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LE MANS – Il riscatto dovrà attendere. Anche quest’anno per Toyota la maratona francese non ha portato gioie. Il secondo posto, conquistato da José Maria Lopez, Kamui Kobayashi e Nyck De Vries sa di ennesima occasione mancata. Nonostante la regolarità della GR010 Hybrid LMH, il team nipponico è stato rallentato da alcuni episodi sfortunati oltre a commettere alcuni errori strategici che, sulla lunga distanza, hanno presentato il loro conto.
Dopo la sconfitta subita lo scorso anno, Toyota si è presentata a Le Mans con l’obiettivo di riprendersi lo scettro. A differenza di dodici mesi fa, il BoP (Balance of Performance) è stato meno penalizzante per l’Hypercar nipponica. Ciò lo si è subito visto fin dalle prime prove libere, dove le GR010 Hybrid sono apparse subito competitive con il terzetto composto da Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa. Ma a impressionare è stato il ritmo che le Toyota sono riuscite a imprimere durante le sessioni notturne. Perché, anche con il divieto di pre-riscaldare gli pneumatici, le LMH giapponesi si sono rivelate le più efficaci nello sfruttare le gomme, sia soft che medium.
Toyota ha quindi lavorato principalmente sul passo gara e lo si è potuto constatare nel corso delle qualifiche. Se Hartley ha chiuso fuori dai primi dieci, pagando un distacco di un secondo dalla BMW del leader Dries Vanthoor, Kobayashi ha commesso un errore proprio guidando al limite. Nel tentativo di migliorarsi, il giapponese ha perso il controllo della sua vettura andando in testacoda alle curve Porsche. Ciò ha causato l’esposizione della bandiera rossa e, come da regolamento, la cancellazione di tutti i crono fratti registrare da Kobayashi.
Risultato: entrambe le Toyota hanno preso il via della 92ª edizione della 24 Ore di Le Mans fuori dalla top 10. Questo non ha scoraggiato minimamente la squadra giapponese che, già nelle prime fasi si gara, si è portata a ridosso dei primi. A differenza della Ferrari, in Toyota hanno optato per un assetto da bagnato su entrambe le GR010 Hybrid. Scelta azzeccata visto la quantità di pioggia che è caduta durante la gara, le LMH giapponesi si sono rivelate efficaci guadagnando agilmente la vetta. Ma le Toyota hanno fatto la differenza su asfalto viscido e leggermente umido, soprattutto se confrontato con il ritmo delle Ferrari.
Salite al comando delle operazioni nel corso della notte, dietro la lunga safety car, le Toyota hanno poi dettato l’andatura anche in mattinata. Purtroppo a mancare, nel caso della vettura di Kobayashi, Lopez e De Vries, è stata l’affidabilità. Oltre a due forature lente, che hanno costretto i piloti ad altrettante soste supplementari, a rallentare la GR010 Hybrid numero 7 sono state due noie al motore. La prima dovuta a un sensore difettoso e poi sistemato, la seconda a causa di un interruttore attivato accidentalmente da Lopez.
Inoltre proprio l’argentino, durante un disperato tentativo di rimonta nei confronti della Ferrari di Nicklas Nielsen, si è girato alla chicane Dunlop nel corso dell’ultima ora. Al termine della gara, Lopez ha tagliato il traguardo staccato di appena 14”221, un distacco davvero minimo in una corsa di 24 ore. Quinta, l’altra Toyota ha avuto da recriminare una toccata da parte di Alessandro Pier Guidi, poi sanzionato di cinque secondi, nei confronti di Hartley.
Pur disponendo di un pacchetto competitivo, così come lo scorso anno, la sensazione è che in Toyota non siano riusciti a massimizzarlo per piccoli inconvenienti tecnici ed errori da parte dei piloti. Ancora una volta i giapponesi non sono riusciti a reggere la pressione, ma si sa nella 24 Ore di Le Mans anche i più piccoli dettagli fanno la differenza.
David Floury, direttore tecnico di Toyota Gazoo Racing, ha spiegato i motivi del risultato finale: «Le ragioni sono diverse. Sulla vettura numero 7 abbiamo avuto due forature lente e in entrambi i casi abbiamo dovuto effettuare soste supplementari al di fuori della nostra finestra. Sul passo assoluto, credo che la Ferrari sia stata un po’ più veloce. Considerando tutte le condizioni, il degrado, soprattutto con le mensole soft, e il passo gara, credo che fossimo forti. Di sicuro non abbiamo perso la gara a causa della performance o dell’affidabilità delle nostre GR010 Hybrid».