Un bambino consulta la piantina del padiglione Passione Classica del Motorshow 2016

Passione Classica, le auto storiche sul palcoscenico del Motorshow 2016

di Sergio Troise
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BOLOGNA - Nella più recente asta miliardaria, svoltasi il mese scorso a Milano, sono stati spesi nove milioni di euro nel giro di un’ora per otto supercar, e una rara Ferrari 275 GTB del 1966 è stata battuta a tre milioni e cinquantamila euro. La notizia ha fatto il giro del mondo e l’auto storica è finita una volta di più sui giornali, come simbolo di lusso, per molti “di spreco”, per altri occasione di business su cui investire, come si fa per certe opere d’arte. Ma quello delle aste è un mondo a parte, esclusivo, che non coinvolge la stragrande maggioranza dei collezionisti e dei semplici appassionati: gente che dell’auto d’epoca (può esserlo anche una piccola 500) fa un’operazione culturale, mirata a salvaguardare – grazie alla propria passione – la memoria tecnica, industriale, dello stile, del costume, dello sport. Valori da salvare e – come nel caso del Motor Show di Bologna – da mettere in mostra, con la consapevolezza che anche la storia dell’auto può fare spettacolo.

È in questa ottica che gli organizzatori bolognesi hanno allestito Passione Classica, evento nell’evento dedicato alle auto storiche. Palcoscenico privilegiato il padiglione 25: occupa 4.500 metri quadri e ospita 117 automobili, 21 moto, un autobus e un camion, tutti provenienti da rare e prestigiose collezioni. A dare lustro alla “carrellata d’autore” l’anteprima di una straordinaria mostra dedicata alle auto della Mille Miglia, in programma a Brescia dal 26 marzo al 31 ottobre 2017. Fino a domani i visitatori del Motor Show possono vedere in anticipo alcuni pezzi pregiati legati alla storia della leggendaria corsa su strada disputata tra il 1927 e il 1957 sul percorso Brescia-Roma-Brescia. In prima fila, tra i gioielli che hanno scritto pagine memorabili della storia dell’automobilismo, l’Alfa Romeo 6C 1500 Gran Sport Testa Fissa Zagato del 1933, auto che partecipò a due edizioni della Mille Miglia, la prima volta nel 1934, classificandosi prima di classe e tredicesima assoluta con al volante Anna Maria Peduzzi (all’epoca nota con lo pseudonimo di “Marocchina”), la seconda nel 1936 con un equipaggio svizzero. Tra le storiche più avanti negli anni, anche una rara Siata Fiat 1100 Coupé del 1939. Tutte degli anni cinquanta le altre veterane esposte in anteprima al Motor Show: in prima fila la OSCA MT42A del 1954 con cui Giulio Cabianca gareggiò nel ‘55 e nel ’56; la Fiat 8V Vignale con cui corse Vladimiro Toselli nel ’55; le piccole Ermini 1500 e 1100 di Libero Bindi (1955) e Aldo Terigi (1952 e 1953). Ammiratissima anche la Ferrari 166 MM Panoramica 2007 (Zagato), omaggio alla vettura che gareggiò nella Mille Miglia del 1950.

Al comparto heritage del Motor Show non potevano mancare di dare il proprio apporto presenze “istituzionali” come il Museo dell’Auto di Torino e i musei di marca di Alfa Romeo, Ferrari, Maserati, Lamborghini. Fiat e Abarth Classiche hanno arricchito il parterre, e hanno fatto la loro parte anche le collezioni dell’Esercito e della Polizia di Stato. Ma il valore aggiunto è venuto dalla disponibilità di club e collezionisti privati, come Umberto Righini (specialista Alfa) e Salvatore Lopresto, che a Bologna rende omaggio allo stilista Franco Scaglione, con i prototipi di Giulietta Sprint e Spider. Alla collezione Lamperti si deve invece la riscoperta della rarissima Lancia Fulvia Cabrio Zagato.

Netta la prevalenza del made in Italy, ma non mancano rappresentanze di marchi esteri: in primo piano Ford Heritage con la GT40, la Scuderia Jaguar Storiche e alcuni gioiellini francesi di Peugeot e Citroen. Tra le più ammirate le Porsche e la mitica Mercedes 300 SL “ali di gabbiano”. Discorso a parte merita la Effeffe: che non è esposta nel padiglione 25, ma nel vicino 26. Non è infatti un’auto storica, e neanche una replica, ma un capolavoro moderno ispirato alle berlinette degli anni cinquanta/sessanta. L’hanno realizzata i fratelli Frigerio di Verano Brianza (un sospiro da Monza), due appassionati che hanno progettato e sviluppato l’auto con tecnologie d’avanguardia, ma l’hanno costruita a mano, su un telaio in tubi d’acciaio, rispettando la tradizione dell’alto artigianato italiano.
Due posti, carrozzeria in alluminio, ruote a raggi, peso inferiore a 800 kg, nessuna traccia di elettronica, l’auto adotta un motore Alfa 2.0 litri 160 cv (unico pezzo storico dell’assemblaggio) elaborato dallo specialista Facetti e cambio a cinque marce, con rapporti ravvicinati. Le prestazioni non sono dichiarate, ma solo a guardarla la Effeffe trasmette emozioni forti. “Emozionante” anche il prezzo: 348.000 euro, più Iva e più accessori.
 

 

 

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Lunedì 12 Dicembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 13-12-2016 11:08 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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