La madrina del Motorshow 2016 Eleonora Pedron sotto una gigante smart elettrica

Lo show italiano: a Bologna trionfano emozioni e spettacolo

di Giampiero Bottino
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BOLOGNA - Anche se il bilancio definitivo potrà essere stilato solo dopo la conclusione della manifestazione, prevista per le 18,30 di domani, possiamo dire che il 40° Motor Show, risorto dalle proprie ceneri a dispetto delle molte cassandre, ha vinto la sua scommessa. Il ritorno alle origini, la voglia di restituire credibilità e dignità alla passione per i motori da troppe parti derisa se non demonizzata, gli spettacolari eventi sportivi che hanno trovato nella rinascita del Memorial Bettega la bandiera più rappresentativa, il ruolo strategico di punto d’incontro ideale – anche per centralità geografica – tra il prodotto e i clienti reali e potenziali, una finestra spalancata sull’automobile di ieri, di oggi e di domani, il coinvolgimento della città che ha trasformato il centro di Bologna in un grande fuori salone, non a caso battezzato “Motor Show Off”, la parata di personaggi cari al mondo dei giovani e degli appassionati. Se il buon giorno si vede dal mattino, la ricetta costruita con questi ingredienti sembra aver posto solide basi per i prossimi 40 anni della ritrovata kermesse motoristica.

Fondamentale, ovviamente, il contributo dalle case che hanno accettato la sfida portando a BolognaFiere i prodotti più recenti e interessanti, con un attento ed equilibrato mix di tecnologie avanzate e di rombanti performance alle quali il Motor Show deve storicamente il suo successo. Il Gotha delle supercar ad alte prestazioni è infatti presente al gran completo, da Aston Martin a Bentley, da Lamborghini a Maserati, da McLaren a Pagani, mentre Ferrari ha preferito orientare la partecipazione su alcuni leggendari modelli che hanno impreziosito la già sostanziosa rappresentanza di vetture storiche concentrate nel padiglione dedicato all’heritage.

Dove, per esempio, Land Rover ha esposto le quattro generazioni che hanno costruito il mito della Discovery, con la rivoluzionaria discendente protagonista sullo stand del marchio, mentre Jaguar ha affiancato allo stand incentrato sulla potente F-Type Svr e sulle più recenti declinazioni a trazione integrale della gamma una presenza vintage da leccarsi i baffi: un poker di gioielli che vanno dalla SS 2.5 del 1937 all’indimenticabile E-Type del 1969.
La carica di cavalleria non ha coinvolto solo i marchi che popolano l’empireo dell’auto, ma è stata generalizzata. Per Alfa Romeo, ad esempio, è scontato giocare la carta della sportività con le due rappresentanti della gamma Giulia che meglio ne incarnano lo spirito: la straordinaria Quadrifoglio con i 510 cv del ruggente 6 cilindri 2.6 bi-turbo e la recentissima Veloce il cui turbodiesel 2.2 da 210 cv è abbinato alla trazione integrale e a un cambio automatico a 8 rapporti. La sportività Ford, nella continuità tra un passato glorioso e un presente ambizioso, si è affidata alla gamma Perfomance Car che entro il 2020 comprenderà non meno di 12 modelli ad alte prestazioni.

La squadra si è schierata a Bologna con tre punte d’eccezione: la nuova GT in anteprima italiana, autentica e filante supercar con il V6 biturbo 3.5 EcoBoost da oltre 600 cv che nella versione racing ha vinto la 24 Ore di Le Mans nella classe di appartenenza, la Mustang che raccoglie l’eredità di un mito e che, a più di 50 anni dal lancio, è finalmente in vendita anche in Europa, e la Focus Rs da 350 cv, la berlina a due volumi dell’ovale blu nella declinazione più muscolosa.

Magari con meno enfasi, i muscoli non mancano neppure nei ricchi stand d’Oltralpe. Peugeot li esibisce con la 308 station wagon Gt da 205 cv (180 col turbodiesel BlueHdi), Citroën allarga la famiglia della nuova C3 con la concept Wrc che anticipa la vettura impegnata nel Mondiale Rally del prossimo anno, DS svela al pubblico italiano la gamma Performance Line che vede tutti i suoi modelli esprimere la vocazione Gran Turismo, Renault con la Twingo GT presenta una city car “iper vitaminizzata”, brillante e sbarazzina.

La sportività (piuttosto soft) sposa il prestigio nei marchi premium dei gruppi Toyota e Nissan, rappresentati dalla Lexus Rc-F, coupé da 477 cv esibita nel “Motor Show Off” nei primi quattro giorni di dicembre, e da Infiniti che con la coupé Q60 da 211 cv celebra la sua “prima volta” al Motor Show. A Bologna, però, non si va solo per sognare, ma anche per vedere e toccare con mano le più recenti auto “da comprare”. Vetture destinate a volumi importanti come la nuova e aggressiva generazione della Nissan Micra (presente come finalista al premio “Auro dell’anno”) o la famiglia Fiat Tipo al gran completo, modelli a ruote alte come le Peugeot 3008 e 5008 di nuova generazione, emblematiche dell’aggressiva strategie del Leone nel vivace mondo dei Suv nel quale sono pronte a lanciare la sfida la Renault Koleos (la casa francese ha mostrato in prima italiana anche Grand Scénic e Mégane Grand Coupé), oltre che la nuova Toyota C-Hr e la piccola Suzuki Ignis, entrambe disponibili anche in versione ibrida. Quanto alle alimentazioni alternative, Renault ha svelato la nuova Zoe elettrica con autonomia raddoppiata (400 km teorici), mentre smart ha mostrato al pubblico italiano la versione 100% elettrica della forfour a quattro porte, quasi una damigella d’onore per l’anteprima mondiale della smart forfood, show car che sotto la direzione dello chef Davide Oldani è stata trasformata in una micro-cucina stellata viaggiante.
 

 

 

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Lunedì 12 Dicembre 2016 - Ultimo aggiornamento: 14:47 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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