L'Audi vincitrice a Le mans precede la Toyota arrivata seconda

Le Mans, l'Audi vince la sfida ibrida: la diesel 4x4 batte la Toyota a benzina

di Nicola Desiderio
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LE MANS – L’Audi vince ancora la 24 Ore di Le Mans, ma che fatica! Per aggiudicarsi infatti la 90ma edizione della corsa di durata più famosa del mondo e battere le Toyota TS030 Hybrid, la R18 e-tron quattro numero 2 guidata dal trio Kristensen-Duval-McNish ha dovuto sudare più del previsto lottando contro i nervi e la pioggia caduta in modo intermittente per tutte le 24 ore di gara. Entrambe le squadre ufficiali che hanno dominato la gara hanno utilizzato pneumatici Michelin che da anni monopolizzano la prestigiosa competizione.

Primi giri pieni di emozioni e di un lutto. I prototipi tedeschi si sono rivelati comunque nettamente più veloci, ma hanno sofferto l’aggressività delle due vetture giapponesi nelle prime fasi di gara quando Lapierre con la TS030 numero 7 ha impiegato soli 2 giri per superare le Audi numero 2 e numero 3 e portarsi addirittura al comando per tre curve prima di cedere di nuovo la testa della gara. Nel frattempo anche l’altra Toyota aveva infilato le due auto di Ingolstadt e il retrovisore digitale della R18 numero 1 guidata da Lotterer era tinto di blu, bianco e rosso. A questo punto avviene il primo colpo di scena ed è tragico. L’Aston Martin numero 95 guidata da Allan Simonsen ha un brutto incidente alla variante Tertre Rouge rimanendo al centro della pista dopo una paurosa carambola che ha divelto le barriere di protezione. Bandiere e gialle e safety car in pista, ma la situazione non appare così grave come invece si saprà 2 ore più tardi quando la direzione di gara annuncia la morte di Simonsen. Era dal 1997 che la 24 Ore di Le Mans non registrava un decesso, quello del francese Sébastien Enjoiras al volante di WR LM97 motorizzata Peugeot durante le prove, mentre per risalire a un incidente mortale in gara bisogna tornare al 1986 quando a perdere la vita fu l’austriaco Jo Gartner che guidava una Porsche 962.

L’aggressività Toyota e la reazione di Audi. L’Audi, un tantino sorpresa dalle Toyota che si erano mostrate nettamente inferiori in gara e nelle due precedenti gare del World Endurance Championship, aggiusta il tiro e, dopo essersi ripresi il secondo e terzo posto, lascia che la numero 1 guidata dall’equipaggio vincente nelle ultime due edizioni imposti un ritmo infernale con un numero di soste superiore mentre le altre due coprono le spalle marcando le Toyota che possono contare su un serbatoio portato per l’occasione da 72 a 75 litri per concessione della FIA contro i 58 delle tedesche che, grazie al loro V6 diesel di 3,7 litri da circa 500 cv assistito da un motore elettrico anteriore, consumano nettamente meno della Toyota spinte invece da un V8 a benzina di 3,4 litri da 530 cv spalleggiato da un elettrico alloggiato nel cambio. Il piano dei tedeschi sembra funzionare, ma alla fine della settima ora bastano un paio di minuti per spazzarli perché la numero 3 fora prima della curva Dunlop e deve farsi tutto il tracciato prima di rientrare mentre la numero 1 in testa alla gara, al momento di ripartire dopo un pit stop, si zittisce. Colpa dell’alternatore e i tecnici dei Quattro Anelli non impiegano meno di 45 minuti per rimettere la R18 “regina” in pista.

La forza dell’esperienza contro la pioggia. A condurre le danze ora è l’Audi numero 2 che, da quel momento in poi, prende la testa della gara senza mai lasciarla mettendo tra sé e le due Toyota un giro fino alla bandiera a scacchi. Per la casa di Ingolstadt un’altra vittoria con una vettura ibrida, accompagnato da un terzo posto, per la Toyota invece un’ottima prova di affidabilità e regolarità dopo il disastro dello scorso anno quando le due TS030, proprio mentre presero il comando della gara, fecero due errori madornali in pista e furono costrette a ritirarsi a un terzo della corsa. Stavolta a vanificare la speranza del terzo posto è stato Lapierre che, a un’ora e 15 minuti dalla fine della gara, stampa la vettura numero 7 contro le protezioni mentre è appena iniziato un forte scroscio di pioggia che sta provocando altri incidenti in altripunti della pista. La seconda TS030 finirà al quarto posto dietro all’Audi numero 3 di Di Grassi-Gené-Jarvis e davanti alla terza delle Audi grazie all’ottimo lavoro dei meccanici in grado di ripristinare la vettura in poco più di mezz’ora. Per i 250mila spettatori ancora un grande spettacolo, per le auto di serie grandi ricadute tecnologiche che vedremo molto presto sui modelli ibridi di entrambi i marchi, sempre più numerosi in listino.

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Domenica 23 Giugno 2013 - Ultimo aggiornamento: 13-06-2017 17:32 | © RIPRODUZIONE RISERVATA