ragionato».
Molti cambiamenti in questa stagione: cosa ci possiamo aspettare?
«Già, tecnici, tipo la trazione sull'asse anteriore e la ricarica, ma non solo. C'è l'ingresso della Kiro con powertrain Porsche e c'è la Lola Yamaha Abt, che nei test prima di questi si è dimostrata incredibilmente affidabile: mi aveva impressionato a Varano. Le novità tecniche cambiano le carte in tavola in maniera positiva e impegna ulteriormente i nostri strateghi».
Vedremo ancora gare in plotone?
«Saranno diverse, anche perché incideranno pure le gomme: credo saranno più interessanti, ma avremo bisogno di tre o quattro ePrix per capire chi ha tutto sotto controllo».
Il possibile deterioramento degli pneumatici porterà a soluzioni “conservative” in qualifica?
«Credo di no».
La prossima scadenza è il progetto Gen4 della Formula E: diventerete costruttore?
«No, la McLaren non diventa costruttore: restiamo così, non c'è “business case”».