Dacia, Duster apre la strada a Bigster: Il brand più in crescita in Europa propone il suo Suv compatto e il fratello maggiore
Dacia, Duster apre la strada a Bigster: Il brand più in crescita in Europa propone il suo Suv compatto e il fratello maggiore
Bigster, mi manda Duster. Dopo il notevole successo ottenuto nel segmento B, Dacia lancia il suo modello più grande
Quando le certezze arrivano tutte e insieme e ognuna di esse parla di successo, vuol dire che il successo è vero e solido. Se dunque la Dacia cresce del 20% nei primi 4 mesi del 2022 con un mercato che perde il 26,5%, piazza nella top ten due modelli come la Duster e la Sandero e questa è addirittura la numero uno sul mercato dei privati, dove la quota è dell’8,4% e il marchio copre il 40% di tutte le vendite con alimentazione bi-fuel GPL, c’è poco da aggiungere, ma solo analizzare le ragioni di un boom che arriva mentre Dacia festeggia i sui primi 10 milioni di auto prodotte. Questo sarebbe il logico onere dei concorrenti ed invece a farlo è l’amministratore delegato di Dacia
Denis Le Vot che è venuto in Italia a parlare con la stampa dei motivi che stanno facendo volare un costruttore rinato nel 1999 con l’arrivo nel gruppo Renault e che è diventato il simbolo di un modo di essere e di muoversi.
In realtà, come spiega il manager francese, nel marchio ci sono due anime che corrispondono a due clientele diverse: «Una ricerca il miglior controvalore; l’altra ha tutte le possibilità di acquistare un’auto più costosa, ma decide di fare una scelta differente. L’Italia per noi è interessante non solo per i numeri, ma perché contiene entrambe queste due anime. Al Nord vendiamo di più Jogger Extreme e Spring elettriche e al Sud più Sandero. Per questo il vostro mercato è per noi così interessante e assomiglia così tanto a Dacia: perché Milano e Napoli sono all’opposto, ma fanno parte dello stesso mercato e parlano la stessa lingua». Ma il marchio romeno deve anche altro al nostro paese. Didier Michaud, responsabile per le piattaforme e i sistemi di propulsione di Dacia, in un altro incontro ha ammesso che, se oggi sono leader per il GPL lo devono all’insistenza dell’Italia. «Sembrava quasi una fissazione, invece poi abbiamo cominciato a riflettere sui suoi vantaggi e abbiamo capito che era una proposta coerente con il brand. Oggi abbiamo il 60% del mercato GPL in Europa e rappresenta il 50% delle nostre vendite in Francia». In Italia siamo al 70% e la gamma della nuova Jogger è articolata in modo che le versioni bi-fuel siano le più accessibili.
Un invito a nozze per una scelta che a qualcuno sembrerà anti-storica, ma rientra nella visione della mobilità di Dacia, che non disdegna certo il futuro. Lo dimostra lo straordinario successo della Spring, la seconda auto elettrica più venduta in Italia, sicuramente la più accessibile, ancor più con l’arrivo dei nuovi incentivi. Nel 2023 è poi in arrivo la Jogger full-hybrid dotata dello stesso sistema che equipaggia le Renault Clio, Captur e Arkana. Poi sarà il turno della Bigster, il Suv di segmento C che si posizionerà al di sopra della Duster e consoliderà il nuovo posizionamento del marchio, sempre più rivolto ad esprimere uno stile di vita libero, attivo, amante della vita all’aria aperta e di chi vuole tutto questo senza spendere un patrimonio.
Ma qual è la ricetta di Dacia? Le Vot non ha esitazioni: «Guardiamo all’essenziale, scegliamo di mettere sulle nostre vetture quello che davvero serve ogni giorno e facilitiamo la vita al cliente con un’offerta chiara e semplice. Una Duster ha, al massimo, 400 combinazioni, pochissime rispetto alle 200mila di un modello premium. La semplicità vuol dire inoltre maggiore leggerezza: la Spring pesa solo 970 kg e la Jogger quasi 3 quintali in meno rispetto alla vettura 7 posti più leggera sul mercato. Questo vuol dire efficienza, dunque minori consumi ed emissioni». E questa semplicità si tramuta in vantaggio anche con la carenza di componenti e di materie prime. «Auto più leggere risentono di meno dell’aumento dei costi di acciaio e altri materiali e la minore disponibilità di semiconduttori, perché ce ne vanno di meno. Dunque – conclude Le Vot – risentiamo di meno delle crisi attuali». Questa è una buona notizia anche per i listini. «Li dovremo aumentare, ma meno degli altri. E più queste dinamiche si faranno sentire, più Dacia rappresenterà un opzione. Per questo credo che cresceremo ancora».