
Wrc con le gomme Hankook. Sandbichler: «Questa serie rappresenta le radici del motorsport»
ROMA – La “prima volta” degli pneumatici coreani Hankook nel World Rally Championship (Wrc) sarà nel fine settimana a Montecarlo, la prova che apre tradizionalmente il mondiale, articolato nel 2025 su una tappa in più, 14. Il produttore asiatico fornirà le gomme non solo alle vetture della classe regina, ma anche quelle del Wrc2 e del Wrc3. L'accordo con la Fia è di tre anni e va dal 2025 al 2027, una durata di 12 mesi più lunga rispetto a quella con la Formula E, che termina con la fine del mondiale del 2026. A proposito delle aspettative con la quale Hankook si affaccia alla specialità, Manfred Sandbichler, direttore della divisione Motorsport, spiega di puntare a «far vedere al mondo che non siamo capaci solo di fare la Formula E, ma che possiamo fare anche il motorsport convenzionale, indipendentemente dalle condizioni, ossia asciutto, bagnato, sterrato, ghaccio, neve, tutto insomma».
Il vostro impegno quindi è quello di...?
«È anche la nostra sfida: riuscire a realizzare tutto questo nel migliore dei modi»
Vi sentite sicuri?
«Nel rally siamo messo piuttosto bene perché siamo impegnati a livello europeo anche con il campionato junior».
La differenza con la Formula E?
«La grande differenza è per il pubblico: nel mondiale elettrico te ne stai seduto e continui a vedere le macchine passare. Mentre nel rally è un'avventura: ne vedi una e poi un'altra e poi se tu che ti sposti per andare a seguire il prossimo passaggio».
Volevo dire per Hankook.
«Nel Wrc competi su un altro livello perché i costruttori sono diversi e le necessità sono altre. Hai il vantaggio che sei sempre di fronte a situazioni mutanti. Pensa a Montecarlo, dove puoi dover affrontare qualsiasi condizione. Per me personalmente il rally rappresenta le radici del motorsport: non riesco a immaginarmi una serie più intensa».
È curioso definire le “situazioni mutanti” una vantaggio.
«Naturalmente le cose possono anche non andare come vorresti, perché in qualche modo sei sempre al limite, indipendentemente da quello che hai fatto».
C'è molto entusiamo per il rally, mi pare.
«Ho avuto la possibilità di occupare il posto del navigatore su una macchina da rally, ma non ti dirò con chi. È stata un'esperienza di quelle che non dimenticherò mai più. Quello che i ragazzi sanno fare al volante è incredibile ed ero già stato su altre macchine da competizione, ma una cosa così non l'avevo ancora vissuta».
Il vostro obiettivo?
«Riuscire a mettere a disposizione delle gomme in grado di assorbire la “violenza” della competizione e allo stesso tempo garantire prestazioni».
C'è molto più impegno rispetto alla Formula E, il vostro termine di paragone, o no?
«C'è indubbiamente molto più lavoro perché devi sviluppare gomme differenti. In Formula E dobbiamo fornire una gomma capace di rendere sull'asciutto e sul bagnato, ma nel mondiale di rally ci sono altre condizioni e fondi differenti con un effetto moltiplicatore di quattro».
Una questione di tenuta.
«Nel motorsport l'affidabilità è determinante, ma nel rally in particolare perché non è che si corre solo su strada, anzi. Perlopiù si gareggia nel bosco e sullo sterrato e non è raro finire su un sasso, ad esempio. O su un tronco».
Come definiresti il successo per Hankook a fine campionato?
«Sarebbe un successo se al termine della stagione la valutazione generale fosse “i ragazzi hanno fatto un buon lavoro”».