D'Alvia (AD 1000 Miglia): «La Freccia Rossa è patrimonio storico e culturale che guarda al futuro dell’automotive»
BRESCIA – Cinque giorni di gara, 1.900 chilometri percorsi attraversando il nord e il centro Italia e oltre 400 vetture storiche. Questa è la 1000 Miglia: la Corsa più bella del Mondo che ogni anno rinnova la sua magia sulle strade del Bel Paese. Giunti al traguardo di Viale Venezia, a Brescia, e il successivo bagno di folla di Piazza Vittoria è tempo di fare un bilancio. Per l’occasione abbiamo incontrato Fulvio D’Alvia l’Amministratore Delegato 1000 Miglia.
Le vetture hanno appena tagliato il traguardo di Brescia, ci può dare un bilancio sulla 43ª edizione rievocativa della 1000 Miglia?
«È stata un'edizione di grandissimo successo. Tutti gli equipaggi sono stati estremamente soddisfatti e contenti di aver potuto partecipare a questa gara. Ma la cosa che ci riempie più di gioia è aver visto negli occhi della gente, assiepata lungo il percorso che si snoda da Brescia a Roma, la felicità nell’ammirare le auto d’epoca. Un vero e proprio museo viaggiante, come viene spesso definito, un’occasione unica per osservare le vetture che hanno partecipato alla 1000 Miglia storica dal 1927 al 1957».

La 1000 Miglia non è però una semplice passerella…
«La Freccia Rossa è un condensato di tre grandi eventi. Innanzitutto un evento sportivo, perché tengo a precisare che la 1000 Miglia è una gara di regolarità, quindi una competizione sportiva a tutti gli effetti. Oltre ad essere una corsa è anche un momento culturale: oltre a conservare la memoria delle auto storiche, la 1000 Miglia consente di seguire un percorso che attraversa le meraviglie del nostro Paese, sia dal punto di vista storico-culturale ma anche dal punto di vista dei beni ambientali e paesaggistici. Il terzo punto, molto importante, è che la 1000 Miglia è un bacino di natura tecnologico».
Ci spieghi quest’ultimo punto…
«La 1000 Miglia, che si è svolta dal 1927 al 1957, è stata un laboratorio a cielo aperto che ha consentito alle Case automobilistiche, in particolare a quelle italiane, di fare degli enormi progressi in termini di innovazioni. La Freccia Rossa è stato un fattore determinare per il successo dell’industria italiana, durante la corsa venivano sperimentate su strada tutte le innovazioni tecnologiche. Allo stesso tempo la 1000 Miglia ha consentito anche di migliorare le infrastrutture del nostro paese perché sui tracciati, inizialmente in terra battuta o su strade bianche, si è poi sviluppata la rete viaria del centro e del nord Italia».

Lo spirito pionieristico e di innovazione tecnologica lo si può riscontrare ancora oggi?
«Certamente. Oggi noi seguiamo ancora questo percorso attraverso la 1000 Miglia Green. Una competizione che vede protagoniste le vetture di nuova generazione ma sempre con lo spirito della 1000 Miglia. Noi siamo per la neutralità tecnologica quindi lasciamo libera la sperimentazione. In questa edizione abbiamo visto la partecipazione di tante vetture elettriche, ma siamo aperti a tutte le innovazioni e alle Case che vorranno cimentarsi nella 1000 Miglia Green».
Conclusa la 43ª edizione, è già il tempo di pensare all prossima?
«Nei primi giorni di luglio si svolgerà la riunione per cominciare a programmare la prossima edizione. Abbiamo dei progetti strategici e delle iniziative molto importanti proprio nel solco dell'innovazione. Tra queste la voglia di sviluppare una filiera dell'automobilismo storico. Da un’idea dell'ACI di Brescia e attraverso il supporto e l'iniziativa della Regione Lombardia, 1000 Miglia è capofila della filiera dell'automobilismo storico della Lombardia. È un'iniziativa molto importante che vede coinvolti tanti uffici, esercizi, gruppi tecnici, scuole allo stesso tempo officine di meccanici e carrozzieri, proprio perché ci serve non disperdere il patrimonio costituito dal bacino delle auto d’epoca. Per fare questo dobbiamo creare una filiera di personale specializzato e quindi un grande coinvolgimento anche dei giovani».

A tal proposito, come si può raccontare la Freccia Rossa alle nuove generazioni?
«Abbiamo un'iniziativa chiamata la “1000 Miglia va a scuola”, che si rivolge ai ragazzi delle scuole elementari che coinvolgiamo attraverso giochi a premi, per esempio nel campo del disegno. Inoltre mettiamo a disposizione tutta la memoria e l'esperienza maturata in anni di 1000 Miglia per poter continuare a preservare la memoria delle persone che ci hanno preceduto e consentito all'Italia di essere leader nel mondo in un settore così importante come quello dell’automotive».




