
Pietrantonio (Mazda Italia): «Il nostro marchio vuol dire passione e anche nel futuro avremo tanto da raccontare»

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Mazda ha invitato la stampa per un singolare evento durante il quale è stato possibile smontare completamente il motore diesel 6 cilindri 3,3 litri Skyactiv D per scoprirne tutti i segreti e approfondire la filosofia che da sempre guida Mazda nel realizzare e raccontare i propri prodotti. Ne abbiamo parlato con Roberto Pietrantonio, managing director di Mazda Italia.
Ci avete fatto fare una cosa d’altri tempi: smontare un motore, per di più un diesel, vedere come funziona, come è fatto e, in definitiva, riscoprire la dimensione materiale dell’automobile in un momento nel quale sta svanendo. Hai a che fare con una cosa che fa rumore, con la quale ti sporchi le mani… Tutto il contrario non solo rispetto ai tempi, ma anche per il modo abituale con il quale i costruttori si presentano ostentando, se possibile, il proprio lato più elegante, pulito ed educato. Perché ci avete fatto fare i meccanici?
«Noi abbiamo fatto spesso scelte controcorrente e abbiamo sempre cercato di raccontarle, con il rischio di fare la figura della mosca bianca e di andare contro il senso comune. Per noi però è importante far entrare il cliente in profondità nei nostri prodotti per far capire i motivi che stanno alla base delle nostre scelte. Abbiamo fatto questo “viaggio al centro del motore” per due motivi. Il primo è mostrare il grado di tecnologia e raffinatezza del nostro Skyactiv D, il secondo è far arrivare anche l’approccio di artigianalità industriale di Mazda che è contenuto nel motto “Crafted in Japan” e del quale noi vogliamo fornire prove tangibili. Ogni dettaglio di questo motore rivela e racconta in modo coerente questa filosofia, questo modo di pensare che è proprio del nostro marchio da sempre ed è presente in ogni nostro prodotto».
Il cliente Mazda e, più in generale, il cliente ordinario è interessato a cose come queste?
«Storicamente il cliente Mazda è molto attento a queste cose. Gli piace informarsi e conoscere tutto dell’auto che compra, possiede e utilizza ogni giorno. Sanno davvero tutto! Ai nostri venditori rimane solo di ingaggiarli emotivamente. Fornire dunque questi contenuti ad un cliente Mazda, effettivo o potenziale che sia, dà sempre un valore aggiunto. In più abbiamo osservato sui social una volontà da parte del pubblico di approfondire determinati contenuti. Ad esempio, abbiamo riversato video dai contenuti tecnici molto dettagliati della durata di 20 minuti che sono stati visti dall’inizio alla fine da mezzo milione di persone. Questo ci ha dato la consapevolezza che il cliente vuole sapere, soprattutto oggi che, con il proliferare di tante tecnologie, c’è molto disorientamento. I clienti vogliono capire e noi vogliamo presentarci come marchio “appassionato”, con tanti contenuti da raccontare».
Mazda ha questo diesel 6 cilindri di 3,3 litri ed è stato presentato anche un 4 cilindri a benzina di 2,5 litri con una potenza di 140 cv, apparentemente modesta. Continuate a fare scelte controcorrente e che potrebbero far paura al cliente. Riuscite a spiegarle?
«Siamo allenati a farlo, da sempre. Anche all’epoca del downsizing, mentre gli altri lanciavano diesel da 1,5 o 1,6 litri, noi lanciammo un 2,2 litri e ci fu una levata di scudi. Tra i nostri venditori c’era il panico: noi non venderemo neppure una vettura, dicevano. Poi, le cose sono andate diversamente e siamo riusciti a spiegare che la cilindrata era una barriera mentale tutta italiana. Anche per gli ultimi motori c’era qualche remora, ma alla fine l’accoglienza è stata positiva, anzi abbiamo capito che la cilindrata migliora l’economicità, l’efficienza e le prestazioni della vettura. E questo perché abbiamo spiegato i motivi delle nostre scelte».
Il vostro racconto è basato sulle tecnologie tradizionali. Come farete a continuare a raccontare, come Mazda, i vostri prodotti e ciò che li differenzia attraverso le nuove tecnologie?
«Il principio rimarrà lo stesso e il messaggio sarà quello di sempre: Mazda fa delle automobili la propria ragione di vita ed è un costruttore quasi romantico, animato da una passione fortissima che ritroviamo anche nei nostri clienti. Racconteremo il nostro percorso verso la sostenibilità che noi vogliamo coltivare attraverso più soluzioni tecnologiche e lo percorreremo con coerenza, costanza e perseveranza».
Il momento dell’elettrico però è arrivato anche per voi…
«Sì, e iniziamo attraverso partnership industriali, così come abbiamo fatto con il full hybrid. In quel caso, abbiamo chiesto aiuto a Toyota e intanto stiamo preparando un sistema ibrido tutto nostro. Con l’elettrico, avremo a breve la Mazda 6e in collaborazione con Changan, ma nel frattempo stiamo studiando per appropriarci anche di questa tecnologia, costruendo con pazienza tutta la filiera. In questo modo anche le Mazda del futuro rimarranno Mazda a tutti gli effetti».
Si parla anche di questo nuovo motore Skyactiv Z che vedremo nel 2027…
«Sì, lo Skyactiv Z sarà il nostro sistema full hybrid. La lettera Z non significa però che sarà l’ultimo dei motori endotermici di Mazda! Non abbiamo ancora dettagli, ma avrà il carattere e la filosofia Mazda adottando soluzioni ingegnose. E noi dovremo raccontarle ancora una volta».
Per quanto tempo avrete ancora il diesel in gamma?
«Può essere che rimanga ancora a lungo perché noi siamo presenti in 140 paesi. L’Europa è importante, anche se ristretta, e il resto del mondo ha ancora bisogno di un diesel come il nostro. Questo non lo diciamo da oggi, ma da quando abbiamo tracciato la nostra strategia basata sulla varietà delle soluzioni tecnologiche. E poi c’è da dire che sui segmenti della CX-60 e della CX-80, che montano il nostro diesel, la metà vuole ancora il motore a gasolio».
Altro capitolo fondamentale per Mazda sono le sportive. L’attuale generazione di MX-5 è del 2015 e, per quanto sia ancora bellissima, è lecito attendersi un rinnovamento radicale quanto prima… come sarà la nuova MX-5 e che cosa avrà per rimanere la MX-5 seguendo lo spirito del proprio tempo?
«A me piace dire che, anche quando le auto voleranno, avremo una MX-5 volante capace di dare le emozioni uniche che oggi solo una MX-5 può dare. Oggi è un lusso poter avere una vettura come la MX-5 in gamma, ma per noi è anche una necessità perché è l’incarnazione perfetta del DNA di Mazda. Dunque la MX-5 ci sarà. Tutti hanno visto la Iconic SP all’ultimo Salone di Tokyo, un concept che ha fatto molto discutere. Per ora è un sogno, ma in Mazda sono assolutamente determinati a trasformarlo in realtà».
Ma la Iconic SP è una coupé…
«Sì, ma contiene tutti indizi che portano verso la realtà…»
E ha un sistema ibrido plug-in con un motore Wankel birotore…
«Sì, in Mazda è stato costituito un gruppo di ingegneri che lavorano ancora sul Wankel, veri e propri samurai che sono concentrati su questo tipo di motore. Del resto, un primo esempio di applicazione del rotativo con l’elettrico lo abbiamo già sulla MX-30. Questo concetto si evolverà ulteriormente e svilupperemo il concetto del multisoluzione attraverso anche i biofuel e gli e-fuel. Anche questi fanno parte del percorso verso la decarbonizzazione».
Mazda vuole dunque incarnare quella parte di sogno associata tradizionalmente alle automobili, ma che è sempre più difficile da trovare e da vivere. Senza contare che le vetture devono essere vendute e, anche in questo caso, le cose sono sempre più difficili, soprattutto perché ci sono molti fattori e molte variabili esterni. Al netto di questo, è possibile fare previsioni?
«Sì, il problema sono i fattori esogeni. Se guardiamo al mondo, si parla sempre di più di dazi. Se guardiamo all’Europa, c’è incertezza sugli obiettivi fissati. E se si guarda in Italia, c’è un governo che non ha mai amato l’elettrico e che ha introdotto recentemente un regime fiscale sui fringe benefit che invece va a punire proprio i motori endotermici… C’è anche il tema delle infrastrutture di ricarica che sono ancora un limite per la diffusione delle auto elettriche. Eppure, abbiamo un mercato italiano che è riuscito lo scorso anno ad arrivare a 1,56 milioni di automobili. Secondo me, per rimanere competitivi bisogna essere distintivi, e noi lo siamo e possiamo ancora raccontarlo. Se poi i nostri prodotti hanno uno stile bello, possiamo sicuramente piacere ad un cliente come quello italiano che apprezza la bellezza e l’eleganza. Dalla nostra, abbiamo anche il fatto che noi non siamo un marchio di massa: per noi conta fare il numero giusto di vendite e farle con qualità ed in modo profittevole. Non per nulla, la stragrande maggioranza dei nostri clienti sono privati. Gli altri canali di vendita, come il noleggio, li frequentiamo anche noi, ma nelle giuste dosi».